Il film francese " Home " del regista Yann Arthus - Bertrand
La parola "alluvione" nell'italiano arcaico viene usato per indicare un evento di accumulo di materiale fluviale.
Nell'italiano recente viene anche ritenuto sinonimo di inondazione, in effetti le due parole attualmente sono utilizzate con lo stesso significato. Tuttavia alluvione nasce come riferimento esclusivamente meteorologico, mentre inondazione più facilmente può avere anche un senso figurato, sebbene non sempre catastrofico (es.: "sono stato inondato di sms").
L' "alluvione" può essere evento catastrofico, causato da avverse condizioni atmosferiche che provocano piogge torrenziali per giorni o settimane. È intesa come un fenomeno particolarmente devastante e fa parte delle calamità naturali, per il suo impatto drammatico sulle vite e le opereumane.
A livello culturale, il mito del diluvio universale è forse relativo ad un'antica alluvione catastrofica di cui è rimasta testimonianza nelle tradizioni scritte.
Un'alluvione è un evento non previsto, ancorché possa essere prevedibile, in particolar modo in quei paesi interessati annualmente dal fenomeno dei monsoni e dei cicloni, seguiti nelle nazioni più progredite con i più moderni strumenti messi a disposizione dalla moderna scienza meteorologica.
Un' alluvione trasporta grandi quantità di suolo e detriti strappati dalla forza dell'acqua, provocando ulteriori danni e rendendo più difficili i soccorsi. Non è raro che, nei territori a prevalenza montuosa e, specialmente, in quelli sottoposti ad abusi edilizi, un' alluvione sia accompagnata da frane o smottamenti. Gli smottamenti del terreno, oltre ad essere un pericolo di per sé, possono deviare corsi d'acqua o riempire parte dei bacini, provocando danni e vittime in maggiore quantità anche durante precipitazioni di durata ben più modesta dei quaranta giorni e delle quaranta notti di pioggia di biblica memoria.
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Geologia [modifica]
Durante un'alluvione, oltre alla massa d'acqua, grandi quantità di fango e altri sedimenti vengono trasportati nei territori adiacenti al letto fluviale. Durante le ere, questo meccanismo dà luogo alla formazione delle pianure alluvionali, qual è, ad esempio, la pianura padana.
Cause [modifica]
Le alluvioni sono fenomeni che avvengono periodicamente nelle piane alluvionali o nelle aree di confluenza di fiumi e torrenti: quasi sempre le aree oggi soggette ad alluvionamento sono state create, da un punto di vista geologico, proprio dalle alluvioni stesse che nel passato, durante migliaia di anni, hanno modellato i territori nei pressi di un fiume o di un torrente. Infatti le alluvioni avvengono quando un fiume o un torrente esonda a causa di precipitazioni particolarmente intense che si abbattono sporadicamente su una zona più o meno ampia. Le alluvioni sono fenomeni naturali ciclici che si manifestano in modo non regolare, ma si ripetono con continuità a intervalli di tempo piuttosto lunghi e da un punto di vista ambientale contribuiscono al modellamento del territorio.
Quando le alluvioni avvengono in territori più o meno densamente abitati possono essere causa di numerosi danni. Infatti, un aspetto di fondamentale importanza per quanto riguarda gli effetti delle alluvioni è la distribuzione delle popolazioni vicino ad un corso d'acqua.[1] Sin dall'antichità l'uomo ha costruito le città vicino al mare o ai fiumi, per aver un accesso più rapido ed a buon mercato a riserve alimentari e alle vie di comunicazione commerciale. Il fertile suolo delle rive di un delta fluviale è regolarmente soggetto al fenomeno dell'inondazione per le normali variazioni nelle precipitazioni.
Si consideri che, mentre da un lato l'uomo cerca di limitare o impedire le alluvioni tramite interventi sugli argini, dighe e canalizzazioni, dall'altra ne favorisce l'effetto devastante con la non tutela del territorio o con la deforestazione e l'abusivismo edilizio in luoghi che diventano così a rischio idrogeologico. Specialmente nei pressi delle città più popolose, dimenticando in tempi di precipitazioni al di sotto della media che i corsi d'acqua possono superare gli argini entro i quali scorrono, non è infrequente che si costruisca a ridosso degli argini o nella parte asciutta del letto di un fiume.
Note [modifica]
- ^ Abitazioni a rischio frane e alluvioni Edilizia Urbanistica, 9 dicembre 2010
Voci correlate [modifica]
Collegamenti esterni [modifica]
- Aseva Archivio Storico degli Eventi Ambientali
- AVI Progetto di censimento di aree vulnerate da calamità geologiche e idrauliche, a cura del CNR
- Alluvione - Voce Enciclopedica su Eco51.it
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Il diboscamento (o disboscamento [1]) o anche deforestazione, indica l'eliminazione della vegetazione arborea in un'area boschiva. Le ragioni per cui si procede a tale operazioni possono essere molteplici e possono essere sia positive che negative dal punto di vista ambientale: si può eseguire un diboscamento inteso come taglio di piante vecchie, malate, bruciate,…) per la cura dei boschi oppure, in determinate zone, per la produzione di legname oppure per la costruzione di strade, edifici, piste da sci, uso agricolo del suolo,...
Le foreste e i boschi non sono tutti di eguale importanza dal punto di vista ambientale (esistono foreste giovani, secolari, naturali, pluviali, tropicali, temperate,… ognuna con determinate caratteristiche) per cui anche i luoghi dove viene eseguito un diboscamento legale devono essere scelti con cura. Il diboscamento e la deforestazione non devono essere confusi col taglio del bosco, che è invece finalizzato alla salvaguardia della vegetazione (taglio di piante malate, vecchie, secche, bruciate,...) o a ricavare legname dalla foresta, garantendo la rigenerazione e la consevazione della vegetazione. Il taglio del bosco è attuato attraverso i criteri tecnici della selvicoltura.
Fin dall'antichità si dibosca per ottenere lalegna da ardere per il riscaldamento domestico o da usare come materiale da costruzione, per ottenere nuovi terreni da destinare all'agricoltura e all'espansione urbana. Questo fenomeno interessa soprattutto le aree tropicali dove vengono eseguite con il metodo del "taglia e brucia": dapprima si abbattono gli alberi e poi si incendia il sottobosco rimanente. Una volta terminato l'incendio si sarà depositata sul terreno della cenere che fertilizza il terreno.
Questo sistema arreca gravi danni all'equilibrio dell'ambiente naturale, infatti la cenere fertilizza per poco tempo il terreno, mentre la distruzione del sottobosco distrugge in tutto e per tutto l'habitat della foresta pluviale accelerando fenomeni erosivi del terreno. Dopo pochi anni si deve abbandonare il terreno e diboscare un'altra area. Inoltre l'utilizzo del fuoco è molto pericoloso perché danneggia la fauna e spesso sfugge al controllo causando danni ancora più gravi. Questo fenomeno, ancora molto frequente nella foresta amazzonica e in crescita in molte altre aree del pianeta, porta via molti alberi al polmone verde della Terra. I paesi maggiormente interessati da questo fenomeno (spesso anche connesso con attività illegali) sono Cina, Colombia, Congo[2],Brasile, India, Indonesia, Myanmar, Malesia, Messico, Nigeria e Thailandia, che insieme compiono più del 70% di diboscamento mondiale.
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I danni della deforestazione [modifica]
Le piante verdi aiutano a mantenere stabile la concentrazione di anidride carbonica nell'atmosfera (attraverso la fotosintesi clorofilliana). L'utilizzo di combustibili fossili ed il diboscamento stanno causando un aumento di CO2 nell'atmosfera, che ha diretta influenza in fenomeni come l'effetto serra ed il riscaldamento globale. Gli effetti negativi del diboscamento sono numerosi e comprendono:
- l'effetto serra
- desertificazione nei territori secchi
- erosione, frane e smottamenti nei territori piovosi e collinari
- inquinamento degli ecosistemi acquatici (a causa del dilavamento delle acque)
- sottrazione di risorse per le popolazioni indigene
Il diboscamento (sia volontario che non voluto) è il risultato della rimozione di alberi o della loro morte non accompagnata da una rinnovazione sufficiente. Ci sono molte cause di ciò, che possono variare da una lenta degradazione forestale ad improvvisi incendi, ad intense attività dipascolo. Mentre il diboscamento delle foreste pluviali tropicali ha attirato l'attenzione dell'opinione pubblica, le foreste torride tropicali stanno scomparendo ad una velocità sostanzialmente più alta. Invece di catturare le precipitazioni, che filtrano poi nel sottosuolo, le aree diboscate diventano aree di veloce deflusso acquifero superficiale. Il diboscamento contribuisce inoltre ad una riduzione dell'evapotraspirazione, che diminuisce l'umidità atmosferica e le precipitazioni; ad esempio nel Nord e nel Nord-ovest della Cina la media delle precipitazioni annuali è diminuita di un terzo tra il 1950 e il 1985. Anche la produzione di legname può essere una causa di diboscamento, ma in misura inferiore alle cause su esposte. Le foreste sono un'importante riserva di carbone, sono fondamentali per il ciclo del carbonio, risanando l'aria dall'anidride carbonica e altri agenti inquinanti.
I boschi e le foreste sono inoltre importantissimi ecosistemi con una elevatissima biodiversità in cui vivono numerosissime specie viventi.
Sono anche oggetto di bellezza estetica, naturalistica e culturale. Il diboscamento comporta la perdita di questi valori, del rispetto delle foreste e in generale dell'ambiente.
I boschi e le foreste sono inoltre importantissimi ecosistemi con una elevatissima biodiversità in cui vivono numerosissime specie viventi.
Sono anche oggetto di bellezza estetica, naturalistica e culturale. Il diboscamento comporta la perdita di questi valori, del rispetto delle foreste e in generale dell'ambiente.
Controllare la deforestazione [modifica]
I metodi per controllare e ridurre la deforestazione sono numerosi, ma tutti dipendono dalla volontà politica di attuarli, anche in contrasto con forti interessi economici, spesso legati all'economia deldiboscamento illegale, un affare che si aggira intorno ai 150 miliardi di dollari annui[3].
Fra questi vi è prima di tutto una agricolturasostenibile, che attui sistemi di rotazione delle colture e che utilizzi meno territorio. Questo non è affatto scontato nei paesi in via di sviluppo dove la popolazione è in rapida crescita.
Alla Conferenza di Rio del 1992 si è proposto un sistema gestione forestale sostenibile (GFS), con lo scopo di controllare il patrimonio e gli ecosistemi forestali a livello mondiale. A questo è seguita la formazione di alcune organizzazioni come il Forest Stewardship Council, attivo per la salvaguardia delle foreste tropicali, del Nord America e dell'Europa: FSC certifica i prodotti costituiti da materie prime che non consumano il patrimonio forestale.
La deforestazione continua ad avanzare, e si sta rendendo necessario attuare politiche di riforestazione. Ad esempio in Cina il governo ha chiesto ai cittadini di contribuire piantando alberi. Anche numerose associazioni si occupano della riforestazione, ma sembra che gli sforzi non siano completamente condivisi a livello mondiale. L'unico paese che ha aumentato il proprio patrimonio boschivo nel corso del XX secolo mediante politiche governative è Israele. In Europa il diboscamento sembra aver rallentato la sua corsa e, secondo i dati FAO, le foreste sono in crescita. Ciò è dovuto sia all'abbandono di terreni agricoli e alla colonizzazione spontanea del bosco, sia ad attività di rimboschimento.
Per i boschi e le foreste italiani sono in vigore già dagli anni 20 del secolo scorso (R.D.3267/1923), per tutte le proprietà pubbliche e per le grosse proprietà rivate, dei Piani di assestamento forestale che hanno la finalità principale di tutelare e sviluppare il territorio boscato e che garantiscono che il taglio per produrre legname non comporti cambi di destinazione d'uso del bosco.
Il ritmo della deforestazione [modifica]
Secondo un rapporto della FAO, la deforestazione, nell'ultimo decennio, ha rallentato rispetto aglianni novanta, ma procede ancora ad un ritmo troppo veloce per essere sostenibile. Tra il 2000 ed il 2010 la perdita netta di foreste è stata di 5,2 milioni di ettari all'anno, contro gli 8,3 milioni del decennio precedente. In particolare, le zone più colpite sono il Sud America e l'Africa orientale e meridionale. La deforestazione ha rallentato molto nell'Asia meridionale, mentre le foreste registrano addirittura una crescita in Nord America, Europa ed Asia orientale[4].
Note [modifica]
- ^ Dizionario Italiano Online
- ^ Il saccheggio delle foreste del Congo. Rapporto di Greenpeace, 2007.
- ^ OCSE / OECD Environmental Outlook (Parigi: OCSE, 2001), p. 122.
- ^ [1] (ES, FR, EN) Rapporto FAO 2009: Situazione dei boschi nel mondo
Voci correlate [modifica]
- Diboscamento illegale
- Desertificazione
- Effetto serra
- Protocollo di Kyōto
- Rimboschimento
- Ciclo del carbonio
Altri progetti [modifica]
- Wikimedia Commons contiene file multimediali su Diboscamento
Collegamenti esterni [modifica]
- (EN) Immagini del diboscamento nella Columbia Britannica (aprile 2005)
- Salva le Foreste, portale sulle foreste primarie
- Diboscamenti in Amazzonia
- C.M. Daclon, L'impatto ambientale di narcotraffico e guerra civile in Colombia, Analisi Difesa, 2004, n. 46
Portale Ecologia: accedi alle voci di Wikipedia che trattano di Ecologia
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