Charlie Chaplin
Sir Charles Spencer Chaplin, noto come Charlie Chaplin
(Londra, 16 aprile 1889 – Corsier-sur-Vevey, 25 dicembre 1977), è stato un attore, regista, sceneggiatore,compositore e produttore britannico, autore di oltre novanta film e tra i più importanti e influenti cineasti del XX secolo (in particolare dell'era del film muto).
Il personaggio attorno al quale costruì larga parte delle sue sceneggiature, e che gli diede fama universale, fu quello del "vagabondo" (The Tramp in inglese; Charlot in italiano, francese e spagnolo): un omino dalle raffinate maniere e la dignità di un gentiluomo, vestito di una stretta giacchetta, pantaloni e scarpe più grandi della sua misura, una bombetta e un bastone da passeggio in bambù; tipici del personaggio erano anche i baffetti e l'andatura ondeggiante. L'emotività sentimentale e il malinconico disincanto di fronte alla spietatezza e alle ingiustizie della società moderna, fecero di Charlot l'emblema dell'alienazione umana - in particolare delle classi sociali più emarginate - nell'era del progresso economico e industriale.
Tra gli attori più famosi dalla nascita dell'industriahollywoodiana figura, in tale ruolo, al decimo posto della classifica AFI dei 25 migliori attori di tutta la storia del cinema[1].
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[modifica]Biografia
[modifica]L'infanzia e gli inizi
Charles Chaplin nacque il 16 aprile 1889 a East Street, nel sobborgo londinese di Walworth (il ritrovamento nel2011 di una lettera a lui indirizzata datata 1970, ipotizza la sua venuta al mondo in un carro di zingari accampato nei pressi di Birmingham[2]), da Charles Chaplin Senior e Hannah Harriette Hill; il padre era un guitto del teatro di varietà con un debole per l'alcol, la madre una cantante. Il matrimonio finì quando Hannah fu scoperta a tradire suo marito con un altro cantante del Music Hall, Leo Dryden, che avrebbe portato alla nascita di Wheeler Dryden, fratellastro del quale Chaplin verrà a conoscenza solo molto più tardi. La separazione avvenne l'anno dopo la nascita di Charles. Il padre cercò di tenere con sé e con la sua convivente sia il piccolo Charles sia suo fratello Sydney, di quattro anni maggiore.
Il tentativo fallì e i due bambini andarono a vivere con la madre che riceveva dieci scellini la settimana per il mantenimento di entrambi. Per le precarie condizioni finanziarie della famiglia, Charles e il fratello Sydney trascorsero due anni fra collegi e istituti per orfani aLambeth. Il padre morì quando Charlie aveva dodici anni e la madre, affetta da turbe mentali, venne ricoverata in un istituto presso Croydon. Trascorse gli ultimi sette anni della sua vita in una villa donatale dai figli in California, dove morì nel 1928.
Le vicende dell'infanzia non impedirono al piccolo Chaplin di apprendere proprio dalla madre l'arte delcanto e della recitazione. I primi passi sul palcoscenico li mosse assieme a lei alla tenera età di cinque anni. Nel 1896 durante una recita in un teatro di varietà Hannah fu sonoramente fischiata e costretta ad abbandonare il palcoscenico; a sostituirla venne mandato in scena il piccolo Charlie che ottenne un discreto successo cantando una canzone popolare dell'epoca, 'E Dunno Where 'E Are.
Nel 1898 si trasferì a Manchester, nei pressi di Belle Vue. Qui frequentò la scuola per tre anni. Grazie alle conoscenze del padre, entrò a far parte di una vera compagnia, gli Eight Lancashire Ladsformata tutta da enfants prodige, sotto la guida di William Jackson. Gli otto bambini si esibivano in un ballo con gli zoccoli[3].
Nel 1900, all'età di undici anni, il fratello riuscì a fargli ottenere il ruolo comico di un gatto nella pantomima Cinderella (Cenerentola), rappresentata all'Hyppodrome di Londra, nella quale recitava anche il famoso clown Marceline. Nello stesso anno Sydney si imbarcò su una nave come trombettiere: il peso della madre ricadde così sulle spalle del piccolo Charlie. Nonostante la buona volontà, la vita era estremamente dura, Hannah fu addirittura ricoverata in ospedale con una diagnosi di depressione causata dalla denutrizione.
Nel 1903 Charles ebbe una piccola parte in Jim, the Romance of a Cockayne grazie alla quale ottenne la sua prima recensione favorevole sulla carta stampata; di lì a poco il primo ruolo fisso in teatro: quello dello strillone Billy in Sherlock Holmes (regia di Quentin McPherson), portato a lungo in tournée. Intanto il fratello era tornato a Londra e aveva cominciato anche lui a lavorare in teatro. Grazie alla migliorata situazione finanziaria, i due riuscirono a far dimettere Hannah dall'ospedale, anche se poco tempo dopo una ricaduta ne determinò l'internamento definitivo.
[modifica]Il varietà con Fred Karno
Fra il 1906 e il 1907 Chaplin lavorò ne Il Circo di Casey, misto di varietà e numeri circensi. L'esperienza gli permise di familiarizzare con il mondo del circo e di entrare nella compagnia di Fred Karno, anche grazie al fratello Sydney che già vi lavorava. La paga era di 3 sterline a settimana ed il debutto avvenne nel 1906 con L'incontro di calcio, in cui Charles interpretava la parte di un individuo senza scrupoli che tenta di drogare il portiere avversario prima dell'incontro. Il fratello maggiore ideava le pantomime e Charlie le doveva interpretare. Così Chaplin imparò l'arte di esprimersi senza parole. Ben presto il giovane Chaplin divenne, insieme a Stanley Jefferson (meglio conosciuto come Stan Laurel) uno degli attori più apprezzati della compagnia.
Oltre al teatro Chaplin si dedicava al podismo. Era iscritto al club podistico di Kennington e si allenava sulle distanze lunghe. Nel 1908 prese anche in considerazione l'idea di iscriversi alla maratona delle Olimpiadi di Londra, ma proprio in quel periodo si ammalò[4].
Oltre al teatro Chaplin si dedicava al podismo. Era iscritto al club podistico di Kennington e si allenava sulle distanze lunghe. Nel 1908 prese anche in considerazione l'idea di iscriversi alla maratona delle Olimpiadi di Londra, ma proprio in quel periodo si ammalò[4].
Nel 1909 la compagnia di Karno iniziò le tournée all'estero: dapprima a Parigi e, due anni dopo, negliStati Uniti. Chaplin era il primo comico in A Night in an English Music Hall, atto unico di pantomima e danza. L'esperienza americana non fu particolarmente felice, ciononostante la compagnia ritornò oltreoceano anche l'anno successivo e questa volta le cose andarono diversamente: il successo fu grande grazie anche al giovane Charles, entrato da poco ma già elemento di punta della compagnia.
Chaplin fu notato dal produttore Mack Sennett, che nel novembre 1913 lo mise sotto contratto per la casa cinematografica Keystone. Era il primo contratto di Chaplin per una casa cinematografica. Il compenso fu di 175 dollari la settimana[5].
[modifica]Da primo comico a celebrità: 1914-1919
Ebbe così iniziò la carriera cinematografica di Charlie Chaplin, il "Vagabondo" che nell'arco di cinque anni conquistò un posto d'onore nella storia della settima arte. La rapida ascesa di Chaplin va dal 1914 (quando con la Keystone esordì nel mondo del cinema con il corto Per guadagnarsi la vita), fino al 1919 (anno nel quale fondò laUnited Artists Corporation).
[modifica]Il periodo Keystone
Per la californiana Keystone, nel 1914 Chaplin recitò in trentacinque corti. Da virtuoso della pantomima, comunicava al pubblico una vasta gamma di emozioni usando i muscoli facciali, che dimostrava di controllare appieno. Il suo personaggio era anticonvenzionale e a tratti sprezzante, diverso da come lo conosciamo oggi.
La prima volta che Chaplin indossò i panni di Charlot fu nel cortometraggio Charlot si distingue. Nel dicembre 1915, si trasferì a Chicago, dove lavorò per la Essanay in altre quattordici produzioni. La Essanay se lo aggiudicò offrendogli uno stipendio settimanale di 1.250 dollari.
La prima volta che Chaplin indossò i panni di Charlot fu nel cortometraggio Charlot si distingue. Nel dicembre 1915, si trasferì a Chicago, dove lavorò per la Essanay in altre quattordici produzioni. La Essanay se lo aggiudicò offrendogli uno stipendio settimanale di 1.250 dollari.
[modifica]Il periodo Mutual
Con cachet adeguati ad una popolarità sempre più grande, Chaplin approdò alla Mutual Films, firmando altri dodici corti: Charlot fu di volta in volta cameriere, milionario, muratore e sfaccendato. Il pubblico lo stimava per la grossa carica di umanità che emanava attraverso le sue storie, disseminate di amore e di insidie.
Nel 1916 Charlie Chaplin era già un attore da oltre 600.000 dollari l'anno[6] quando scritturò la diciannovenneEdna Purviance, facendone la sua primadonna in ben 35 film fra il 1916 e il 1923. I due vissero anche un intenso e travagliato legame affettivo, che si mantenne in amicizia anche dopo la fine della passione (1918) e della carriera artistica di lei (accelerata dagli eccessi dell'alcol): Chaplin continuerà a corrispondere con Edna fino alla sua morte, oltre a passarle una paga salariale da attrice.
Con la Mutual Film realizzò dodici film nel periodo 1916-1917 (uno dei più felici della sua carriera). Chaplin, non ancora trentenne, recitò e diresse quasi cento corti nell'arco di cinque anni. Chaplin non progettava mai su carta nessuna delle sue gag, né tanto meno "sceneggiava" l'intreccio delle sue comiche. Riusciva a tenere a mente un intero film per poi spiegarlo agli attori sul set man mano che lo girava[7].
Nel 1918 decise di mettersi in proprio e passò alla First National, con cui fece dieci film (fino al 1923). Fu proprio la First National – grazie anche all'interessamento del fratello Sydney, ormai suo procuratore — a corrispondergli il favoloso ingaggio di un milione di dollari, cachet mai guadagnato prima da un attore.
[modifica]La United Artists
Nel 1919 Charlie Chaplin insieme ad alcuni colleghi (fra cui Mary Pickford, Douglas Fairbanks e David Wark Griffith) fondò la United Artists Corporation. Da allora in poi curerà da solo ogni fase della sua produzione cinematografica, attorniato da un gruppo di fedelissimi quanto preziosi e competenti collaboratori, tra cui spicca Alfred Reeves, inglese come lui, già manager della compagnia di Karno, che all'UA assunse il ruolo di direttore di produzione.
A un periodo professionalmente felice non corrispose, però, una vita privata altrettanto serena, anzi il "matrimonio riparatore" con la diciassettenne Mildred Harris gli procurò serie preoccupazioni. L'infelice nascita del primogenito gravemente malformato e sopravvissuto solo tre giorni, non contribuì certo a risollevare il rapporto, che si risolse in un divorzio.
A un periodo professionalmente felice non corrispose, però, una vita privata altrettanto serena, anzi il "matrimonio riparatore" con la diciassettenne Mildred Harris gli procurò serie preoccupazioni. L'infelice nascita del primogenito gravemente malformato e sopravvissuto solo tre giorni, non contribuì certo a risollevare il rapporto, che si risolse in un divorzio.
[modifica]I grandi successi
Nel 1921 Chaplin lavorò al film che gli diede la definitiva consacrazione come star affermata. Il capolavoro fu Il monello, che Chaplin diresse e interpretò e nel quale fece debuttare il piccolo-grandeattore Jackie Coogan[8].
Nello stesso anno Chaplin ritornò nella madrepatria dopo undici anni. A Londra fece una visita nei quartieri di Lambeth, Kennington ed Elephant and Castle per rivedere i luoghi che gli furono familiari da bambino.
Nello stesso anno Chaplin ritornò nella madrepatria dopo undici anni. A Londra fece una visita nei quartieri di Lambeth, Kennington ed Elephant and Castle per rivedere i luoghi che gli furono familiari da bambino.
Dal 1923 al 1952 Chaplin lavorò costantemente per la United Artists, e girò otto film, i più importanti della sua carriera. Il primo lavoro fu La donna di Parigi nel 1923, primo film nel quale non figurò come interprete (si ritagliò una piccola comparsa nel ruolo di facchino). Il film, pur ampiamente apprezzato dalla critica, non ebbe l'atteso successo di pubblico, ma i capolavori successivi lo proiettarono nel firmamento della cinematografia. La febbre dell'oro del 1925 è considerato da molti una delle sue opere meglio riuscite. La produzione del film successivo, Il Circo(1928), fu però travagliata a causa dei problemi sorti nella vita privata: proprio in quel periodo divorziò dalla ventenne Lita Grey che aveva sposato quattro anni prima.
L'affermazione del sonoro (a partire dal 1927) colse in contropiede Chaplin, che aveva pensato e costruito Charlot solo per il cinema muto. Chaplin decise di andare avanti proponendo il suo personaggio.
Nel 1929 l'assegnazione del suo primo premio Oscar alla carriera, lo consacrò come la prima star a vincere tale premio (e a tutt'oggi il più giovane regista ad averlo vinto).
[modifica]Luci della città
Per approfondire, vedi la voce Luci della città. |
Quando nel 1929 Charlie Chaplin cominciò a interessarsi al suo nuovo film, il sonoro era diventato ormai pressoché irrinunciabile per qualsiasi regista dell'epoca. Sydney, fratello e manager del famosotramp, non esitò a proporgli l'idea di una pellicola sonorizzata, ma Charlie era molto scettico rispetto alla nuova invenzione e tentò in tutti i modi di restare alla pantomima che lo aveva reso celebre. Chaplin girò nel 1931 Luci della città, un film muto accompagnato dalla musica. Fu il primo film di Chaplin con sonoro e musiche sincronizzate. All'inizio del film la voce delle persone è resa con il suono degli strumenti musicali. Questa volta la leading-lady sarebbe stata Virginia Cherrill, graziosa ventiduenne bionda, che avrebbe impersonato una fioraia cieca. Chaplin raccontò di averla conosciuta ad un incontro di boxe nel 1928 e di averla scritturata immediatamente per il suo imminente lavoro. Varie vicissitudini coinvolsero Charlie durante la realizzazione di Luci della città. Una tra le più importanti: la fioraia avrebbe dovuto scambiare il piccolo vagabondo per un milionario ma Chaplin non sapeva come ottenere tale risultato. Prima di trovare una soluzione rifece la scena svariate volte, provando i più svariati espedienti. Tale scena alla fine è divenuta la più ripetuta nella storia del cinema, per un totale di 342 ciak[9].
[modifica]Tempi moderni
Per approfondire, vedi la voce Tempi moderni. |
Nello stesso anno l'attore/regista ricevette l'onore dell'attribuzione della Legione d'onore francese. Cinque anni dopo girò un altro capolavoro del cinema muto, Tempi moderni. Ecco come Chaplin descriveva il suo personaggio nel 1931:
« All'inizio Charlot simboleggiava un gagà londinese[10] finito sul lastrico [...] All'inizio lo consideravo soltanto una figura satirica. Nella mia mente, i suoi indescrivibili pantaloni rappresentavano una rivolta contro le convenzioni, i suoi baffi la vanità dell'uomo, il cappello e il bastone erano tentativi di dignità, e i suoi scarponi gli impedimenti che lo intralciavano sempre » |
Nel 1932 aveva conosciuto l'attrice ventunenne Paulette Goddard, che aveva già avuto qualche esperienza marginale nel cinema in parti minori. I due s'innamorarono, e Paulette recitò con Charles in Tempi moderni (1936), l'ultimo film in cui compare Charlot. Si sposarono nel 1936 e divorziarono nel 1942.
Per realizzare i suoi successivi film Chaplin decise di abbandonare il personaggio che gli aveva donato la popolarità.
« Non poteva parlare, non saprei che voce usare. Come riuscirebbe a mettere insieme una frase? Per questo motivo Charlot ha dovuto darsela a gambe[11] » |
[modifica]Il grande dittatore
Per approfondire, vedi la voce Il grande dittatore. |
« Più che in qualunque trovata comica, credo che il fascino di Chaplin stia nella sua capacità di riaffermare la verità - soffocata dal fascismo e anche, fatto piuttosto comico, dal socialismo - che vox populi è uguale a vox Dei e che i giganti sono vermiciattoli. » | |
Il grande dittatore (1940) fu il primo film completamente sonoro di Chaplin, girato e distribuito negli Stati Uniti poco prima dell'entrata nella Seconda guerra mondiale. Nel film, Chaplin interpreta due personaggi: Adenoid Hynkel, il dittatore di Tomania, esplicitamente ispirato ad Adolf Hitler, e un barbiere ebreo perseguitato dai nazisti. Dopo la guerra, quando l'internamento e lo sterminio degli Ebrei furono noti, Chaplin dichiarò che non avrebbe realizzato il film se solo avesse potuto immaginare cosa sarebbe accaduto. Il film ebbe due candidature agli Oscar, come miglior attore protagonista e miglior sceneggiatura, ma non vinse alcuna statuetta. Ne consegue che Il grande dittatore segna la morte del vagabondo, l’ultima sua apparizione. La sua anima poetica, angelica, ingenua, benché tenace, non ha più posto in un mondo oppresso dalle macchine, dal materialismo e, nel frangente, dall’odio demoniaco. Il secondo straordinario aspetto è rappresentato dalla sfida coraggiosa lanciata dal film, e da uno dei pochi uomini liberi dell’epoca, al più straordinario, folle e terrificante protagonista degli avvenimenti ad esso contemporanei: Hitler, il coetaneo di Chaplin (quattro giorni dividono anagraficamente la nascita dei due) che stava trascinando il mondo verso il periodo più nero e doloroso della storia del secolo. La parodia dunque ispirò fin dall’inizio il film, che è straordinariamente comico, per noi spettatori contemporanei ai quali è stata risparmiata la tragica esperienza della guerra e la sua distruzione. L'imitazione risulta perfetta, nei toni e negli atteggiamenti, nel discorso alla folla tenuto dal Führer Adenoid Hynkel, discorso completamente improvvisato e girato in un'unica scena. Come rimane fissata indelebilmente nella storia del cinema la scena deliziosa e intensa nella quale il dittatore danza con il mappamondo sulla musica del preludio del Lohengrin di Richard Wagner. La stessa scelta del luogo di presentazione della pellicola al pubblico fu oggetto di ponderata scelta. Si puntò su New York, meno influenzata dal clima fascistizzante con cui anche l’America doveva fare i conti. La realizzazione del film fu accompagnata dallo sfiorire del rapporto sentimentale tra Chaplin e Paulette Goddard, splendida protagonista nonché sua terza moglie, in procinto di chiedere il divorzio. Durante la lavorazione, nel dicembre del 1939, Chaplin fu anche raggiunto dalla comunicazione della morte improvvisa dell’amato Douglas Fairbanks, che soltanto un mese prima gli aveva fatto visita sul set. Egli ne fu sconvolto e la perdita del "solo vero amico che abbia mai avuto", come ebbe a dire Chaplin stesso, rimarrà una ferita mai rimarginata. Dopo questo film Chaplin interruppe la sua attività cinematografica per circa sette anni.
Nel 1942 conobbe la diciassettenne Oona O'Neill, figlia del celebre drammaturgo Eugene O'Neill, terzo e ultimo dei suoi grandi amori, che divenne sua moglie nel 1946, e da lei ebbe otto figli, tre nati negli Stati Uniti e cinque in Svizzera.
Nel 1947 uscì un nuovo film, Monsieur Verdoux ispirato alla famosa storia di Henri Landru, su un soggetto di Orson Welles.
[modifica]Il presunto antiamericanismo e il trasferimento in Europa
Le sue simpatie politiche non furono da lui mai rivelate esplicitamente. Di certo, in molti suoi film aveva analizzato la realtà cupa dei lavoratori, dei poveri e degli emarginati (Tempi moderni, del 1936, ne può essere un chiaro esempio), ed aveva messo in piena luce le contraddizioni della società statunitense. Benché vivesse negli Stati Uniti da molti anni e vi pagasse le tasse, Chaplin non aveva mai chiesto la cittadinanza statunitense.
Già all'uscita di Monsieur Verdoux venne pubblicamente accusato di "filocomunismo" e nel 1949divenne uno dei bersagli del movimento innescato dal senatore Joseph McCarthy. Chaplin negò sempre, con veemenza. Disse anche che era stanco di rispondere sempre alla stessa domanda.
Nel 1951 iniziò a girare quello che sarebbe stato il suo film d'addio: Luci della ribalta, tratto da un suo romanzo Footlights, mai pubblicato. Fu il suo ultimo film prodotto a Hollywood, e anche l'unico che interpretò assieme ad un altro mattatore del cinema muto: Buster Keaton.
Nel 1951 iniziò a girare quello che sarebbe stato il suo film d'addio: Luci della ribalta, tratto da un suo romanzo Footlights, mai pubblicato. Fu il suo ultimo film prodotto a Hollywood, e anche l'unico che interpretò assieme ad un altro mattatore del cinema muto: Buster Keaton.
La condanna decisiva nei suoi confronti arrivò nel settembre del 1952. Chaplin e la sua nuova famiglia si erano imbarcati per l'Europa per quella che doveva essere una vacanza. Mentre si trovavano in mare il ministro della giustizia statunitense dispose per pubblico decreto che a Chaplin, in quanto cittadino britannico, non sarebbe stato permesso di rientrare nel paese a meno che non avesse convinto i funzionari dell'immigrazione di essere "idoneo"[13]. Avutane notizia, Chaplin decise di stabilirsi in Europa fissando la sua residenza in Svizzera.
Nel 1957 Chaplin ritornò dietro la macchina da presa per girare di nuovo un film: Un re a New York. Fu il suo penultimo film, tra l'altro anche l'unico in cui recita assieme a suo figlio Michael. L'opera non ebbe successo e la sua vena cinematografica sembrò effettivamente appannata. Nel 1964, dopo circa un anno di lavoro, scrisse un'autobiografia (nella quale non vi è menzione del film Il circo, che probabilmente preferiva non ricordare per le tristi circostanze nelle quali fu girato). Nel 1966 si calò per l'ultima volta nei panni di regista, per girare La contessa di Hong Kong: fu il suo ultimo film, nonché l'unico a colori, nel quale lavorò assieme a due star del cinema mondiale: Marlon Brando eSophia Loren.
Grazie alla sua genialità di compositore, proprio in quegli anni produsse la versione sonora di alcuni suoi capolavori: Il circo nel 1969, Il monello nel 1971, e infine nel 1975 la donna di Parigi.
Nel 1972, riconciliatosi con l'opinione pubblica statunitense, ritornò negli Stati Uniti per ritirare il suo secondo premio Oscar, questa volta alla carriera, assegnatogli per "aver fatto delle immagini in movimento una forma d'arte del Ventesimo secolo". In tale occasione fu protagonista della più lunga ovazione nella storia dell'Academy Awards. L'anno successivo vinse il Premio Oscar alla migliore colonna sonora per il film Luci della ribalta.
Il 4 marzo 1975, dopo molti anni di esilio volontario dal suo Paese d'origine, Chaplin fu nominatoCavaliere di Sua Maestà dalla regina Elisabetta II d'Inghilterra. L'onorificenza era già stata proposta nel 1956, ma - in piena guerra fredda - non era stata concessa per il veto imposto dal Foreign Officebritannico sempre a causa delle presunte simpatie comuniste di Chaplin.
[modifica]La scomparsa
Charles Chaplin morì a Corsier-sur-Vevey (Vaud), in Svizzera, la notte di Natale del 1977 e lì fu sepolto. Tre mesi dopo la sua morte, il 1º marzo 1978, il suo corpo fu trafugato in un tentativo di estorsione ai danni dei suoi familiari. Il piano tuttavia fallì: i malviventi chiesero 600.000 franchi svizzeri ma la moglie di Chaplin, Oona O'Neil, difesa dall'avvocato di famiglia Jean-Felix Paschoud, disse che si rifiutava di trattare con dei ladri di cadaveri, forse le ritornò in mente il comportamento inflessibile di suo marito in situazioni del genere. I ladri, a quanto pare, avevano trafugato il corpo per il semplice fatto che serviva loro del denaro per costruirsi un garage. Furono catturati e la salma venne localizzata e recuperata nei pressi del lago di Ginevra.
Un film biografico su Chaplin - Charlot - è stato girato nel 1992 dal regista Richard Attenborough, interpretato da Robert Downey Jr.(nel ruolo di Chaplin), Dan Aykroyd, Geraldine Chaplin, Anthony Hopkins, Milla Jovovich, Moira Kelly,Kevin Kline, Diane Lane, Penelope Ann Miller, Paul Rhys, Marisa Tomei, Nancy Travis e James Woods.
[modifica]Curiosità
- Chaplin nel 1915, partecipò ad un concorso come sosia di se stesso, all'insaputa della giuria, ma non vinse la competizione, non arrivando neanche alla fase finale.[14]
- Il suo gruppo sanguigno era AB. Non poteva quindi essere padre di Carol Ann Berry, figlia di Joan Berry (attrice con la quale aveva avuto una relazione), in quanto la bambina era di gruppo 0.
- Il 6 novembre 2009 è stata diffusa la notizia che un collezionista dell'Essex (Gran Bretagna), tale Morace Park, si sia aggiudicato ad un'asta su eBay per la somma equivalente di 3.50 euro, un contenitore per pellicole al cui interno, del tutto inaspettatamente, è stato ritrovata una pellicola in nitrato di un cortometraggio inedito e finora sconosciuto interpretato da Charlie Chaplin, dal titoloZepped e dalla durata di circa 7 minuti (fonte: quomedia.diesis.it). Si tratterebbe di un filmato a scopo propagandistico girato nel 1915, realizzato per sdrammatizzare nel pubblico il timore di un bombardamento tedesco sulla Gran Bretagna con l'uso di un dirigibile.
- In onore del 122° anniversario della nascita, Google gli ha dedicato un doodle video nella homepage.
- Charlie Chaplin fu un estimatore del famoso Benny Hill Show (sitcom comica inglese iniziata nel1969) e invitò l'attore protagonista Alfred Hill nella sua casa in Svizzera, dove gli fece vedere la grandissima quantità di filmati dei suoi notissimi sketch.
[modifica]Onorificenze
Cavaliere Comandante dell'Ordine dell'Impero Britannico (KBE) | |
«Per meriti artistici[15]» — Londra, 1º gennaio 1975 |
[modifica]Filmografia
Per approfondire, vedi la voce Filmografia di Charlie Chaplin. |
[modifica]Doppiatori italiani
- Augusto Marcacci in: Il grande dittatore (solo nel ruolo del dittatore), Un re a New York
- Gianfranco Bellini in: Il grande dittatore (solo nel ruolo del barbiere)
- Lauro Gazzolo in: Monsieur Verdoux
- Sandro Ruffini in: Luci della ribalta
- Stefano Sibaldi in: La febbre dell'oro
- Carlo Romano in: La contessa di Hong Kong
- Oreste Lionello in: Il grande dittatore (ridoppiaggio 1972 - DVD)
- Claudio Trionfi in: Il grande dittatore (ridoppiaggio solo per VHS Skema Film 1988)
fonte: doppiocinema.net
[modifica]Note
- ^ (EN) Info su afi.com. URL consultato il 10 gennaio 2010.
- ^ (EN) articolo su expressandstar.com
- ^ È la clog dance, una veloce danza di origine irlandese, affine alla [[giga (ballo)|]], che si balla calzando zoccoli di legno.
- ^ Charlie Chaplin, Opinioni di un vagabondo, a cura di Kevin Hayes, minimum fax, 2007, pag. 103.
- ^ Charlie Chaplin, Opinioni di un vagabondo, a cura di Kevin Hayes, minimum fax, 2007, pag. 53.
- ^ Charlie Chaplin, Opinioni di un vagabondo, a cura di Kevin Hayes, minimum fax, 2007, pag. 44.
- ^ Charlie Chaplin, Opinioni di un vagabondo, a cura di Kevin Hayes, minimum fax, 2007, pag. 79.
- ^ Jackie Coogan diverrà noto al pubblico televisivo degli anni sessanta nella parte di "Zio Fester" del telefilm La Famiglia Addams.
- ^ Patrick Robertson, Cinema e cineasti, pagina= 236 in I record del cinema. Enciclopedia dei fatti, delle curiosità e dei primati del cinema mondiale, dall'epoca del muto ad oggi, Gremese Editore, 2004. ISBN 978-88-8440-273-8
- ^ Cioè una persona che tiene a farsi notare per come si veste
- ^ Charlie Chaplin, Opinioni di un vagabondo, a cura di Kevin Hayes, minimum fax, 2007, pag. 206.
- ^ George Orwell, Il grande dittatore di Charlie Chaplin, Time and Tide, 21 dicembre 1940
- ^ Charlie Chaplin, Opinioni di un vagabondo, a cura di Kevin Hayes, minimum fax, 2007, pag. 189.
- ^ L'episodio - che talune fonti riferiscono, erroneamente, accaduto a Montecarlo - fu riportato dalChicago Herald del 15 luglio 1915 (fonte: Snopes.com).
- ^ (PDF) (EN) «Conferring the Honour of Knighthood for the New Year 1975». London Gazette, 31 gennaio2 1974. URL consultato in data 2 settembre 2009.
[modifica]Bibliografia
- Charlie Chaplin, My Trip Abroad, New York 1922
- Charlie Chaplin, A Comedian Sees The World, New York 1933
- Eisenstein, Bleiman, Kosinzev, Iutkevič, La figura e l'arte di Charlie Chaplin, Torino 1949
- Georges Sadoul, Vita di Charlot, Torino 1952
- Glauco Viazzi, Chaplin e la critica, Bari 1955
- Charlie Chaplin, La mia autobiografia , Milano 1964
- Giorgio Cremonini, Charlie Chaplin, Il Castoro Cinema n. 47, Editrice Il Castoro, 2004, ISBN 88-8033-033-0
- Frederick Sands, Charlie e Oona Chaplin, Varese 1980
- Guido Oldrini, Il realismo di Chaplin, Bari 1981
- Carlo Tagliabue, Charlie Chaplin, un cinema per l'uomo, Roma 1981
- David Robinson, Chaplin, la vita e l'arte, Venezia 1987
- Jerry Epstein, Charlie Chaplin, ritratto inedito di un poeta vagabondo, Roma, 1992
- David Robinson, Chaplin, un uomo chiamato Charlot, Trieste 1995
- Camillo Moscati, Charlie Chaplin, il grande dittatore, Genova 2001
- Michel Comte e Sam Stourdze, Chaplin, a Photo Diary, Steidl, 2002
- Christian Delage-Cecilia Cenciarelli, Modern Times, Bologna 2004
- Sergej M. Ejzenstejn, Charlie Chaplin, Milano 2005
- Kevin Brownlow, Alla ricerca di Charlie Chaplin, Bologna 2005
- Kevin Hayes (a cura di), Opinioni di un vagabondo, minimum fax, 2007.
- Sam Stourdze, Chaplin e l'Immagine, Le Mani, 2007
- Jane Chaplin, 17 minuti con mio padre, Giulio Perrona Editore, 2009
- Cecilia Cenciarelli (a cura di), Charlie Chaplin-Le comiche Keystone, Libro + 4DVD, Cineteca Bologna, 2010
[modifica]Voci correlate
[modifica]Altri progetti
- Wikimedia Commons contiene file multimediali su Charlie Chaplin
- Wikiquote contiene citazioni di o su Charlie Chaplin
[modifica]Collegamenti esterni
- Scheda su Charlie Chaplin dell'Internet Movie Database
- Charlie Chaplin - Biografia su CiakHollywood. URL consultato il 10 gennaio 2010.
- Littlefellow.it Vita e arte di Charlie Chaplin. URL consultato il 10 gennaio 2010.
- Charlie Chaplin Archive. URL consultato il 10 gennaio 2010.
- (EN) Classic Movies (1939 - 1969): Charles Chaplin. URL consultato il 10 gennaio 2010.
- (EN) Sito ufficiale. URL consultato il 10 gennaio 2010.
- Charlie Chaplin - Biografia su Sapere.it
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« Qualsiasi somiglianza tra il dittatore Hynkel e il barbiere ebreo è puramente casuale. » | |
(Dai titoli di testa)
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Il grande dittatore (The Great Dictator)
La sua prima edizione risale al 15 ottobre del1940, nel pieno della seconda guerra mondiale. Rappresenta una forte satira delnazismo e prende di mira direttamente Adolf Hitler e il movimento nazista tedesco.
Il grande dittatore, per alcune sue peculiarità, è considerato un evento straordinario. Nel 1941 ottenne cinque candidature al premio Oscar, inclusi miglior film e miglior attore allo stesso Chaplin.
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[modifica]Trama
Durante una battaglia della prima guerra mondiale un barbiere ebreo che combatte nell’esercito della Tomania (e più precisamente nella XXI. divisione artiglieria) come addetto al funzionamento della grande Berta si rende protagonista di un'azione eroica a bordo di un aereo e salva la vita dell'ufficiale Schultz. L'epilogo dell'azione, con il precipitare dell’aereo sul quale i due si trovano, comporterà per il barbiere la perdita della memoria.
Allontanatosi dall’ospedale, il barbiere fa ritorno alla sua bottega nel ghetto ebreo e si sorprende dell’atteggiamento dei militari che imbrattano i vetri del suo negozio con la scritta dispregiativa "jew". Reagisce al sopruso, in contrasto con la remissione degli altri abitanti del quartiere, suscitando le simpatie di Hanna, giovane e bella figlia del ghetto, anch'ella insofferente alle angherie e alle miserabili condizioni di vita alle quali Hynkel e i suoi scagnozzi la costringono da tempo. La rappresaglia dei militari agli sberleffi del barbiere e di Hanna prevederebbe l’impiccagione dell'uomo ad un lampione, se non intervenisse a scongiurarla il comandante Schultz, che riconosce nel barbiere il soldato che tanti anni prima gli aveva salvato la vita.
La protezione di Schultz e la richiesta inoltrata da Hynkel ad un banchiere ebreo per finanziare la sua campagna di aggressione al mondo, e in particolare la conquista di un paese vicino, l'Ostria (parodia dell'Austria), sono causa della temporanea pace nel ghetto e favoriscono lo svilupparsi della simpatia tra il barbiere e Hanna in un sentimento più profondo. Ma la gioia della serenità riconquistata ha vita breve, la negazione del finanziamento farà riprendere le persecuzioni più violentemente che prima.
Il rifiuto di Schultz alla realizzazione dell'invasione dell'Ostria gli costa la prigionia nel campo di concentramento, dal quale riesce però a sfuggire per rifugiarsi nel ghetto. Qui cospira con gli abitanti per eliminare il malvagio dittatore. Anche il barbiere partecipa all'intrigo, per quanto sia un po' riluttante di fronte all’eroismo invocato da Schultz. Ma la cospirazione fallisce e Schultz e il barbiere sono catturati e confinati in un campo di concentramento.
Il progetto di invasione di Hynkel necessita della collaborazione dell'alleato dittatore di Batalia (Bacteria nell'edizione originale), Bonito Napoloni (Benzino Napaloni nell'edizione originale), marcata caricatura di Benito Mussolini, che ha schierato il suo esercito ai confini dell'Ostria. Hynkel lo invita nella sua residenza dove si assisterà ad un duello tra i due nel tentativo di entrambi di soggiogare psicologicamente l’altro. L'epilogo della visita di stato sarà l'accordo sull’Ostria.
Il piano di Garbitsch per la conquista prevede che Hynkel si travesta da cacciatore di anatre e spari da una barca su un lago un colpo di fucile quale segnale. Il colpo parte, l'invasione dell'Ostria è compiuta e Hanna e quanti con lei vi avevano trovato riparo si ritrovano nuovamente oppressi dagli stessi aguzzini che avevano lasciato in Tomania. Il dittatore però è caduto in acqua e, risalito a riva, senza l’uniforme militare e per la straordinaria somiglianza, viene scambiato dai suoi militari per il barbiere ebreo ed arrestato. Questi infatti era evaso dal campo di concentramento con Schultz poco tempo prima ed era pertanto ricercato.
Schultz si prodiga perché il barbiere venga ritenuto essere Hynkel affinché entrambi possano avere salva la vita ma quando, in perfetta uniforme da condottiero, dovrà tenere il suo primo discorso davanti al popolo dell'Ostria, il barbiere ebreo lancerà al mondo e alla sua Hanna, che ne riconosce la voce, un proclama di amore, libertà, uguaglianza e solidarietà tra gli uomini che le riaccenderanno la speranza in tempi migliori.
[modifica]La genesi del film
« Più che in qualunque trovata comica, credo che il fascino di Chaplin stia nella sua capacità di riaffermare la verità – soffocata dal fascismo e anche, fatto piuttosto comico, dal socialismo – chevox populi è uguale a vox Dei e che i giganti sono vermiciattoli. » | |
(George Orwell[1])
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Il grande dittatore è il primo film sonoro di Chaplin poiché ormai da un decennio la tecnica del mutoera stata soppiantata dal parlato. Tuttavia il personaggio del vagabondo Charlot non necessitava di audio, essendo la pantomima il suo linguaggio universalmente compreso e riconosciuto. Ne consegue che Il grande dittatore segna la morte del vagabondo, l’ultima sua apparizione. La sua anima poetica, angelica, ingenua, benché tenace, non ha più posto in un mondo oppresso dalle macchine, dal materialismo e, nel frangente, dall’odio demoniaco.
Il secondo straordinario aspetto è rappresentato dalla sfida coraggiosa lanciata dal film, e da uno dei pochi uomini liberi dell’epoca, al più straordinario, folle e terrificante protagonista degli avvenimenti ad esso contemporanei: Hitler, il coetaneo di Chaplin (quattro giorni dividono anagraficamente la nascita dei due) che stava trascinando il mondo verso il periodo più nero e doloroso della storia del secolo.
La grande somiglianza fisica tra i due uomini, Chaplin e Hitler, consentì al primo di imbastire una satira grottesca del secondo (qualcuno sostenne che Hitler copiò i baffetti di Charlot per richiamarne la simpatia), o almeno questo fu il motivo iniziale, unitamente al desiderio di esprimere il proprio disappunto per la piega che stavano prendendo gli avvenimenti, presagendo un futuro doloroso per l’umanità, senza mai immaginare fino in fondo la portata dell'agghiacciante follia hitleriana che presto avrebbe sconvolto il mondo. Dopo la fine della seconda guerra mondiale Chaplin ebbe a dire che se all’epoca della lavorazione del film avesse conosciuto la realtà del nazismo e le atrocità dell’olocausto, probabilmente non se la sarebbe sentita di realizzare un film che si prendesse gioco di quei criminali.
Gli unici riferimenti non diretti nei confronti della Germania nazista, forse per non calcar troppo la mano contro il regime, sono i nomi dei personaggi (comunque facilmente riconducibili), i simboli della "doppia X" al posto della svastica nazista, e l'uso di parole di fantasia nelle iscrizioni del ghetto ebraico (come la parola "Restauraciz" per ristorante) oppure in esperanto, seppur a volte sgrammaticato (come "Ĉambroj" o "Vestaĵoj", in esperanto rispettivamente "Camere" e "Vestiti").
La parodia dunque ispirò fin dall’inizio il film, che è straordinariamente comico, per noi spettatori contemporanei ai quali è stata risparmiata la tragica esperienza della guerra e la sua distruzione. L'imitazione risulta perfetta, nei toni e negli atteggiamenti, nel discorso alla folla tenuto dal FührerAdenoid Hynkel, discorso completamente improvvisato e girato in un'unica scena. Come rimane fissata indelebilmente nella storia del cinema la scena deliziosa e intensa nella quale il dittatore danza con il mappamondo sulla musica del preludio del Lohengrin di Richard Wagner.
La verità era anche che Chaplin si immedesimava completamente nei suoi personaggi, egli "era" coloro che interpretava e dunque ne subiva psicologicamente la caratterizzazione, nel caso specifico malvagia. A detta dei suoi collaboratori, quando Chaplin indossava il costume di Hynkel, anche il suo modo di rapportarsi con loro cambiava ed assumeva sfumature aggressive e prepotenti.
La parodia, però, era destinata ad avere anche un'impronta politica. Anzi, fu proprio l’introduzione della tecnica del sonoro a consentire a Chaplin di trasmettere al mondo il suo pensiero e l’inequivocabile presa di posizione contro la follia nazista, affidando al discorso finale (Il grande dittatore) del barbiere ebreo l’utopia anarchica della liberazione dell’uomo da ogni forma di sudditanza e sfruttamento e dunque la speranza in un mondo migliore, che sarà però smentita dal precipitare degli eventi successivi.
Questa presa di posizione parve ad un certo punto pregiudicare l’esito della lavorazione del film allorché alcune frange della società americana di tendenza filo-nazista, in un periodo in cui anche la politica americana era improntata al non interventismo e alla preservazione della non belligeranza con la Germania, gli fecero pervenire poco velati messaggi di disapprovazione e suggerimenti a soprassedere.
La stessa scelta del luogo di presentazione della pellicola al pubblico fu oggetto di ponderata scelta. Si puntò su New York, meno influenzata dal clima fascistizzante con cui anche l’America doveva fare i conti. La realizzazione del film fu accompagnata dallo sfiorire del rapporto sentimentale tra Chaplin e Paulette Goddard, splendida protagonista nonché sua terza moglie, in procinto di chiedere il divorzio.
Durante la lavorazione, nel dicembre del 1939, Chaplin fu anche raggiunto dalla comunicazione della morte improvvisa dell’amato Douglas Fairbanks, che soltanto un mese prima gli aveva fatto visita sul set. Egli ne fu sconvolto e la perdita del "solo vero amico che abbia mai avuto", come ebbe a dire Chaplin stesso, rimarrà una ferita mai rimarginata.
[modifica]Riconoscimenti
Nel 1940 il National Board of Review of Motion Pictures l'ha inserito nella lista dei migliori dieci film dell'anno.
Nel 1997 è stato scelto per la preservazione nel National Film Registry della Biblioteca del Congresso degli Stati Uniti.
Nel 2000 l'American Film Institute lo ha inserito al trentasettesimo posto nella classifica delle cento migliori commedie americane di tutti i tempi.
[modifica]Censura e versioni italiane
Il film venne vietato in quasi tutta l'Europa dal 1940 al 1945 a causa del potere nazifascista che ne proibì la distribuzione. In Inghilterra venne censurato per timore di peggiorare i già difficili rapporti diplomatici con la Germania; tuttavia proprio lo stesso anno la situazione tra i due belligeranti precipitò irreparabilmente e così, affrancata dalla censura, la pellicola vide la sua prima proiezione aLondra già nel 1941.
Uscì in Italia per la prima volta nel 1945, con la caduta del fascismo. La versione era integrale e sottotitolata.
Nel 1949 il film era stato già doppiato (probabilmente integralmente) in un'edizione con la voce diAugusto Marcacci per Chaplin, ma al contrario di come riportano molte fonti questa versione non fu mai distribuita nei cinema e oggi è probabilmente andata perduta.
Il film venne censurato di alcune scene quando uscì ridoppiato nel 1972 (con la voce diOreste Lionello per Chaplin) e la direzione del doppiaggio di Roberto Bertea, in particolare nella scena del ballo e della ridicola danza tra la sig.ra Napoloni e Hynkel. Il personaggio della moglie di Napoloni fu eliminato totalmente per non urtare la sensibilità della vedova Rachele Mussolini, ancora in vita. Il nuovo prestigioso adattamento del copione è del comandante Roberto De Leonardis, noto per le sue versioni italiane di tutti i film Disney d'epoca.
Nel 1988, per un'edizione in videocassetta a cura della Skema video, il film fu integralmente ridoppiato con la voce di Claudio Trionfi per Chaplin. Questa versione fu eseguita sulla versione francese del film e non su quella originale; la qualità del doppiaggio è molto discutibile , ma se non altro si trattava della prima versione italiana integrale. I nuovi dialoghi italiani sono di Patrizia D’Agostino e la direzione del doppiaggio è di Umberto Fizz.
Nel 2002 il film è stato ridistribuito integralmente e restaurato dalla BIM distribuzione. Le scene censurate sono state doppiate ex novo in italiano con nuove voci e, a detta di molti, il nuovo doppiaggio stride troppo con le restanti scene che conservano l'audio del 1972. Le voci delle sequenze reintegrate sono troppo diverse e i dialoghi aggiunti non tengono conto dell'adattamento di De Leonardis come se le nuove scene fossero state tradotte senza vedere l'intero film in italiano (ad esempio Napaloni nelle sequenze del 1972 si rivolge ad Hinkel chiamandolo Hikelino, mentre in quelle reintengrate con Hinkey).
[modifica]Curiosità
- Le insegne dei negozi del ghetto ebraico sono scritte in inglese, ebraico e anche in esperanto.
- Il numero portato nella divisa da Charlie Chaplin nel campo di concentramento è lo stesso portato da Roberto Benigni nel film La vita è bella (film 1997).
[modifica]Note
- ^ Charlie Chaplin, Il grande dittatore di Charlie Chaplin, Time and Tide, 21 dicembre 1940
[modifica]Altri progetti
- Wikiquote contiene citazioni di o su Il grande dittatore
- Wikimedia Commons contiene file multimediali su Il grande dittatore
[modifica]Collegamenti esterni
- Scheda su Il grande dittatore dell'Internet Movie Database
- Scheda su Il grande dittatore de Il mondo dei doppiatori
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