08 maggio 2012

Aspartame , dolcificante artificiale



L’inchiesta, attraverso la storia esemplare dell’additivo più utilizzato nell’alimentazione (l’aspartame, un dolcificante artificiale), mostra le debolezze di un sistema di controllo che non tutela adeguatamente la nostra salute.
Infatti le industrie, per inserire nell’alimentazione una nuova sostanza,  devono dimostrare a loro spese la sicurezza del prodotto finanziando le ricerche. 
Un sistema che, tra conflitti di interesse e corruzione, "addolcisce"  la vita dell'industria a danno della salute dei consumatori.


    28/04/2012

   DOLCE È LA VITA









L'aspartame è un edulcorante, dolcificante ed esaltatore di sapidità artificiale.
È composto da due amminoacidi, l'acido aspartico e lafenilalanina, e l'estremità carbossilica della fenilalanina è esterificata con il metanolo.
Pur avendo la stessa quantità di calorie dello zuccheroil suo potere dolcificante è circa 200 volte maggiore, motivo per cui ne sono necessarie piccole quantità per dolcificare cibi e bevande.
Le persone che soffrono di fenilchetonuria, che hanno cioè difficoltà nell'assimilare la fenilalanina, devono controllare l'assunzione di aspartame in quanto fonte difenilalanina.
L'aspartame è un additivo alimentare autorizzato a livello europeo e classificato col numero E951. La dose giornaliera ammissibile è stata fissata in 40 mg/kg di peso corporeo.
L'aspartame è prodotto e venduto in tutto il mondo dalla NutraSweet Company.
L'aspartame è stato scoperto per caso nel 1965 da James M. Schlatter, un chimico che lavorava presso la ditta G.D. Searle & Company. Schlatter stava lavorando alla produzione di un farmaco anti-ulcera e scoprì la dolcezza del composto sintetizzato leccandosi il dito che era stato contaminato dall'aspartame.
La Searle era una casa farmaceutica fondata nel 1885 in Illinois e acquisita nel 1985 dalla Monsanto. Fino alla liberalizzazione del brevetto, l'aspartame sarà presente in commercio come principio attivo dellaNutrasweet.
La ditta sviluppò un interesse per questo composto e per le sue proprietà come dolcificante e ne chiese l'autorizzazione come additivo alimentare alla Food and Drug Administration (FDA), l'autorità statunitensepreposta, tra l'altro, alle valutazioni sulla sicurezza alimentare. A seguito di una iniziale valutazione, si sviluppò un acceso dibattito sulla sicurezza dell'aspartame, in quanto alcuni studi ne evidenziavano effetti cancerogeni nel ratto.[1] Il 26 giugno 1974, la FDA rilasciò una prima autorizzazione all'impiego dell'aspartame nelle bevande. Nel 1980 un'inchiesta pubblica concluse che non c'erano dati sufficienti per confermare il legame tra aspartame e tumori al cervello osservati nei ratti, tuttavia negò una nuova autorizzazione in attesa di ulteriori dati.
Nel 1981 l'allora presidente degli Stati UnitiRonald Reagan, diede l'incarico di guida dell'FDA a Arthur Hull Hayes, il quale, citando uno studio condotto in Giappone che non era stato reso disponibile alla commissione di inchiesta, approvò l'aspartame per l'uso dapprima solo in alcuni prodotti,[2] poi in tutti gli alimenti (1983). Alcuni hanno sottolineato che Hayes era un buon amico di Donald Rumsfeld, allora presidente della G.D. Searle (dal 1977 al 1985). Hayes dovette in seguito dimettersi perché accusato di corruzione e andò a lavorare all'ufficio pubbliche relazioni proprio dell'azienda che sarebbe poi diventata Monsanto, quella che aveva scoperto e brevettato l'aspartame.[3]
Le controversie sulla tossicità dell'aspartame non si sono tuttavia fermate con la sua autorizzazione, e qualcuno ha anche sospettato che la denuncia della presenza di alcuni rischi per la salute (in particolare quello legato alla liberazione di metanolo) sia stata l'espediente per un'operazione di aggiotaggio ai danni della G.D. Searle.[4] Qualcuno si sarebbe cioè avvantaggiato della diffusione mediatica dei rischi dell'aspartame, che ha creato un crollo dei prezzi delle azioni della Searle. Sul caso indagò l'agenzia governativa statunitense Securities and Exchange Commission.
La G.D. Searle fu acquisita nel 1985 da Monsanto, e la linea di produzione di aspartame divenne una sussidiaria della multinazionale, chiamata NutraSweet, successivamente venduta a J.W. Childs Equity Partners II L.P. nel 2000.
Il brevetto statunitense sull'aspartame è scaduto nel 1992. L'aspartame è sicuramente l'edulcorante attualmente più utilizzato al mondo perché ha un costo basso, un grande potere dolcificante e all'industria alimentare risulta di facile reperibilità e lavorazione.



Controversie sull'aspartame [modifica]

Struttura molecolare 3D dell'aspartame
Come testimonia la storia della sua autorizzazione per l'uso in alimentazione, l'aspartame è stato oggetto di numerose controversie. Diversi studi sull'aspartame in animali da laboratorio hanno evidenziato la comparsa di tumori a seguito dell'assunzione orale di questo dolcificante, ma nessuno studio ha dimostrato un rapporto causa-effetto tra questi fenomeni, né ha potuto definire il meccanismo d'azione della sua tossicità. Ad ogni modo una qualsiasi sostanza riconosciuta velenosa per i suoi effetti sperimentali, resta comunque un veleno, anche se non si è capito il meccanismo d'azione: il cianuro, per esempio, uccideva anche prima che si scoprisse in che modo danneggia l'organismo.
A valle delle prime autorizzazioni della FDA, nell'agosto 1974, il dottor Olney e l'avvocato Jim Turner avviarono una petizione di firme per opporsi alle decisioni dell'autorità alimentare. Il 24 marzo 1976 la FDA aprì un'inchiesta per verificare l'esecuzione dei controlli da parte della Searle e la rilevazione dei dati. A conclusione dell'inchiesta, il 10 gennaio 1977, la FDA chiese formalmente all'US Attorney Office di indagare in merito ai test eseguiti dalla Searle sulla tossicità dell'aspartame.[5] Il 1 luglio 1977 il capo degli investigatori dell'US Attorney Office venne assunto presso uno degli studi di avvocati della Searle. La trattativa aveva lasciato l'inchiesta pressoché ferma per alcuni mesi. Il 1 agosto 1977 gli ispettori della FDA, sotto la guida di Jerome Blessler, giunsero comunque a pubblicare un rapporto che confermava incongruenze ed errori nei rapporti della Searle. L'8 dicembre 1977 l'inchiesta venne interrotta per aver superato i limiti di budget ed essersi protratta troppo a lungo.
Tra le ipotesi più accreditate c'è quella per cui la tossicità dell'aspartame sia dovuta alla liberazione nell'organismo del metanolo, una sostanza nota per avere effetti tossici, e in particolare perché causacecità. Anche il meccanismo d'azione tossica del metanolo non è del tutto chiarito: si ipotizza che non svolga un'azione diretta, ma che la tossicità sia dovuta alla sua trasformazione in formaldeide ed in acido formico. Il metanolo è tuttavia contenuto in molti alimenti, in particolare frutta ricca di pectine, come le mele, ma sembra che la presenza in questi alimenti di etanolo ne contrasti la tossicità, forse diminuendone l'assorbimento.
Il dibattito sull'uso di aspartame negli alimenti si è riacceso nel 2005 con la pubblicazione di uno studio promosso dalla California Environmental Protection Agency, che ha evidenziato un aumento dell'incidenza dilinfomi e leucemie nei topi femmina a seguito di assunzione di bassi dosaggi di aspartame. Inoltre uno studio della Fondazione Europea di oncologia e scienze ambientali "Bernardino Ramazzini" di Bologna ha ulteriormente segnalato questi effetti ed ha ipotizzato un legame tra la formaldeide rilasciata dalmetabolismo dell'aspartame e l'aumento dell'incidenza di tumori cerebrali. Lo studio è stato pubblicato sulloEuropean Journal of Oncology nel luglio 2005[6]. Questi nuovi dati sono stati valutati dall'Agenzia Europea per la Sicurezza Alimentare (EFSA), nell'insieme di tutti gli studi effettuati sull'aspartame negli ultimi vent'anni. L'EFSA ha confermato la dose giornaliera ammissibile (40 mg/kg peso corporeo) e ha concluso che lo studio non dimostra con sicurezza la relazione fra l'insorgenza di tumori e il consumo di aspartame e non sono emersi nuovi dati che giustifichino nuovi studi, considerate anche le fasce di assunzione più a rischio (es. diabetici o persone che seguono regimi alimentari a basso contenuto calorico)[7]. Un limite analogo (50 mg per kg di peso corporeo) era stato calcolato dalla FDA nel 1981.
La sicurezza dell'aspartame è stata riaffermata anche negli Stati Uniti dal National Cancer Institute a seguito di un'indagine durata cinque anni su mezzo milione di persone, dalla quale non è emerso nessun aumento dell'incidenza di linfomileucemie e tumori del cervello[8]. Tale studio è stato effettuato sulla base di questionari inviati fra il 1995 e il 1996 a persone di età compresa fra 50 e 70 anni, e vista la data di inizio commercializzazione dell'aspartame, a partire dal 1981, riguarda l'analisi di rischio per un'esposizione a dosi inferiori alle attuali e non superiore ai 15 anni.
Un nuovo e più dettagliato studio sugli effetti a lungo termine del consumo di aspartame in dosaggi compatibili con la dose minima giornaliera permessa per il consumo umano è stato pubblicato nel settembre 2007 su Environmental Health Perspectives[9], realizzato anch'esso dall'Istituto "Ramazzini" di Bologna. In tale studio, l'unico che abbia preso in considerazione l'uso di aspartame fin dai primi cicli di vita e abbia seguito la storia clinica dei topi fino al loro decesso naturale, sono stati rilevati dagli autori evidenti indicatori di rischio per la salute umana, in particolare per i bambini. L'agenzia europea EFSA e la corrispondente agenzia statunitense FDA non hanno al momento presentato un parere ufficiale sui risultati di questo secondo studio.







 




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