Il Colonnello Mu`ammar GHEDDAFI : 40 anni di potere concentrato nelle mani di un uomo molto vicino agli affari italiani
Muʿammar Gheddafi | |
---|---|
Guida della Rivoluzione Libica | |
In carica | |
Inizio mandato | 1º settembre 1969 (deposto dal CNT, non riconosciuto dalla maggioranza degli Stati facenti parti dell'ONU) |
Predecessore | Sayyid Hasan I (Re di Libia) |
Successore | carica soppressa |
Primo Ministro della Libia | |
Durata mandato | 16 gennaio 1970 – 16 luglio 1972 |
Predecessore | Mahmud Sulayman al-Maghribi |
Successore | ʿAbd al-Ḥāziẓ Ghōqa |
Presidente dell'Unione Africana | |
Durata mandato | 2 febbraio 2009 – 31 gennaio 2010 |
Predecessore | Jakaya Mrisho Kikwete |
Successore | Bingu wa Mutharika |
Dati generali | |
Firma |
Muʿammar Abū Minyar ʿAbd al-Salām al-Qadhdhāfī (in arabo:معمر القذافي, Muʿammar al-Qadhdhāfī ), spesso reso in italiano con il nome Muammar Gheddafi, (Sirte, 7 giugno 1942) è unpolitico e militare libico.
Di fatto è stato, per oltre un quarantennio, la massima autorità del proprio paese, fino alla sua deposizione da parte del Consiglio nazionale di transizione (CNT) durante la Guerra civile libica del 2011; questo pur non avendo mai ricoperto stabilmente alcun incarico ufficiale ma essendosi fregiato soltanto del titolo onorifico di Guida della Rivoluzione. Egli è stato infatti la guida ideologica del colpo di stato militare (definito dal regime "rivoluzione") che il 1º settembre 1969 portò alla caduta della monarchia (accusata di essere filo-occidentale) del re Idris I di Libia.
Di fatto è stato, per oltre un quarantennio, la massima autorità del proprio paese, fino alla sua deposizione da parte del Consiglio nazionale di transizione (CNT) durante la Guerra civile libica del 2011; questo pur non avendo mai ricoperto stabilmente alcun incarico ufficiale ma essendosi fregiato soltanto del titolo onorifico di Guida della Rivoluzione. Egli è stato infatti la guida ideologica del colpo di stato militare (definito dal regime "rivoluzione") che il 1º settembre 1969 portò alla caduta della monarchia (accusata di essere filo-occidentale) del re Idris I di Libia.
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[modifica]Biografia
[modifica]Origini e infanzia
Nasce a Sirte, che al tempo è parte della provincia italiana di Misurata, in una famiglia islamica di cui però non si conosce molto. Al riguardo, nel 2009, un'anziana signora israeliana di origine libica, tal Rachel Tammam, ha affermato che Gheddafi avrebbe anche una discendenza ebraica in quanto figlio di sua zia Razale Tammam (un'ebrea di Bengasi che, poco dopo la maggiore età, avrebbe sposato un uomo musulmano, scontrandosi contro la volontà del padre)[1]; questa voce relativa alle possibili origini ebraiche del leader libico, che ha circolato ormai da tempo, non è però mai stata dimostrata in modo inequivocabile dagli storici, dando adito al dubbio che si tratti di una pura e semplice fantasia.
All'età di sei anni Muammar rimane coinvolto in un grave incidente, durante il quale perde due suoi cugini e rimane ferito ad un braccio, questo a causa dell'esplosione di una mina risalente al periodo bellico[2].
Tra il 1956 e il 1961 frequenta la scuola coranica di Sirte, in cui viene a contatto con le idee panarabe di Gamal Abd el-Nasser e alle quali aderisce con entusiasmo.
Nel 1968 decide di iscriversi all'Accademia Militare di Bengasi. Una volta concluso il corso e dopo un breve periodo di specializzazione inGran Bretagna, comincia la propria carriera nell'esercito ricevendo la nomina a capitano all'età di 27 anni.
Tra il 1956 e il 1961 frequenta la scuola coranica di Sirte, in cui viene a contatto con le idee panarabe di Gamal Abd el-Nasser e alle quali aderisce con entusiasmo.
Nel 1968 decide di iscriversi all'Accademia Militare di Bengasi. Una volta concluso il corso e dopo un breve periodo di specializzazione inGran Bretagna, comincia la propria carriera nell'esercito ricevendo la nomina a capitano all'età di 27 anni.
Insoddisfatto del governo guidato dal re Idris I, giudicato da Gheddafi e da numerosi ufficiali troppo servile nei confronti di Stati Uniti eFrancia, il 26 agosto del 1969 si pone alla guida del colpo di Stato organizzato contro il sovrano, che porta, il 1º settembre dello stesso anno, alla proclamazione della Repubblica, guidata da un Consiglio del Comando della Rivoluzione composto da 12 militari di tendenze panarabe filo-nasseriane (i cosiddetti "Liberi Ufficiali Unionisti": inarabo: الضباط الوحدويين الأحرار , al-Ḍubbāṭ al-waḥdawiyyīn al-aḥrār). Gheddafi, che nel frattempo si è autopromosso al grado dicolonnello e si è messo a capo di tale Consiglio, instaura in Libia un regime che, progressivamente, si trasforma in una vera e propriadittatura .
[modifica]Anni sessanta, settanta e ottanta
Una volta al potere, Gheddafi fa approvare dal Consiglio una nuovaCostituzione, da lui definitaaraba, libera e democratica. La Libia (chiamata per volere di Gheddafi Jamāhīriyya, neologismo coniato per l'occasione a partire dal termine arabo jumhūr, il cui plurale jamāhīr significa "masse") non si può però considerare unademocrazia, non essendovi concesse, se non altro, molte libertà politiche (tra cui, per esempio, il multipartitismo).
La politica della prima parte del governo Gheddafi viene definita dai suoi sostenitori una "terza via" rispetto al comunismo e alcapitalismo, nella quale egli cerca di coniugare i principi delpanarabismo con quelli della socialdemocrazia. Gheddafi decide di esporre le proprie visioni politiche e filosofiche nel suo Libro verde(esplicito ammiccamento al Libretto rosso di Mao Tse-tung), che pubblica nel 1976. Dal titolo prende spunto anche il colore della seconda bandiera libica del regime gheddafiano (ma terza, in ordine di tempo, per lo Stato libico, considerando come prima quella dell'età monarchica) che infatti, da tricolore uguale a quello egiziano (adottato tra il 1969 e il 1977) diventa completamente verde, richiamando anche la religione musulmana, dato che il colore verde è considerato dai musulmani il colore tipico della famiglia del profeta Maometto.
La politica della prima parte del governo Gheddafi viene definita dai suoi sostenitori una "terza via" rispetto al comunismo e alcapitalismo, nella quale egli cerca di coniugare i principi delpanarabismo con quelli della socialdemocrazia. Gheddafi decide di esporre le proprie visioni politiche e filosofiche nel suo Libro verde(esplicito ammiccamento al Libretto rosso di Mao Tse-tung), che pubblica nel 1976. Dal titolo prende spunto anche il colore della seconda bandiera libica del regime gheddafiano (ma terza, in ordine di tempo, per lo Stato libico, considerando come prima quella dell'età monarchica) che infatti, da tricolore uguale a quello egiziano (adottato tra il 1969 e il 1977) diventa completamente verde, richiamando anche la religione musulmana, dato che il colore verde è considerato dai musulmani il colore tipico della famiglia del profeta Maometto.
In nome del Nazionalismo arabo, decide di nazionalizzare la maggior parte delle proprietà petrolifere straniere, di chiudere le basi militari statunitensi e britanniche, in special modo la base "Wheelus", ridenominata "ʿOqba bin Nāfiʿ" (dal nome del primo conquistatore arabo-musulmano delle regioni nordafricane) e di espropriare tutti i beni delle comunità italiana ed ebraica, espellendole dal paese.
Infatti, proprio fra le primissime iniziative del regime di Gheddafi, c'è l'adozione di misure sempre più restrittive nei confronti della popolazione italiana che era rimasta a vivere in quella che era stata laex-colonia, limitazioni che culminano con il decreto di confisca del 21 luglio 1970 emanato per "restituire al popolo libico le ricchezze dei suoi figli e dei suoi avi usurpate dagli oppressori". Gli italiani vengono pertanto privati di ogni loro bene, compresi i contributi assistenziali versati all'INPS e da questo trasferiti, in base ad un accordo, all'istituto libico corrispondente, e sono sottoposti a progressive restrizioni che culminano con la costrizione a lasciare il Paese entro il 15 ottobre del 1970[3]. Dal 1970, ogni 7 ottobre in Libia si celebra il “Giorno della vendetta”, in ricordo del sequestro di tutti i beni e dell'espulsione di 20.000 italiani.
In politica estera, il regime libico diventa finanziatore dell'OLP diYasser Arafat nella sua lotta contro Israele, inoltre, si fa spesso propugnatore di un'unione politica tra i tanti Stati islamici dell'Africa, caldeggiando in particolare, nei primi anni settanta, un'unione politica con la Tunisia; la risposta negativa dell'allora presidente tunisinoBourguiba fa però tramontare questa ipotesi. Sempre nel medesimo periodo, e per molti anni successivi, Gheddafi è uno dei pochi leader internazionali che continuano a sostenere i dittatori Idi Amin Dada eBokassa (quest'ultimo però soltanto nel periodo in cui si dichiarò musulmano), mentre non verrà mai dimostrato un suo coinvolgimento nella misteriosa scomparsa in Libia, nel 1978, dell'Imam sciita Musa al-Sadr (di cui non apprezza i tentativi di pacificazione del Libano) e neppure il suo fattivo sostegno al combattente palestinese Abu Nidale alla sua organizzazione para-militare, organizzatori, tra l'altro, dellaStrage di Fiumicino nel 1985. In quest'ultimo caso la Libia smentisce ogni suo coinvolgimento ma non manca di rendere ufficialmente onore ai terroristi attori di tale attentato.
Dal 16 gennaio 1970 al 16 luglio 1972 Gheddafi è anche, ad interim, primo ministro della Libia, prima di lasciare il posto a ʿAbd al-Salām Jallūd. Nel 1977, grazie ai maggiori introiti derivanti dal petrolio, il regime decide di dotare la propria nazione di nuove strade, ospedali, acquedotti ed industrie. Proprio sull'onda della popolarità di tale politica, nel 1979, Gheddafi rinuncia a ogni carica ufficiale, pur rimanendo l'unico vero leader del paese, serbandosi il solo l'appellativo onorifico di "Guida della Rivoluzione".
Negli anni ottanta avviene un'ulteriore radicalizzazione nelle scelte di politica internazionale. La sua ideologia anti-israeliana e anti-americana lo porta a sostenere gruppi terroristi, quali ad esempio l'IRA irlandese e il Settembre Nero palestinese. Viene anche accusato dall'Intelligence statunitense di essere l'organizzatore degli attentati in Sicilia, Scozia e Francia, anche se per questi atti si è sempre proclamato estraneo.
Si rende, altresì, sicuramente responsabile del lancio di un missile contro le coste siciliane, atto che fortunatamente non provoca danni.
Il suo regime, pertanto, diviene il nemico numero uno degli Stati Uniti d'America ed è progressivamente emarginato dalla NATO. Questa tensione prelude, il 15 aprile 1986, al blitz militare sulla Libia per volere del presidente statunitense Ronald Reagan: un massiccio bombardamento ferisce mortalmente la figlia adottiva di Gheddafi, ma lascia indenne il colonnello, che poi si scoprirà essere stato preventivamente avvertito delle intenzioni statunitensi da Bettino Craxi, allora Presidente del Consiglio italiano[4].
Si rende, altresì, sicuramente responsabile del lancio di un missile contro le coste siciliane, atto che fortunatamente non provoca danni.
Il suo regime, pertanto, diviene il nemico numero uno degli Stati Uniti d'America ed è progressivamente emarginato dalla NATO. Questa tensione prelude, il 15 aprile 1986, al blitz militare sulla Libia per volere del presidente statunitense Ronald Reagan: un massiccio bombardamento ferisce mortalmente la figlia adottiva di Gheddafi, ma lascia indenne il colonnello, che poi si scoprirà essere stato preventivamente avvertito delle intenzioni statunitensi da Bettino Craxi, allora Presidente del Consiglio italiano[4].
Il 21 dicembre del 1988 esplode un aereo passeggeri sopra la cittadina scozzese di Lockerbie, dove periscono tutte le 259 persone a bordo oltre a 11 cittadini di Lockerbie. Prima dell'11 settembre 2001, questo è l'attacco terroristico più grave mai avvenuto. L'ONUattribuisce alla Libia la responsabilità dell'attentato aereo, chiedendo al governo di Tripoli l'arresto di due suoi cittadini accusati di esservi direttamente coinvolti. Al netto e insindacabile rifiuto di Gheddafi, leNazioni Unite approvano la Risoluzione 748, che sancisce un pesante embargo economico contro la Libia, la cui economia si trova già in fase calante. Solo nel 1999, con la decisione da parte libica di cambiare atteggiamento nei confronti della comunità internazionale, Tripoli accetta di consegnare i sospettati di Lockerbie: Abdelbaset ali Mohamed al-Megrahi viene condannato all'ergastolo nel gennaio 2001da una corte scozzese, mentre al-Amin Khalifa Fhimah viene assolto[5]. Nel febbraio 2011, intervistato dal quotidiano svedeseExpressen, l'ex ministro della giustizia Mustafa Abd al-Jalil ha ammesso le responsabilità dirette del colonnello Gheddafi nell'ordinare l'attentato del 1988 al Volo Pan Am 103[6][7].
[modifica]Dal 1990 a oggi
A partire dai primi anni novanta, Gheddafi decide un ulteriore cambiamento del ruolo del suo regime all'interno dello scacchiere internazionale; condanna l'invasione dell'Iraq ai danni del Kuwait nel1990 e successivamente sostiene le trattative di pace tra Etiopia edEritrea. Quando anche Nelson Mandela fa appello alla "Comunità Internazionale", a fronte della disponibilità libica di lasciar sottoporre a giudizio gli imputati libici della strage di Lockerbie e al conseguente pagamento dei danni provocati alle vittime, l'ONU decide di ritirare l'embargo alla Libia (primavera del 1999).
Nei primi anni duemila, proprio questi ultimi sviluppi della politica libica, portano Gheddafi ad un riavvicinamento agli USA e alle democrazie europee, con un conseguente allontanamento dall'integralismo islamico. Grazie a questi passi il presidente statunitense George W. Bush decide di togliere la Libia dalla lista degli Stati Canaglia (di cui fanno parte Iran, Siria e Corea del Nord) portando al ristabilimento di pieni rapporti diplomatici tra Libia e Stati Uniti.
Nel 2004, il Mossad, la CIA e il Sismi individuano una nave che trasporta la prova che il regime libico sia in possesso di un arsenale di armi di distruzione di massa. Invece di rendere pubblica la scoperta e sollevare uno scandalo, Stati Uniti e Italia pongono a Gheddafi unultimatum che viene accettato.[8]
[modifica]Giugno 2009, visita ufficiale in Italia e polemiche
Per approfondire, vedi la voce Trattato di Bengasi. |
Il 10 giugno 2009 Gheddafi si reca per la prima volta in Italia in visita di Stato, ove soggiorna tre giorni, seppur fra molte polemiche e contestazioni. Il leader libico viene ricevuto al Campidoglio, a La Sapienza (dove subisce la contestazione degli studenti del movimento dell'Onda[9]), alla sede di Confindustria e incontra le massime cariche italiane. Durante la visita di stato mostra, appuntata sulla divisa militare, una foto dell'eroe della resistenza libica antitaliana Omar al-Mukhtar, suscitando interesse e qualche perplessità.[10]
Particolarmente ostili all'accoglienza trionfale preparata per il leaderlibico da parte del governo sono i Radicali Italiani, che con il deputatoMatteo Mecacci e il senatore Marco Perduca (entrambi membri delladelegazione Radicale nel PD) organizzano manifestazioni di protesta, in aula del Senato e fuori[11].
Queste proteste fanno sì che la sede dove il colonnello Gheddafi dovrebbe tenere il suo discorso sia spostata dal Senato alla meno prestigiosa sala Zuccari di Palazzo Giustiniani[12].
Il discorso pronunciato dal colonnello l'11 giugno 2009 desta comunque molte polemiche per alcuni dei suoi passaggi:
« Gli Stati Uniti sono terroristi come Bin Laden, hanno fatto dell'Iraq un Paese islamico e le dittature non sono un problema se fanno il bene della gente[13] » |
« Quale differenza c'è tra l'attacco degli americani nel 1986 contro le nostre case e le azioni terroristiche di Bin Laden?[14] » |
Il 16 novembre 2009 Gheddafi torna in Italia, a Roma, per partecipare a un incontro della Fao. Durante il suo soggiorno romano, organizza alcuni dibattiti su Islam e Corano a circa cinquecento ragazzehostess, raccogliendo 104 adesioni, regolarmente stipendiate per la presenza[15].
[modifica]L'incidente diplomatico con la Svizzera
Per approfondire, vedi la voce Crisi diplomatica fra Svizzera e Libia (2008-2010). |
Le relazioni economiche fra Svizzera e Libia vengono di fatto interrotte il 24 luglio 2008 quando a Ginevra viene arrestato Hānnībāl al-Qadhdhāfī, figlio del dittatore libico Mu'ammar Gheddafi per violenza nei confronti di due domestici provenienti dal Marocco alle sue dipendenze. Il volume degli scambi fra i due paesi precipita. Il regime di Gheddafi decreta un embargo nei confronti della Svizzera e giunge a minacciarne direttamente l'esistenza proponendo lo smembramento del paese alpino all'Assemblea generale dell'ONU. Per rappresaglia all'arresto di Hānnībāl al-Qadhdhāfī, in Libia vengono arrestati e poi rapiti due ingegneri svizzeri, Max Göldi e Rashid Hamdani. Durante tutta la durata della crisi, il regime di Gheddafi incassa il sostegno dei paesi della Lega araba, di Malta e soprattutto dell'Italia. La Svizzeraottiene una benevola neutralità da parte americana, il sostegno dei diplomatici dei paesi dell'Europa occidentale di stanza in Libia e una mediazione neutrale da parte di Spagna e Germania che portarono al rimpatrio degli ostaggi.
[modifica]Agosto 2010, seconda visita ufficiale in Italia e nuove polemiche
Il 29 agosto 2010 Gheddafi inizia un nuovo soggiorno in Italia per celebrare il secondo anniversario della firma del Trattato di Amicizia fra Italia e Libia. Malgrado la sua mancanza di qualificazione per quanto riguarda le cosiddette "scienze religiose" (ʿulūm dīniyya), anche durante questo suo soggiorno romano, organizza alcune "lezioni" di Islam e Corano a quasi 500 ragazze hostess, regolarmente stipendiate per la presenza. «L'Islam dovrebbe diventare la religione di tutta l'Europa» ha apostrofato Gheddafi le ragazze. Tre ragazze, due italiane e una spagnola, si sono presentate con il velo perché si erano convertite all'Islam.[16]
Anche in questo caso la presenza del leader libico in Italia suscita notevoli polemiche. In particolare il senatore Marco Perduca (Lista Emma Bonino - PD) e i Radicali Italiani protestano per la permanenza nella caserma dei carabinieri dedicata all'eroe italiano "Salvo D'Acquisto"[17]. Per contrastare la permanenza di Gheddafi in questa caserma viene persino organizzato un flash mob[18].
[modifica]Guerra civile del 2011
Per approfondire, vedi la voce Guerra civile libica. |
Nel 2011, il procuratore del Tribunale Penale Internazionale, Luis Moreno Ocampo, chiede alla corte penale l'incriminazione di Gheddafi per crimini contro l'umanità, insieme al figlio Sayf al-Islām Gheddafi e al capo dei servizi segreti libici Abd Allah Senussi[19]. La richiesta di incriminazione nasce dalle prove raccolte sui comportamenti messi in atto per la repressione della rivolta libica del 2011[19].
[modifica]Vita personale
La prima moglie di Gheddafi Fatiha è un'insegnante, sposata nel1969. Cronache del tempo raccontano come i due non si fossero mai incontrati prima della data dello sposalizio. Dalla loro unione nasce un solo figlio e, dopo sei mesi di matrimonio, Gheddafi decide di separarsi per sposare la seconda moglie Safia Farkash, nata al-Brasai ed ex-infermiera di origini ungheresi (Farkas in ungherese vuol dire lupo ed è un cognome assai diffuso); i due si conoscono inBosnia, a Mostar, città di origine della donna dove la famiglia si era trasferita ai tempi in cui il nonno di lei era direttore scolastico[20].
Gheddafi ha avuto 8 figli, sette dei quali maschi.
Il figlio maggiore è Muhammad al-Qadhdhāfī, l'unico nato dalla sua prima moglie Fatiha; ricopre la carica di presidente del Comitato Olimpico Nazionale ed è presidente di Libyana, una dei due operatori di telefonia mobile posseduta dalla General Post and Telecommunication Company.
Il secondogenito è Sayf al-Islam al-Qadhdhāfī, nato nel 1972 dall'attuale moglie e ritenuto colui che sarebbe dovuto diventare ildelfino del colonnello. Architetto, collaboratore politico del padre dopo esserne stato designato erede alla presidenza nel 1995, nel 2006, avendo criticato il regime del padre, con la richiesta di attuare riforme in senso democratico, cade momentaneamente in disgrazia e va a vivere all'estero, a Londra, dove consegue un master presso la London School of Economics (Lse) con una tesi, che poi si scopre essere stata copiata, inerente alla natura anti-democratica della governance globale. Ritorna in Libia insediandosi inizialmente alla presidenza della Fondazione caritatevole di famiglia ma, nonostante nel 2008dichiari di non volere avvicendare il padre nella guida del paese, ritorna a ricoprire via via incarichi sempre più importanti all'interno del regime fino al 2011, quando gli viene dato il compito di portavoce del regime e di lavorare alla realizzazione di una nuova Costituzione.
Il terzogenito è il figlio maschio al-Saʿādī al-Qadhdhāfī, sposato con la figlia di un generale dell'esercito libico e, visto il suo principale interesse per il calcio (ha giocato con scadenti risultati in Serie A con il Perugia, esordendo in un incontro contro la Juventus, e ha militato, sempre in Serie A, anche con l'Udinese e la Sampdoria), responsabile della Federazione Calcistica Libica.
Il quartogenito è Hānnībāl al-Qadhdhāfī, incaricato alla gestione dell'export del petrolio libico, si rende protagonista di alcuni incidenti in Italia (dove ha aggredito nel 2001 tre agenti di polizia), Francia (dove ha aggredito una ragazza a Parigi) e Svizzera. In quest'ultimo paese viene anche arrestato con l'accusa di aver aggredito due cameriere a Ginevra, causando un grave conflitto diplomatico-economico-politico tra Berna e la Libia.
Il quintogenito è al-Muʿtaṣim bi-llāh al-Qadhdhāfī, ritenuto confidente del padre e unica seria alternativa a Sayf al-Islam al-Qadhdhāfī per la successione. Alcune voci però lo descrivono coinvolto in un tentativo di colpo di stato contro il padre e in una successiva fuga in Egitto. Dopo qualche anno di esilio gli viene però concesso di rientrare in Libia, dove diventa consigliere per la sicurezza nazionale e comandante di un'unità speciale dell'Esercito.
Il sesto figlio è Sayf al-ʿArab al-Qadhdhāfī, studia a Monaco di Bavierapresso la Tecnische Universitat (dove nel 2008 si narra che la polizia tedesca gli sequestra l'automobile a seguito di gravi infrazioni). Nel2011, viene nominato a capo di alcune milizie dell'esercito libico durante le ribellioni. Viene dichiarato morto da alcune fonti il 30 aprile2011, a causa di un bombardamento NATO.
Il settimo figlio è Khamīs al-Qadhdhāfī, molto fedele al padre, anche lui ufficiale dell'esercito libico. Si narra che a tre anni, nel 1986, durante il blitz americano su Tripoli a cui Gheddafi riesce a scampare, viene ferito. Si laurea prima presso l'accademia militare di Tripoli, ottendendo un diploma in arte e scienza militare, in seguito all'Accademia Militare di Mosca e all'Accademia di Stato Maggiore dell'Accademia delle Forze Armate della Federazione Russa. Dall'aprile 2010 si iscrive ad un master in economia presso la IE Business School di Madrid, venendone però successivamente espulso nel marzo 2011 a causa dei "suoi collegamenti agli attacchi contro la popolazione libica". La guerra civile libica infatti, durante la quale viene soprannominato "Muammar il giovane" dai propri miliziani e "macellaio" dai rivoltosi di Bengasi, lo vede al comando delle brigate che sparano per reprimere le prime rivolte scoppiate il 17 febbraio inCirenaica. Viene più volte dato per morto a seguito di un bombardamento NATO su Tripoli.
L'unica figlia femmina naturale e prediletta di Gheddafi è ʿĀʾisha al-Qadhdhāfī, un avvocato che ha difeso anche Saddam Hussein e il giornalista iracheno Muntazar al-Zaydi.
Gheddafi ha adottato anche due bambini, Hanna e Milad. Hanna, viene uccisa durante l'attacco USA del 1986.
Gheddafi ha avuto 8 figli, sette dei quali maschi.
Il figlio maggiore è Muhammad al-Qadhdhāfī, l'unico nato dalla sua prima moglie Fatiha; ricopre la carica di presidente del Comitato Olimpico Nazionale ed è presidente di Libyana, una dei due operatori di telefonia mobile posseduta dalla General Post and Telecommunication Company.
Il secondogenito è Sayf al-Islam al-Qadhdhāfī, nato nel 1972 dall'attuale moglie e ritenuto colui che sarebbe dovuto diventare ildelfino del colonnello. Architetto, collaboratore politico del padre dopo esserne stato designato erede alla presidenza nel 1995, nel 2006, avendo criticato il regime del padre, con la richiesta di attuare riforme in senso democratico, cade momentaneamente in disgrazia e va a vivere all'estero, a Londra, dove consegue un master presso la London School of Economics (Lse) con una tesi, che poi si scopre essere stata copiata, inerente alla natura anti-democratica della governance globale. Ritorna in Libia insediandosi inizialmente alla presidenza della Fondazione caritatevole di famiglia ma, nonostante nel 2008dichiari di non volere avvicendare il padre nella guida del paese, ritorna a ricoprire via via incarichi sempre più importanti all'interno del regime fino al 2011, quando gli viene dato il compito di portavoce del regime e di lavorare alla realizzazione di una nuova Costituzione.
Il terzogenito è il figlio maschio al-Saʿādī al-Qadhdhāfī, sposato con la figlia di un generale dell'esercito libico e, visto il suo principale interesse per il calcio (ha giocato con scadenti risultati in Serie A con il Perugia, esordendo in un incontro contro la Juventus, e ha militato, sempre in Serie A, anche con l'Udinese e la Sampdoria), responsabile della Federazione Calcistica Libica.
Il quartogenito è Hānnībāl al-Qadhdhāfī, incaricato alla gestione dell'export del petrolio libico, si rende protagonista di alcuni incidenti in Italia (dove ha aggredito nel 2001 tre agenti di polizia), Francia (dove ha aggredito una ragazza a Parigi) e Svizzera. In quest'ultimo paese viene anche arrestato con l'accusa di aver aggredito due cameriere a Ginevra, causando un grave conflitto diplomatico-economico-politico tra Berna e la Libia.
Il quintogenito è al-Muʿtaṣim bi-llāh al-Qadhdhāfī, ritenuto confidente del padre e unica seria alternativa a Sayf al-Islam al-Qadhdhāfī per la successione. Alcune voci però lo descrivono coinvolto in un tentativo di colpo di stato contro il padre e in una successiva fuga in Egitto. Dopo qualche anno di esilio gli viene però concesso di rientrare in Libia, dove diventa consigliere per la sicurezza nazionale e comandante di un'unità speciale dell'Esercito.
Il sesto figlio è Sayf al-ʿArab al-Qadhdhāfī, studia a Monaco di Bavierapresso la Tecnische Universitat (dove nel 2008 si narra che la polizia tedesca gli sequestra l'automobile a seguito di gravi infrazioni). Nel2011, viene nominato a capo di alcune milizie dell'esercito libico durante le ribellioni. Viene dichiarato morto da alcune fonti il 30 aprile2011, a causa di un bombardamento NATO.
Il settimo figlio è Khamīs al-Qadhdhāfī, molto fedele al padre, anche lui ufficiale dell'esercito libico. Si narra che a tre anni, nel 1986, durante il blitz americano su Tripoli a cui Gheddafi riesce a scampare, viene ferito. Si laurea prima presso l'accademia militare di Tripoli, ottendendo un diploma in arte e scienza militare, in seguito all'Accademia Militare di Mosca e all'Accademia di Stato Maggiore dell'Accademia delle Forze Armate della Federazione Russa. Dall'aprile 2010 si iscrive ad un master in economia presso la IE Business School di Madrid, venendone però successivamente espulso nel marzo 2011 a causa dei "suoi collegamenti agli attacchi contro la popolazione libica". La guerra civile libica infatti, durante la quale viene soprannominato "Muammar il giovane" dai propri miliziani e "macellaio" dai rivoltosi di Bengasi, lo vede al comando delle brigate che sparano per reprimere le prime rivolte scoppiate il 17 febbraio inCirenaica. Viene più volte dato per morto a seguito di un bombardamento NATO su Tripoli.
L'unica figlia femmina naturale e prediletta di Gheddafi è ʿĀʾisha al-Qadhdhāfī, un avvocato che ha difeso anche Saddam Hussein e il giornalista iracheno Muntazar al-Zaydi.
Gheddafi ha adottato anche due bambini, Hanna e Milad. Hanna, viene uccisa durante l'attacco USA del 1986.
[modifica]Opere
- I, La soluzione del problema della democrazia. Il potere del popolo, Milano, Mursia, 1977.
- II, La soluzione del problema economico. Il socialismo, Palermo, Palumbo, 1978.
- Fuga all'inferno e altre storie, Roma, manifestolibri, 2006. ISBN 88-7285-416-4
[modifica]Note
- ^ La Stampa.it: "Gheddafi ha origini ebraiche" 7 ottobre 2009
- ^ Intervista di Tommaso Di Francesco ad Angelo Del Boca, "il manifesto", 31 agosto 2008, p. 5.
- ^ www.airl.it
- ^ I libici rivelano 20 anni dopo: «Così Craxi salvò Gheddafi». Corriere della Sera, 31 ottobre 2008.
- ^ Il terrorismo libico e la risposta di Reagan.Corriere della Sera, 11 giugno 2009.
- ^ Vedi: (SE)http://www.expressen.se/nyheter/1.2341356/khadaffi-gav-order-om-lockerbie-attentatetl
- ^ «Libia: Gheddafi ordinò strage Lockerbie». Ansa, 23 febbraio 2011. URL consultato in data 23 febbraio 2011.
- ^ Libero 28 Agosto 2009
- ^http://www.rainews24.rai.it/it/asp/foto-gallery.asp?nid=120981
- ^http://www.ilsole24ore.com/art/SoleOnLine4/Italia/2009/06/al-Mukhtar.shtml?uuid=d2569532-55e8-11de-8641-7073d85a2f75&DocRulesView=Libero
- ^ Video Ostruzionismo e manifestazione dei Radicali contro il Trattato Italia-Libia
- ^ "Ora siamo amici". Ma il discorso di Gheddafi in Senato salta
- ^ Repubblica.it: Gheddafi: "Usa come Bin Laden, partitismo aborto della democrazia"
- ^ Repubblica.it: Gheddafi: "Usa come Bin Laden, partitismo aborto della democrazia"
- ^ Corriere.it - Gheddafi invita 100 hostess e fa lezione
- ^ Gheddafi show a Roma con le hostess: «L'Islam religione d'Europa». Corsera.it, 29 agosto 2010
- ^ Virgilio.it - Italia-Libia/ Perduca: Intollerabile circo in Caserma D'Acquisto
- ^ Facebook: «Flash mob per contrastare la presenza di Gheddafi in Italia»
- ^ a b [1], la Repubblica, 16 maggio 2011
- ^http://www.pestiside.hu/20110414/omg-gaddafis-wife-is-hungarian/
[modifica]Altri progetti
- Wikimedia Commons contiene file multimediali suMu'ammar Gheddafi
- Wikiquote contiene citazioni di o su Mu'ammar Gheddafi
- Articolo su Wikinotizie: Incontro tra Berlusconi e Gheddafi, firmato l'accordo: «Finiscono 40 anni di malintesi»30 agosto 2008
- Articolo su Wikinotizie: Unione Africana: Muammar Gheddafi eletto presidente 2 febbraio 2009
[modifica]Collegamenti esterni
- Sito ufficiale
- "Meeting Muammar" di Vivienne Walt, 16 dicembre 2004
- L'Islam moderato sono io, Giovanni Minoli intervista Gheddafi - english subtitled
- "Gheddafi ha origini ebraiche"
- Gheddafi figlio segreto dell'aviatore Preziosi?
Predecessore: | Guida della Rivoluzione Libica | Successore: |
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Predecessore: | Primo ministro della Libia(ad interim) | Successore: | |
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Mahmud Sulayman al-Maghribi | 16 gennaio 1970 – 16 luglio 1972 | ʿAbd al-Salām Jallūd |
Predecessore: | Presidente dell'Unione Africana | Successore: | |
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Jakaya Mrisho Kikwete | dal 2 febbraio 2009 al 31 gennaio2010 | Bingu wa Mutharika |
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