Un Diario di Viaggio Libero ed Aperto a Tutti . www.stefanocenzolo.blogspot.com
29 settembre 2011
26 settembre 2011
Intervento del Presidente della Conferenza Episcopale
ROMA
- Frasi inequivocabili. Il presidente della Conferenza episcopale, Angelo Bagnasco, parla davanti al consiglio permanente dei vescovi. E, pur senza nominarlo esplicitamente, pronuncia quelle parole forti - contro il comportamento del premier - che in tanti avevano invocato. "I comportamenti licenziosi e le relazioni improprie - dice Bagnasco - sono in se stessi negativi e producono un danno sociale a prescindere dalla loro notorietà. Ammorbano l'aria e appesantiscono il cammino comune". "Mortifica dover prendere atto di comportamenti non solo contrari al pubblico decoro ma intrinsecamente tristi e vacui", dice il numero uno dei vescovi. "Non è la prima volta - continua - che ci occorre di annotarlo: chiunque sceglie la militanza politica, deve essere consapevole della misura e della sobrietà, della disciplina e dell'onore che comporta, come anche la nostra Costituzione ricorda". E ancora: "Si rincorrono, con mesta sollecitudine, racconti che, se comprovati, a livelli diversi rilevano stili di vita difficilmente compatibili con la dignità delle persone e il decoro delle istituzioni e della vita pubblica". Infine l'affondo: "La collettività guarda con sgomento gli attori della scena pubblica e l'immagine del Paese all'esterno ne viene pericolosamente fiaccata". "Quando le congiunture si rivelano oggettivamente gravi - conclude Bagnasco - e sono rese ancor più complicate da dinamiche e rapporti cristallizzati e insolubili, tanto da inibire seriamente il bene generale, allora non ci sono nè vincitori nè vinti: ognuno è chiamato a comportamenti responsabili e nobili. La storia ne darà atto".
Un intervento attesissimo, quello del numero uno dei vescovi italiani. Fuori e dentro il mondo cattolico. Tanto che molti avevano apertamente criticato il silenzio della Chiesa 1. E d'altra parte l'intervento di Bagnasco arriva a quattro giorni dalle parole pronunciate dal Papa, durante il viaggio a Berlino. Allora Ratzinger si augurò un "rinnovamento etico" 2dell'Italia, parole lette da più parti come un riferimento diretto al premier.
Le perplessità. Bagnasco avanza qualche dubbio sul massiccio impegno investigativo che ha riguardato il premier e su alcuni atteggiamenti della stampa. "Colpisce - dice Bagnasco - l'ingente mole di strumenti di indagine messa in campo su questi versanti, quando altri restano disattesi e indisturbati. E colpisce la dovizia delle cronache a ciò dedicate". Ma queste perplessità non rappresentano un'attenuante per la condotta del premier. "Nessun equivoco tuttavia può qui annidarsi - dice il presidente della Cei - la responsabilità morale ha una gerarchia interna che si evidenzia da sé, a prescindere dalle strumentalizzazioni che pur non mancano". Bagnasco mostra di essere rimasto colpito dalla critiche al silenzio della Chiesa venute anche da tanti giornali diocesani. "Da più parti, nelle ultime settimane - dice - si sono elevate voci che invocavano nostri pronunciamenti. Forse che davvero è mancata in questi anni la voce responsabile del Magistero ecclesiale che chiedeva e chiede orizzonti di vita buona, libera dal pansessualismo e dal relativismo amorale?". E cita il presidente emerito della Corte costituzionale, Franco Casavola: "L'unica voce che denuncia i guasti della società della politica è quella della Chiesa cattolica".
La corruzione. Altro monito della politica arriva - con un implicito riferimento alle tante inchieste in corso - sul tema della corruzione. "È sull'impegno a combattere la corruzione, piovra inesausta dai tentacoli mobilissimi - dice Bagnasco - che la politica oggi è chiamata a severo esame. L'improprio sfruttamento della funzione pubblica è grave per le scelte a cascata che esso determina e per i legami che possono pesare anche a distanza di tempo. Non si capisce quale legittimazione possano avere in un consorzio democratico i comitati di affari che, non previsti dall'ordinamento, si auto-impongono attraverso il reticolo clientelare, andando a intasare la vita pubblica con remunerazioni, in genere, tutt'altro che popolari". "La questione morale - continua - non è una debolezza esclusiva di una parte soltanto e non riguarda semplicemente i singoli, ma gruppi, strutture, ordinamenti, a proposito dei quali è necessario che ciascuna istituzione rispetti rigorosamente i propri ambiti di competenza e di azione, anche nell'esercizio del reciproco controllo".
Evasione fiscale e manovra. Il presidente della Cei torna, con toni indignati, sul tema dell'evasione fiscale. Tema già affrontato - nelle scorse settimane - sia dallo stesso Bagnasco 3 che da altri esponenti della Chiesa, come il cardinale di Bologna Caffarra 4. "Difficile sottrarsi all'impressione - dice il presidente della Cei - che non tutto sia stato finora messo in campo per rimuovere questo cancro sociale". Insomma, una bocciatura delle misure intraprese per far fronte al fenomeno. Giudizio negativo, tra le righe, anche sulla manovra. Parlando delle conseguenze della crisi economica, il cardinale denuncia: "Colpisce la riluttanza a riconoscere l'esatta serietà della situazione al di là di strumentalizzazioni e partigianerie; amareggia il metodo scombinato con cui a tratti si procede".
Bagnasco parla anche delle tante critiche mosse alla Chiesa per i privilegi fiscali degli enti religiosi, che si è tradotta tra l'altro in una mobilitazione in rete 5. E si difende appellandosi alle "leggi" e "all'intelligenza degli uomini". Dice Bagnasco: "Quanto alla discussione, non sempre garbata e informata, che c'è stata negli ultimi tempi circa le risorse della Chiesa, facciamo solo notare che per noi, sacerdoti e viscovi, e per la nostra sussistenza, basta in realtà poco. Così come per la gestione degli enti dipendenti dalle diocesi. Se abusi si dovessero accertare, siano perseguiti secondo giustizia, in linea con le norme vigenti. Per il resto, ci affidiamo all'intelligenza e all'onestà degli uomini".
Fine vita. Infine, il pressing della Chiesa sul testamento biologico. "Esprimiamo l'auspicio - dice Bagnasco - che la legge sulle dichiarazioni anticipate di trattamento possa giungere quanto prima in porto: dopo l'approvazione della Camera dei Deputati, essa attende il secondo passaggio al Senato". Un provvedimento che invece ha fatto insorgere il mondo laico 6.
Un intervento attesissimo, quello del numero uno dei vescovi italiani. Fuori e dentro il mondo cattolico. Tanto che molti avevano apertamente criticato il silenzio della Chiesa 1. E d'altra parte l'intervento di Bagnasco arriva a quattro giorni dalle parole pronunciate dal Papa, durante il viaggio a Berlino. Allora Ratzinger si augurò un "rinnovamento etico" 2dell'Italia, parole lette da più parti come un riferimento diretto al premier.
Le perplessità. Bagnasco avanza qualche dubbio sul massiccio impegno investigativo che ha riguardato il premier e su alcuni atteggiamenti della stampa. "Colpisce - dice Bagnasco - l'ingente mole di strumenti di indagine messa in campo su questi versanti, quando altri restano disattesi e indisturbati. E colpisce la dovizia delle cronache a ciò dedicate". Ma queste perplessità non rappresentano un'attenuante per la condotta del premier. "Nessun equivoco tuttavia può qui annidarsi - dice il presidente della Cei - la responsabilità morale ha una gerarchia interna che si evidenzia da sé, a prescindere dalle strumentalizzazioni che pur non mancano". Bagnasco mostra di essere rimasto colpito dalla critiche al silenzio della Chiesa venute anche da tanti giornali diocesani. "Da più parti, nelle ultime settimane - dice - si sono elevate voci che invocavano nostri pronunciamenti. Forse che davvero è mancata in questi anni la voce responsabile del Magistero ecclesiale che chiedeva e chiede orizzonti di vita buona, libera dal pansessualismo e dal relativismo amorale?". E cita il presidente emerito della Corte costituzionale, Franco Casavola: "L'unica voce che denuncia i guasti della società della politica è quella della Chiesa cattolica".
La corruzione. Altro monito della politica arriva - con un implicito riferimento alle tante inchieste in corso - sul tema della corruzione. "È sull'impegno a combattere la corruzione, piovra inesausta dai tentacoli mobilissimi - dice Bagnasco - che la politica oggi è chiamata a severo esame. L'improprio sfruttamento della funzione pubblica è grave per le scelte a cascata che esso determina e per i legami che possono pesare anche a distanza di tempo. Non si capisce quale legittimazione possano avere in un consorzio democratico i comitati di affari che, non previsti dall'ordinamento, si auto-impongono attraverso il reticolo clientelare, andando a intasare la vita pubblica con remunerazioni, in genere, tutt'altro che popolari". "La questione morale - continua - non è una debolezza esclusiva di una parte soltanto e non riguarda semplicemente i singoli, ma gruppi, strutture, ordinamenti, a proposito dei quali è necessario che ciascuna istituzione rispetti rigorosamente i propri ambiti di competenza e di azione, anche nell'esercizio del reciproco controllo".
Evasione fiscale e manovra. Il presidente della Cei torna, con toni indignati, sul tema dell'evasione fiscale. Tema già affrontato - nelle scorse settimane - sia dallo stesso Bagnasco 3 che da altri esponenti della Chiesa, come il cardinale di Bologna Caffarra 4. "Difficile sottrarsi all'impressione - dice il presidente della Cei - che non tutto sia stato finora messo in campo per rimuovere questo cancro sociale". Insomma, una bocciatura delle misure intraprese per far fronte al fenomeno. Giudizio negativo, tra le righe, anche sulla manovra. Parlando delle conseguenze della crisi economica, il cardinale denuncia: "Colpisce la riluttanza a riconoscere l'esatta serietà della situazione al di là di strumentalizzazioni e partigianerie; amareggia il metodo scombinato con cui a tratti si procede".
Bagnasco parla anche delle tante critiche mosse alla Chiesa per i privilegi fiscali degli enti religiosi, che si è tradotta tra l'altro in una mobilitazione in rete 5. E si difende appellandosi alle "leggi" e "all'intelligenza degli uomini". Dice Bagnasco: "Quanto alla discussione, non sempre garbata e informata, che c'è stata negli ultimi tempi circa le risorse della Chiesa, facciamo solo notare che per noi, sacerdoti e viscovi, e per la nostra sussistenza, basta in realtà poco. Così come per la gestione degli enti dipendenti dalle diocesi. Se abusi si dovessero accertare, siano perseguiti secondo giustizia, in linea con le norme vigenti. Per il resto, ci affidiamo all'intelligenza e all'onestà degli uomini".
Fine vita. Infine, il pressing della Chiesa sul testamento biologico. "Esprimiamo l'auspicio - dice Bagnasco - che la legge sulle dichiarazioni anticipate di trattamento possa giungere quanto prima in porto: dopo l'approvazione della Camera dei Deputati, essa attende il secondo passaggio al Senato". Un provvedimento che invece ha fatto insorgere il mondo laico 6.
La Repubblica .it
(26 settembre 2011)
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Il popolo - 2a puntata della trasmissione " Presa Diretta "
IL POPOLO - PRESA DIRETTA
Rai.TV - Presa Diretta - Il popolo - Presa direttaIn Campania si sono persi 300mila posti di lavoro in pochi anni . A Napoli e provincia il numero degli operai e´ calato del 48 % . Questo e´ il dramma del drastico processo di deindustrializzazione che ha colpito la terza citta´d´ ITALIA e la sua provincia .
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25 settembre 2011
Individualismo , Egoismo ...
L'individualismo
è una posizione morale, una filosofia politica, un'ideologia, o prospettiva sociale, che sottolinea "il valore morale dell'individuo"[1]. Gli individualisti promuovono l'esercizio del raggiungimento di alcuni obiettivi quali l'indipendenza e l'autonomia[2] ma al tempo stesso oppongono la più strenua resistenza verso ogni interferenza esterna sugli interessi personali, sia per la società, o per qualsiasi altro gruppo o istituzione[3].
L'Individualismo rende l'individuo il suo punto di focalizzazione[4] e parte "con il presupposto che l'individuo umano è di importanza primaria nella lotta per la liberazione." I Diritti umani[senza fonte] e la libertà sono la sostanza fondamentale per queste teorie. Illiberalismo classico (così come il libertarianismo), l'esistenzialismo e l'individualismo anarchico sono esempi di movimenti che prendono l'individuo umano come unità centrale per le analisi.[5]
È stato fatto uso del termine per denotare "La qualità di essere individuale; e quindi l'individualità"[6] riferendosi a possedere "una caratteristica individuale; una cattiva abitudine."[7]L'Individualismo è anche associato agli interessi artistici e bohème e a degli stili di vita in cui vi è una tendenza alla creazione e alla sperimentazione di sé stessi, in contrasto alla tradizione o alle opinioni e ai comportamenti della classe popolare[8][9] così come con le posizioni filosofiche ed etiche umaniste[10][11].
Indice[nascondi] |
L'Individuo [modifica]
Per approfondire, vedi la voce Individuo. |
Come da utilizzo comune, l'individuo è una persona od un qualsiasi specifico oggetto di una collezione. Nel XV secolo e precedentemente, e in tempi attuali, all'interno dei campi della statistica e della metafisica, individuale singifica "indivisibile", termine tipicalmente usato per descrivere un qualsiasi ente singolo numerabile, ma con più frequenza viene adoperato per indicare la "persona" nel suo contesto. Dal XVII secolo in poi, individuale singifica separatezza, come quanto indicato nell'individualismo.[12] L'Individualità è la condizione o la qualità di essere un individuo; ossia una persona separata dalle altre con dei propri bisogni, obiettivi, e desideri da raggiungere.
Individualismo e società [modifica]
Un individualista entra all'interno della società e degli altri suoi interessi, o richiede almeno il diritto per subordinarsi ai propri interessi, senza prendere in considerazione gli interessi della società (un individualista non ha necessariamente bisogno di essere un egoista). Un individualista non presta fede ad una qualsiasi filosofia che richiede il sacrificio dei propri interessi dei singoli per tutte le cause sociali più elevate. Jean-Jacques Rousseau affermerebbe, invece, che il suo concetto di "volontà generale" nel suo "Contratto Sociale" non è che una semplice raccolta di volontà individuali, e che favorisce solamente gli interessi dell'individuo (il vincolo del diritto sarebbe vantaggioso per l'individuo, in quanto la mancanza di rispetto per la legge comporta necessariamente, agli occhi di Rousseau, una forma di ignoranza e la sottomissione alle proprie passioni invece che un'autonomia della ragione).[senza fonte]
Le società e i gruppi possono differenziarsi, nella misura in cui essi si basano sugli "interessi personali" (individualistici, e probabilmente egoisti) molto più degli "interessi collettivi" (orientati alla collettività, ad un gruppo di persone, o alla società). Ruth Benedict afferma che esiste anche una descrizione, rilevante in questo contesto, tra "le società colpevoli" (ad esempio, l'Europa medievale) con dei "punti di riferimento standard interni", e le "società umilianti" (ad esempio, il Giappone, "che rinnega i propri antenati") con dei "punti di riferimento standard esterni", dove la gente guarda ai loro coetanei per ricevere una risposta, un feedback, se un'azione è "giusta" o no (metodo meglio conosciuto come "pensiero collettivo").
La misura in cui ciascuna società, o gruppo risulta "individualistico" può variare di tempo in tempo, e da nazione a nazione. Per esempio, la società Giapponese è maggiormente incline alle collettività (per esempio, le decisioni tendono ad essere prese in base ai consensi di più gruppi di persone, piuttosto che da singoli individui), ed è stato discusso che le "personalità sono meno sviluppate" (più di quanto è tipico in Occidente). Gli Stati Uniti sono spesso considerati come la coda dell'individualismo, tenendo presente che le società Europee tendono maggiormente a credere nello "spirito civico", negli investimenti di stato "socialisti", e nelle iniziative "publiche".[senza fonte]John Kenneth Galbraith propose una classica distinzione tra "il benessere personale e lo squallore pubblico" negli Stati Uniti, e "lo squallore personale e il benessere pubblico" in, ad esempio, Europa, e quindi una correlazione tra l'individualismo e i gradi di intervento nel settore pubblico e nella fiscalità.
L'Individualismo è stato spesso contrastato dal totalitarismo o dal collettivismo, poiché infatti si piò riscontrare un'ombra di quei comportamenti, che, da un livello sociale di una società fortemente individualista, attraverso le società miste (un termine che il Regno Unito ha fatto uso nel periodo successivo alla Seconda guerra mondiale), giunge ad una collettivista. Inoltre, diversi collettivisti (particolarmente sostinenori del collettivismo anarchico o del socialismo libertario) propongono una sostianzale differenza tra collettivismo di mentalità libertaria e le pratiche totalitarie.
Individualismo politico [modifica]
(EN)
« With the abolition of private property, then, we shall have true, beautiful, healthy Individualism. Nobody will waste his life in accumulating things, and the symbols for things. One will live. To live is the rarest thing in the world. Most people exist, that is all. »
| (IT)
« Con l'abolizione della proprietà privata, un domani, avremmo ottenuto un vero, bello e sano Individualismo. Nessuno sprecherà la propria vita per l'accumulare beni, e per i simboli delle cose stesse. Una persona vivrà. E vivere è la cosa più rara nel mondo. Più persone esistono, questo è tutto. »
|
(Oscar Wilde,
The Soul of Man under Socialism, 1891) |
Nella filosofia politica, la teoria individualista del governo asserisce che lo stato dovrebbe proteggere la libertà degli individui nella pratica così come questi vogliono, purché non infrangano la libertà altrui. Cio è in contrasto con le teorie politiche collettiviste, in cui, invece di lasciare le persone nel perseguire i propri scopi, lo Stato assicura che l'individuo serve all'intera società. Il termine fu utilizzato per descrivere le "iniziative individuali" e la "libertà dell'individuo." Questa teoria può essere ben descritta come "laissez faire", che in francese significa "lasciate fare [la gente]" "[per loro stessi che sanno come fare]".
Gli Individualisti sono principalmente interessati a tutelare l'autonomia individuale nei confronti degli obblighi imposti dalle istituzioni sociali (come lo stato). Molti individualisti credono nel proteggere la libertà della minoranza dalla volontà della maggioranza. Così, gli individualisti si oppongono ai sistemi democratici senza protezioni costituzionali esistenti, non permettendo che la libertà individuale debba essere limitata dagli interessi della maggioranza. Questi attivismi riguardano sia le libertà civili che economiche.
Per Susan Brown "Liberalismo e anarchismo sono due filosofie politiche che sono fondamentalmente in legame con la libertàindividuale ma differiscono tra loro in modi molto diversi. L'anarchismo condivide con il liberalismo un impegno radicale per la libertà individuale pur respingendo le relazioni competitive tra le propretà liberaliste."[13]
Liberalismo [modifica]
Per approfondire, vedi la voce Liberalismo. |
Il Liberalismo (dal latino liberalis, "della liberta; degno di un uomo libero, gentile, cortese, generoso"[14]) è credere nella importanza della libertà individuale. Questa convinzione è ampiamente accettata oggi in tutto il mondo, ed è stata riconosciuta come un valore importante da molti filosofi nel corso della storia. L'Imperatore Romano Marco Aurelio ha lodato "l'idea di un sistema politico amministrato in considerazione ai pari diritti e alla pari libertà di parola, e l'idea di un governo regale che rispetti la maggior parte di tutta la libertà dei governati".[15]
Il liberalismo moderno affonda le proprie radici nell'Illuminismo e respinge molte ipotesi fondamentali che hanno dominato la maggior parte delle teorie precedenti sul governo, come il Diritto divino dei re, lo stato ereditario, e la religione di stato. John Locke è stato spesso accreditato per i fondamenti filosofici del liberalismo moderno. Ha scritto che "nessuno deve danneggiare l'altro nella sua vita, nella salute, nella libertà, o nei beni."[16]
Nel XVII secolo le idee liberali cominciarono a influenzare i governi europei, in nazioni come Paesi Bassi, Svizzera, Inghilterra ePolonia, sebbene fossero fortemente in opposizione fra di loro, e spesso coinvolte in conflitti armati, da coloro i quali avevano favorito una monarchia assoluta e stabilito una religione di stato. Nel XVII secolo, in America, fu fondato il primo Stato liberale moderno, senza la presenza di un monarca o una aristocrazia ereditaria.[17] Nella "Dichiarazione di indipendenza" americana è inclusa la frase che "tutti gli uomini sono creati uguali, che essi sono dotati dal loro Creatore di alcuni diritti inalienabili, cui tra questi vi sono la vita, la libertà e il perseguimento della felicità, e per assicurare questi diritti, i governi sono istituiti dagli uomini, da i quali derivano i giusti poteri dal consenso dei governati".[18]
Il liberalismo esiste sotto diverse forme. Secondo John N. Gray, l'essenza del liberalismo è "la tolleranza dei credi differenti e delle altrettante idee, e su ciò si basa un equilibrio perfetto."[19]
Anarchismo [modifica]
Per approfondire, vedi la voce Anarchismo. |
L'Anarchismo è una filosofia politica che si basa sulle teorie e le attitudini che ritengono che lo stato sia non necessario, nocivo, o comunque indesiderato, e favoriscono invece una società senza stato o un'anarchia.[20][21][22][23][24][25] Gli anarchici individualisti possono disporre di criteri aggiuntivi per ciò che loro stessi concepiscono sia anarchico, e spesso vi è un ampio disaccordo su questi concetti. Secondo la The Oxford Companion to Philosophy, "Non esiste una unica definizione che tutti gli anarchici condividano, e quelli che vengono considerati anarchici nel migliore dei casi condividono un'idea di una famiglia unita."[26]
Anarchismo individualista [modifica]
Per approfondire, vedi la voce Anarco-individualismo. |
L'Anarchismo individualista si riferisce ad una di quelle diverse tradizioni di pensiero nel movimento anarchico che enfatizza l'individuo e il suo essere su qualsiasi tipo di fattori esterni, come gruppi, società, tradizioni e sistemi ideologici.[27][28] L'anarchismo individualista non è una filosofia unica, ma si riferisce ad un gruppo di filosofie individualistiche che talvolta sono in conflitto fra di loro. All'inizio le influenze dell'anarchismo individualista sono state il pensiero di William Godwin, Henry David Thoreau (transcendentalismo)[29], Josiah Warren ("sovranità dell'individuo"), Lysander Spooner ("diritto naturale"), Pierre Joseph Proudhon (mutualismo), Herbert Spencer ("legge dell'uguale libertà")[30] e Max Stirner (egoismo).[31] Da lì si espanse in Europa e negli Stati Uniti. Benjamin Tucker, un anarchico individualista famoso del XIX secolo, ha dichiarato che "se l'individuo ha il diritto di governare se stesso, ogni governo esterno è tirannia".[32]
Individualismo filosofico [modifica]
Egoismo etico [modifica]
Per approfondire, vedi la voce Egoismo. |
L'egoismo etico (anche semplicemente chiamato egoismo)[33] è una posizione etica normativa per cui l'ente morale dovrebbe muoversi in base ai propri interessi personali. Si differisce dall'egoismo psicologico, che afferma che la gente agisce solo in base ai propri interessi. L'egoismo etico si differenzia anche dall'egoismo razionale, che sostiene che semplicemente è razionale agire nei propri interessi personali. Queste concezioni di pensiero, tuttavia, possono essere combinate con l'egoismo etico.
L'egoismo etico è in contrasto con l'altruismo etico, il quale afferma che il garante morale ha l'obbligo di aiutare e servire gli altri. Sia l'egoismo che l'altruismo sono in disaccordo con l'utilitarismo etico, che afferma che il garante morale dovrebbe considerare i propri interessi (meglio noti come soggetti) senza avere alcun riguardo per gli altri (come fa l'egoismo, elevando i propri interessi e il proprio "io" su gli altri), ma allo stesso tempo un individuo non dovrebbe (come invece l'altruismo fa) sacrificare uno dei propri interessi per aiutare quelli degli altri, dal momento che uno degli interessi personali (ad esempio, un proprio desiderio o benessere) è sostanzialmente equivalente ai medesimi altrui. Egoismo, utilitarianismo, e altruismo sono tutte forme derivate dal consequenzialismo, ma l'egoismo e l'altruismo contrastano con l'utilitarianismo, giacché entrambi sono delle forme derivate dal consequenzialismo che come focalizzano sull'agente morale; anche se l’utilitarianismo viene definito neutrale verso l'agente (presentandosi come obbiettivo eimparziale), allo stesso modo è indifferente verso i bisogni individuali del soggetto stesso, così come non considera questi come uguali ai bisogni primari, ai desideri, o al benessere di tutti gli altri.
L’egoismo etico, tuttavia, non richiede agenti morali per ledere gli interessi e il benessere degli altri quando è artefice di una deliberazione morale; ad esempio, che cosa è presente negli interessi personali di un agente può essere dannoso per inciso, favorevole o neutrale nei suoi effetti sugli altri. L'individualismo permette che gli interessi e il benessere altrui siano presi o non, in considerazione, a patto che ciò che viene scelto sia efficace nel soddisfare gli interessi personali dell'agente stesso. Né l’egoismo etico comporta necessariamente che, nel perseguire gli interessi personali, si dovrebbe sempre fare ciò che si vuole; a lungo termine, la realizzazione di desidere a breve termine può risultare dannosa per il proprio io. Sulle parole di James Rachels, "l’egoismo etico [...] approva l’egocentrismo, ma non accetta la follia."[34]
L’egoismo etico è stato spesso la base filosofica per svariate dottrine quali il libertarianismo o l’anarco-individualismo come ad esempio si può riscontrare in Max Stirner, anche se nella sua filosofia si può riscontrare una leggera dose di altruismo.[35] Queste sono posizioni politiche basate in parte sul pensiero che gli individui non dovrebbero impedire coercitivamente agli altri di esercitare la propria libertà di azione.
Esistenzialismo [modifica]
Per approfondire, vedi la voce Esistenzialismo. |
Esistenzialismo è un termine applicato ai lavori di diversi filosofi del diciannovesimo e del ventesimo secolo i quali, nonostante le profonde differenze dottrinali,[36][37] generalmente concordano che il pensiero filosofico si debba focalizzare sull'affrontare le condizioni esistenziali di una persona, e i suoi relativi sentimenti, azioni, pensieri e responsabilità.[38][39] Verso gli inizi del XIX secolo, il filosofoSøren Kierkegaard, successivamente considerato come il padre dell'esistenzialismo,[40][41] asserì che l'individuo ha la sola responsabilità di dare un significato esistenziale alla propria vita e viverla con passione e sincerità,[42][43] nonostante tutti gli ostacoli esistenziali e le distrazioni tra cui la disperazione, la rabbia, le assurdità, l'alienazione, e la noia.[44]
I filosofi esistenziali successivi mantengono l'accento sull'idea di individuo, ma differiscono, in misura diversa, da come si realizza e cosa costituisce una vita appagante, quali gli ostacoli da superare, e quali i fattori esterni ed interni che sono coinvolti, tra cui le conseguenze potenziali dell'esistenza[45][46] do dell'inesistenza di Dio.[47][48] Molti esistenzialisti hanno anche trattato le discussioni della filosofia tradizionale o accademica, in entrambi gli stili e contenuti, come troppo astratte e distanti dalla concreta esperienza umana esistenziale.[49][50] L'esistenzialismo si diffuse e acquisì fascino negli anni successivi alle Guerre mondiali diventando un modo per ribadire l'importanza dell'individualità e della libertà umana.[51]
Umanismo [modifica]
Per approfondire, vedi la voce Umanismo. |
L'umanismo è una concezione comune ad un ampio raggio di posizioni etiche che danno valore alla dignità, alle preoccupazioni, e alle capacoità degli esseri umani, soprattutto alla razionalità. Sebbene il termine può assumere svariati significati, il suo significato entra nel suo obbiettivo quando entra in contrasto con il soprannaturale o fa ricorso all'idea di autorità.[52][53] Dal diciannovesimo secolo, l'umanismo è stato spesso associato con un anti-clericalismo ereditato dal diciottesimo secolo dai filosofi illuministi. Verso gli inizi del ventesimo secolo l'Umanismo tende fortemente ad accentuare i diritti umani, tra cui i diritti di riproduzione, l'eguaglianza fra i sessi, lagiustizia sociale, e la separazione fra Stato e Chiesa. Il termine arriva coprire religioni non-teistiche organizzate, umanismo secolare, e un atteggiamento di vita umanistico.[54]
Edonismo [modifica]
Per approfondire, vedi la voce Edonismo. |
L'Edonismo è una scuola di etica che sostiene che il piacere è l'unico valore intrinseco.[55] L'idea base dietro il pensiero edonista è che il piacere è l'unica cosa che è benefica per una persona. Tale termine viene spesso usato come giustificazione valutare in termini di quanto piacere e quanto leggero dolore (sofferenza) provocano le azioni. In termini semplici, un edonista cerca di massimizzare il piacere netto, e di ridurre più possibilmente il dolore.
Oggettivismo [modifica]
Per approfondire, vedi la voce Oggettivismo (Ayn Rand). |
L'Oggettivismo è un sistema filosofico creato della filosofa e novelista Ayn Rand (1905–1982) che afferma: la realtà esiste indipendente dalla coscienza; gli esseri umani guadagnano la conoscenza razionalmente dalla percezione attraverso il processo della formazione del concetto e tramite processi logici induttivi e deduttivi; lo scopo morale di una vita è la ricerca della propria felicità o dei propri interessi personali; l'unico sistema sociale consistente con questa moralità è enormemente rispettoso per i diritti individuali, incarnato sotto forma di un capitalismo che abbraccia l'etica del laissez faire; è il ruolo dell'arte nella natura umana è di trasformare le più ampie idee metafisiche dell'uomo, attraverso una selettiva riproduzione della realtà, in un'opera concreta che egli stesso può comprendere e che può rispondere emotivamente. L'oggettivismo celebra l'uomo come un proprio eroe, "con la felicità come il suo scopo morale principale nella sua vita, con la realizzazione produttiva come la sua più nobile attività, e la ragione come il suo unico principio assoluto."[56]
Anarchismo filosofico [modifica]
Per approfondire, vedi la voce Anarchismo filosofico. |
L'anarchismo filosofico è una scuola di pensiero anarchica[57] che sostiene che lo Stato sovrano manca di legittimità morale e - in contrasto con l'anarchismo revoluzionario - non invoca una rivoluzione violenta per eliminarlo ma predica un'evoluzione pacifica per superarlo.[58] Anche se l'anarchismo filosofico non necessariamente implica una qualsiasi azioni o desiderio per l'eliminazione dello Stato, gli anarchici filosofici non credono di avere l'obbligo o il dovere di obbedire allo Stato, o in teoria, che lo Stato ha il diritto di comandare.
L'anarchismo filosofico è un componente soprattutto dell'individualismo anarchico.[59] Tra i maggiori esponenti dell'anarchismo filosofico ritroviamo Mohandas Gandhi, William Godwin, Pierre-Joseph Proudhon, Herbert Spencer, Max Stirner[60] Benjamin Tucker,[61] e Henry David Thoreau.[62] Tra i filosofi anarchici contemporanei ritroviam John Simmons e Robert Paul Wolff.
Individualismo economico [modifica]
La dottrina dell'individualismo economico afferma che ciascun individuo dovrebbe essere autonomo nel prendere le proprie decisioni sul piano economico, al contrario di come potrebbe fare uno Stato, o la società, ossia che potrebbero stabilire decisioni per questo.
Liberalismo classico [modifica]
Per approfondire, vedi la voce Liberalismo. |
Il liberalismo classico è un'ideologia politica che si è sviluppata nel XIX secolo in Inghilterra, in Europa Occidentale, e nelle Americhe. Seguì le prime forme di liberalismo nel suo impegno per la libertà personale e al governo del popolo, ma differì dal liberalismo primitivo per via del suo impegno nello sviluppo del libero mercato e degli economisti classici.[63] Notevoli liberali classici del diciannovesimo secolo furono Jean-Baptiste Say, Thomas Malthus, e David Ricardo. Liberalismo classico rifiorì nel ventesimo secolo grazie a Ludwig von Mises e Friedrich Hayek, e successivamente si sviluppò grazie a Milton Friedman, Robert Nozick, Loren Lomasky, e Jan Narveson.[64]
La frase liberalismo classico è spesso usata per riferirsi a tutte le forme di liberalismo che sono sorte prima del XX secolo. E, dopo gli anni 70, questo termine iniziò ad essere di uso comune tra i libertini per descrivere il loro appoggio nel primato della libertà economica e del governo minimale. È spesso difficile stabilire quale significato è inteso in un discorso aperto.
Individualismo anarchico ed economia [modifica]
Riguardo alle questioni economiche dell'anarco-individualismo, all'interno di questa frangia, vi sono molti sostenitori del mutualismo(Pierre Joseph Proudhon, Emile Armand, prime teorie di Benjamin Tucker); delle posizioni favorevoli al diritto naturale (Benjamin Tucker (inizi), Lysander Spooner, Josiah Warren); e di "irrispettose" concezioni verso "fantasmi" quali proprietà privata e l'economia di mercato (Max Stirner, John Henry Mackay, Lev Chernyi, Benjamin Tucker (successivamente), Renzo Novatore, illegalismo).
Mutualismo [modifica]
Per approfondire, vedi la voce Mutualismo (economia). |
Il mutualismo è una scuola di pensiero anarchica che può essere rintracciata attraverso gli scritti di Pierre-Joseph Proudhon, che propone una società in cui ciascuna persona possiede dei mezzi di produzione, sia individualmente che collettivamente, con un commercio che costituisce l'importo equivalente del lavoro nel libero mercato.[65] Integrale allo schema fu l'establishment del credito bancario reciproco che darebbe ai produttori un tasso d'interesse minimo solo sufficiente a coprire i costi di amministrazione.[66] Il mutualismo si basa sulla teoria del valore lavoro che afferma che quando il lavoro o il suo prodotto viene venduto, in cambio, si dovrebbero ricevere prodotti o servizi recanti "la quantità di lavoro necessario per produrre un articolo della stessa utilità".[67] Ricevere di qualcosa di meno sarebbe considerato sfruttamento, furto di lavoro, o un'usura.
Socialismo libertario [modifica]
Per approfondire, vedi la voce Socialismo libertario. |
Il libertarismo socialista (meglio noto come libertarismo di sinistra[68][69]) è un termine largamente utilizzato per descrivere una differente visione della politica libertaria sotto svariati movimenti e teorici.
Il socialismo libertario, come sostenuto da teorici contemporanei come Peter Vallentyne, Hillel Steiner, e Michael Otsuka, è uns dottrina che ha un forte legame con la libertà personale e presenta una visione egualitaria sulle natural resources, sostenendo che è illegittimo per qualcuno proclamarsi una possiedimento privato di risorse a discapito altrui.[70][71] Alcuni libertini progressisti di questo genere sostengono una forma di ridistribuzione della ricchezza sulla base di una richiesta da parte di ciascun individuo che ha diritto ad una quota uguale di risorse naturali.[71] Anarco-socialisti, come Murray Bookchin,[72] anarco-comunisti[73] come Peter Kropotkin eanarco-collettivisti come Mikhail Bakunin, vengono spesso definiti socialisti libertari.[74] Noam Chomsky si è spesso definito come socialista libertario.[75] Partiti libertario-progressisti, come Green, condividono con il "socialismo tradizionale una sfiducia verso l'economia di mercato, gli investimenti privati, l'etica del successo, e l'impegno per l'espansione dello stato sociale."[76]
Liberismo di destra [modifica]
Per approfondire, vedi la voce Liberismo di destra. |
Libertarismo di destra o liberismo di destra è un termine usato per descrivere sia una forma non-collettivista del libertarismo[77] che una varietà di diverse concezioni liberali alcune etichettate sotto l'etichetta "di destra" del libertarismo tradizionale tra cui il "liberismo conservatore".
La Stanford Encyclopedia of Philosophy lo chiamata "libertarismo (o liberismo) conservatore" ma afferma: "Il libertarismo è spesso considerato come una dottrina 'di destra'. Questa, tuttavia, è un'incomprensione per via di due motivi. In primo luogo, più su un piano sociale che economico, il libertarismo tende ad essere 'di sinistra'. Si oppone alle leggi che vanno contro i rapporti sessuali consenzienti e privati tra adulti (a.e., rapporti omosessuali, sesso pre-mattrimoniale, e devianze sessuali), che limitano l'uso di stupefacenti, leggi che impongono pensieri o pratiche religiosi sugli individui, e un servizio militare compulsivo. In second luogo, in aggiunta alla meglio conosciuta versione del libertarismo — liberismo conservatore — ne esiste un'altra meglio conosciuta come 'socialismo libertario'. Entrambi approvano in pieno la proprietà privata, ma differiscono per quanto riguarda gli agenti che hanno competenze adeguate per delle inappropriate risorse naturali (terra, aria, acqua, ecc.)"[78]
Voci correlate [modifica]
- Anarchismo
- Anarco-individualismo
- Decadenza
- Edonismo
- Egoismo
- Individualismo aperto
- Individualismo metodologico
- Meritocrazia
Altri progetti [modifica]
- Wikizionario contiene la voce di dizionario «individualismo»
- Wikiquote contiene citazioni sull' individualismo
Note [modifica]
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CIVISMO :
Il fenomeno del civismo pone le sue radici nella crisi dei partiti italiani (con particolare riferimento a quelli di sinistra), per poi consolidarsi durante gli anni '90 con delle esperienze molto importanti in Friuli-Venezia Giulia, dove è stato eletto governatore della regione nel 2003 Riccardo Illy, un esponente della società civile, ed a Bari, con la nascita dell’associazione Città Plurale. Nella prospettiva elettorale questo movimento esprime i propri candidati tramite la costruzione di liste civiche, le quali possono essere classificate in tre categorie. La prima è l’espressione di una cittadinanza attiva e partecipata, dove i candidati vengono scelti tra i gruppi di cittadini che più si sono impegnati nel lavoro sul loro territorio. Questa tipologia di scelta è senz’altro la più corretta e quella che poi storicamente ha garantito buone performance elettorali. Un’altra alternativa, invece, può essere la costruzione della lista attorno alla figura forte di un candidato, il più delle volte nominato da un partito. In questo caso, due sono gli scenari possibili: o il movimento civico decide di appoggiare in maniera spontanea il personaggio di punta della coalizione, e quindi creando autonomamente una lista che lo supporti a forte componente civica, oppure questa viene pilotata nella sua costruzione dagli organi dei partiti, riscontrando uno scarso appoggio popolare. Infine, nei piccoli comuni, specialmente sotto i 5000 abitanti, spesso si è riscontrata la trasformazione dei grandi partiti in piccole liste civiche, con consensi variabili a seconda del coinvolgimento attivo dei cittadini.
Cronologia dei movimenti civici [modifica]
I movimenti civici hanno ottenuto importanti, seppur circoscritti, risultati territoriali. A seguito di una presa di coscienza della necessità di dare corpo ad un’anima nazionale a questo fenomeno, partono i lavori per la costituzione di un nucleo centrale organizzativo.
- 2002: Primo tentativo di creazione di un coordinamento della rete delle liste civiche a Roma, promosso dall’allora consigliere comunale Roberto Alagna, attualmente capogruppo della Lista Civica nella Regione Lazio.
- 2003: Conseguentemente ad una meticolosa sintesi delle varie esperienze locali nell’arco dell’anno, finalmente s’incontrano 200 liste civiche che eleggono il primo coordinamento nazionale.
- 2004: La rete nazionale definisce i suoi principi ed obiettivi stilando una Carta dei Valori.
- 2005: Alle consultazioni elettorali nelle regioni di Veneto, Piemonte, Marche e Lazio vengono presentate delle liste civiche che riescono ad ottenere diversi seggi nel Consiglio Regionale.
- 2006: L’Unione (la coalizione di centrosinistra guidata da Prodi) rifiuta la proposta di apparentamento con la neo costituita lista Cittadini per il Presidente, la quale si proponeva di appoggiare il futuro governo con una rappresentanza di cittadini indipendenti, espressione dei gruppi civici territoriali.
- 2007: In ottobre, a Roma, si svolge la manifestazione popolare di Piazza Farnese, per rilanciare il progetto di federare i gruppi presenti nelle varie regioni in una Lista Civica Nazionale, con l’obiettivo di creare un nuovo soggetto politico.
- 2008: La politica italiana effettua un’importante svolta, imponendo con la nuova legge elettorale un bipartitismo di fatto per le nuove elezioni previste per metà aprile, dopo la caduta del governo Prodi avvenuta all’inizio di marzo. Tenuto presente questo cambiamento il movimento civico nazionale si accorda con Italia dei Valori (l’unica organizzazione sensibile alla richiesta di rappresentanza da parte di cittadini non legati a schemi partitici) per posizionare all’interno delle sue liste candidati indipendenti, soggetti referenti alle realtà civiche italiane. Gli eletti grazie a questa operazione sono il Parlamentare Franco Barbato ed il Senatore Pancho Pardi.
Il simbolo [modifica]
Il simbolo con cui le liste civiche si presentano alle consultazioni elettorali è quello della Città ideale, approvato dall’assemblea del 2005. Il logo ha un elevato valore simbolico, in quanto trasmette lo stimolo di lavorare per la qualità della vita comunitaria, per una città a misura d’uomo, dove i cittadini possano associarsi liberamente per gestire come meglio credono l’ambiente nel quale vivono.
Iniziative sociali promosse [modifica]
I gruppi civici sono sensibili alle tematiche sociali, ambientali e di trasparenza politica. Possiamo ricordare, a Roma, l’istituzione delDifensore civico, figura di mediazione tra l’amministrazione locale e le esigenze dei cittadini, attivabile direttamente dietro ricorso del singolo. In Friuli-Venezia Giulia la lista civica regionale ottenne la creazione del Libro Bianco sulle nomine degli incarichi pubblici nella loro regione, con tanto di nominativo, curriculum e partito di provenienza. Anche nel Sud Italia si possono ricordare degli importanti obiettivi raggiunti dai movimenti locali: in Sardegna si riuscì a vietare l’edificazione a meno di 2 km di distanza dalle spiagge, mentre a Bari ci fu un'enorme mobilitazione cittadina contro Punta Perotti, che portò alla demolizione dell'ecomostro.
EGOISMO :
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Per egoismo si intende un insieme di comportamenti finalizzati unicamente, o in maniera molto spiccata, al conseguimento dell'interesse del soggetto che ne è autore, il quale persegue i suoi fini anche a costo di danneggiare, o comunque limitare, gli interessi del prossimo (questa è già un'accezione peggiorativa dell'egoismo). La radice del termine è la parola latina ego, che significa io. Il comportamento opposto all'egoismo è l'altruismo.
Kant riconosce un egoismo logico, attraverso il quale un soggetto reputa del tutto superfluo sottoporre le proprie idee alla verifica di quelle altrui, superandone in questo modo l'eventuale dissenso; un egoismo estetico, nel quale il principio universale del bello è unicamente formato dal gusto personale di chi lo idealizza; un egoismo morale, in cui il beneficio personale diventa il fine unico del comportamento.
I comportamenti egoistici possono a volte degenerare in forme patologiche, determinando condizioni di solitudine sociale che possono sfociare persino nel suicidio (il "suicidio egoistico" teorizzato da Émile Durkheim).
In sociologia e politica si parla a volte di "egoismo sociale", con riferimento a gruppi di persone che, sentendosi avvantaggiate, di solito economicamente, rispetto ad altri gruppi di persone appartenenti alla loro stessa compagine sociale, si adoperano per mantenere ed ampliare il proprio stato di vantaggio, per esempio appoggiando le organizzazioni politiche e sindacali più conservatrici. L'opposto dell'egoismo sociale è la solidarietà.
Altra interpretazione la si ha per l'egoismo cosciente in Friedrich Nietzsche, in (minima) parte riconducibile ai concetti di volontà di potenza e oltreuomo, concetti comunque complessi e non sintetizzabili in brevi definizioni.
Sarà soprattutto Max Stirner a ribaltare completamente i presupposti etici morali e sociali di egoismo. La libertà, unica, dell'individuo è teoricamente infinita e senza confini, io individuo e solo io posso sottoporla a dei limiti. Di fronte al singolo tutto si connota come proprietà di esso. È una proprietà estendibile tanto quant'è il potere in possesso dell'unico. Tutto ciò che sta intorno all'unico, quindi anche gli altri unici, non sono che mezzi per l'esercizio del suo potere per il soddisfacimento della sua volontà. Per sfruttare la mia libertà posso usare, correttamente, ogni mezzo, addirittura l'ipocrisia e l'inganno.
Indice[nascondi] |
Egoismo etico [modifica]
Per approfondire, vedi la voce Individualismo. |
L'egoismo etico (anche semplicemente chiamato egoismo)[1] è una posizione etica normativa per cui l'ente morale dovrebbe muoversi in base ai propri interessi personali. Esso differisce dall'egoismo psicologico, che afferma che la gente agisce solo in base ai propri interessi. L'egoismo etico si differenzia anche dall'egoismo razionale, il quale sostiene che semplicemente è razionale agire nei propri interessi personali. Queste concezioni di pensiero, tuttavia, possono essere combinate con l'egoismo etico.
L'egoismo etico è in contrasto con l'altruismo etico, il quale afferma che il garante morale ha l'obbligo di aiutare e servire gli altri. Sia l'egoismo che l'altruismo sono in disaccordo con l'utilitarianismo etico, che afferma che il garante morale dovrebbe considerare i propri interessi (meglio noti come soggetti) senza avere alcun riguardo per gli altri (come fa l'egoismo, elevando i propri interessi e il proprio "io" su gli altri), ma allo stesso tempo un individuo non dovrebbe (come invece l'altruismo fa) sacrificare uno dei propri interessi per aiutare quelli degli altri, dal momento che uno degli interessi personali (ad esempio, un proprio desiderio o benessere) è sostanzialmente equivalente ai medesimi altrui. Egoismo, utilitarianismo, e altruismo sono tutte forme derivate dalconsequenzialismo, ma l'egoismo e l'altruismo contrastano con l'utilitarianismo, giacché entrambi sono delle forme derivate dal consequenzialismo che come focalizzano sull'agente morale; anche se l’utilitarianismo viene definito neutrale verso l'agente (presentandosi come obbiettivo e imparziale), allo stesso modo è indifferente verso i bisogni individuali del soggetto stesso, così come non considera questi come uguali ai bisogni primari, ai desideri, o al benessere di tutti gli altri.
L’egoismo etico, tuttavia, non richiede agenti morali per ledere gli interessi e il benessere degli altri quando è artefice di una deliberazione morale; ad esempio, che cosa è presente negli interessi personali di un agente può essere dannoso per inciso, favorevole o neutrale nei suoi effetti sugli altri. L'individualismo permette che gli interessi e il benessere altrui siano presi o non, in considerazione, a patto che ciò che viene scelto sia efficace nel soddisfare gli interessi personali dell'agente stesso. Né l’egoismo etico comporta necessariamente che, nel perseguire gli interessi personali, si dovrebbe sempre fare ciò che si vuole; a lungo termine, la realizzazione di desidere a breve termine può risultare dannosa per il proprio io. Sulle parole di James Rachels, "l’egoismo etico [...] approva l’egocentrismo, ma non accetta la follia."[2]
L’egoismo etico è stato spesso la base filosofica per svariate dottrine quali il libertarianismo o l’anarco-individualismo come ad esempio si può riscontrare in Max Stirner, anche se nella sua filosofia si può riscontrare una leggera dose di altruismo.[3] Queste sono posizioni politiche basate in parte sul pensiero che gli individui non dovrebbero impedire coercitivamente agli altri di esercitare la propria libertà di azione.
Egoismo psicologico [modifica]
L'egoismo psicologico è la concezione per cui gli esseri umani sono sempre motivati dai propri interessi legittimi, anche in azioni che sembrano mostrarsi come atti di altruismo. Afferma che, quando le persone decidono di aiutare gli altri, alla fine lo fanno semplicemente per ricavarne dei benifici personali, che gli individui stessi si aspettano di ottenere, direttamente o indirettamente, dal fare ciò. Tuttavia, questa visione è strettamente legata ad altre forme di egoismo, come l'egoismo etico o l'egoismo razionale. È una visione non convenzionale, giacché si pone solo delle questioni su come le cose appaiono, e non come dovrebbero essere.
Una forma specifica dell'egoismo psicologico è l'edonismo psicologico, l'idea per cui il motivo finale di ciascuna azione delle volontà umana è il desiderio di sperimentare il piacere o di evitare il dolore. Molti dibattitti sull'egoismo psicologico si concentrano su questa diversità, ma entrambi non sono la stessa cosa: si può ritenere che tutte le azioni sono strettamente motivate da considerazioni di interesse esclusivamente personale senza pensare che tutti gli agenti concepiscano i propri interessi in termini di sensazioni di piacere e dolore.[4]
L'egoismo psicologico è controverso. I fautori sostengono che ciò sia vero sia perché è stabilito da riflessioni sulla psicologia umana[5] sia su semplici prove empiriche[6].
Egoismo razionale [modifica]
In etica, l'egoismo razionale (chiamato anche egotismo) è il principio per cui un'azione è razionale se e solo si enfatizzano gli interessi personali di un individuo[7]. Tale forma di pensiero è una concezione normativa dell'egoismo. Tuttavia, è diverso dalle altre forme di egoismo, come l'egoismo etico e psicologico.[7] Mentre l'egoismo psicologico si muove in base al motivo e quello etico sullamoralità, l'egoismo razionale è una visione riguardo alla razionalità. L'egoismo etico inoltre si differenzia dall'amoralità.
Voci correlate [modifica]
Altri progetti [modifica]
Note [modifica]
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- ^ See Bentham 1789. Thomas Hobbes is also often read as a psychological egoist, but this is fairly controversial, especially in respect of whether or not he used it to ground his moral theory. See Gert (1967) and Lloyd & Sreedhar (2008).
- ^ Slote, M. A. (1964). "An Empirical Basis for Psychological Egoism," Journal of Philosophy 61: 530-537
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