Storia di Berlino
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L'autore Carl Sternheim (1878-1942) scrisse: "Tutto quanto è accaduto a Berlino non ha paragoni", forse proprio in queste parole risiede il senso di questa città.
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[modifica]Dalle origini al Medioevo
Nel VI secolo il territorio tra la Sprea e l'Havelviene occupato da popolazioni slave che vi fondarono due distinte cittadelle fortificate:Köpenick e Brandeburgo. Le due zone erano divise da una cintura di selve, nella quale si trovava il guado della Sprea. Proprio in quel punto sorgerà la città doppia di Berlino/Cölln.
Nel 928 i sassoni conquistano la regione, mentre nel 948 Ottone I fonda i vescovati di Havelberg eBrandeburgo.
Nel 1134 l'imperatore Lotario affida l'amministrazione della regione alla casata degliAscani. Fu Alberto l'Orso a riconquistare la fortezza di Brandeburgo e ad assumere (1157) il titolo di Margravio, cacciando le popolazioni slave. Fu la nascita della Marca di Brandeburgo.
I primi documenti ufficiali attestanti l'esistenza di Berlino e Cölln risalgono al 1237; si ipotizza che le due città fossero state fondate poco prima, nell'ambito dell'opera di germanizzazione e cristianizzazione dell'area. La prima fortificazione in pietra a difesa della città risale al 1250.
Nel 1280 Berlino ottiene, prima città a est del fiume Elba, il permesso di battere moneta; contemporaneamente nasce la prima dieta della Marca di Brandeburgo, dove si riunivano i nobili. Compaiono per la prima volta su uno stemma, assieme al simbolo dell'aquilaimperiale, due orsi stilizzati, antesignani dell'attuale orso rampante, simbolo di Berlino.
Il 20 marzo 1307 viene ratificata l'unione tra Berlino e Cölln per scopi difensivi, e l'edificazione di un comune palazzo municipale, sul ponte della Sprea.
Nel 1319 la casata degli Ascani si estinse. I successori, i Wittelsbach, furono contestati dalla nobiltà locale; anche la casata del Lussemburgo tentò di impadronirsi della città. Fu un periodo di guerra, segnato anche dai grandi incendi del 1376 e del 1380.
[modifica]Dal Rinascimento al Seicento
Nel 1411 l'imperatore Sigismondo VI assegnò la Marca di Brandeburgo a Federico VIHohenzollern, burgravio di Norimberga, che sconfisse gli usurpatori ed assunse, nel1415, il nome di Federico I, margravio del Brandeburgo, e il titolo di elettore (Kurfürst) delSacro Romano Impero. Con lui iniziò il dominio degli Hohenzollern, che mantennero il potere ininterrottamente fino al XX secolo.
Il successore, Federico II "Dente di Ferro", abolì i diritti della città e sciolse l'amministrazione cittadina. Nel 1443 iniziò la costruzione del castello cittadino come sua residenza. In conseguenza di ciò, i berlinesi si ribellarono nel 1447; la rivolta venne però sedata l'anno dopo; Berlino e Cölln furono nuovamente divise.
Il 2 novembre 1539 nella Nikolaikirche di Spandau - da non confondere con laNikolaikirche nel centro di Berlino - l'elettore Gioacchino II ufficializza la conversione della città alla riforma protestante. Nel 1540 compare a Berlino la prima stamperia di libri.
Il 6 gennaio 1541 nel municipio di Cölln viene rappresentata per la prima volta una piece teatrale. lo Spiel von der Geburt des Herrn Jesu ("Pezzo sulla nascità del SignoreGesù), rappresentazione religiosa sulla nascita di Cristo su testo di Heinrich Knaust.
Nel 1571 l'elettore Giovanni Giorgio accoglie in città i profughi calvinisti vittime di persecuzioni religiose in Olanda.
Durante la Guerra dei trent'anni (1618-1648), Berlino fu devastata dagli eserciti stranieri. Nel 1631 un terzo della popolazione fu decimato da un'epidemia di peste. L'elettore,Giorgio Guglielmo, fu assolutamente incapace di provvedere alla difesa della città, e fuggì nella più sicura Königsberg.
Il suo successore, Federico Guglielmo "Il grande elettore" (Große Kurfürst), tornò a Berlino nel 1643. Dopo aver concluso la pace, ampliò il castello e incoraggiò lavori pubblici come la lastricatura delle strade. Nel 1662 furono fondate le due nuove città diFriedrichswerder e Neu-Cölln am Wasser. Entrambe furono comprese, assieme aBerlino e Cölln, nella nuova cinta muraria bastionata del 1658-83. Nel 1685, con l'Editto di Potsdam, furono accolti a Berlino stranieri cacciati da Vienna, e circa 6.000 ugonotticacciati dalla Francia. Per accoglierli, si fondarono le nuove città di Dorotheenstadt(1674) e Friedrichstadt (1688). Berlino iniziò a svilupparsi economicamente e militarmente.
[modifica]Il settecento
La forza crescente della Marca di Brandeburgo cominciò ad avere i suoi effetti: dal 1701 l'elettore Federico III (al potere dal 1688 come margravio delBrandeburgo ed elettore del Sacro Romano Impero) assunse il nome diFederico I ed il titolo di "Re in Prussia" (formalmente la Marca di Brandeburgoapparteneva al Sacro Romano Impero).
La consorte, regina Sofia Carlotta, curò lo sviluppo della cultura, fondando nel 1696l'Accademia delle Arti, nel 1700 l'Accademia delle Scienze, e chiamando a Berlino loscienziato Gottfried Leibniz. Introdusse a Berlino l'architettura barocca e fece costruire ilcastello di Charlottenburg. Si aprì l'Unter den Linden e si destinò il Tiergarten a riserva di caccia.
Nel 1709 si ratificò l'unione, questa volta definitiva, delle città di Cölln, Friedrichswerder,Dorotheenstadt e Friedrichstadt a Berlino.
L’assidua presenza militare in città favorì la nascita e lo sviluppo della fabbrica di fuciliSplitgerber & Daum, fondata nel 1712. A causa dell’espansione economica della città, le antiche fortificazioni furono smantellate per fare spazio a delle piazze, come il Rondell(oggi Mehringplatz) davanti all'Hallesches Tor, l’Achteck ("ottagono", oggi Leipziger Platz) davanti alla Potsdamer Tor e il Karre ("quadrato", oggi Pariser Platz) davanti allaPorta di Brandeburgo. Così dal 1732 fu costruito un nuovo muro doganale (Akzisemauer) alto sei metri che abbracciava una parte più ampia di area urbana.
Dal 1750 al 1753 visse alla corte di Potsdam, dove il re abitava nel suo palazzo diSanssouci, l’illuminista e filosofo francese Voltaire. Attorno a questa figura sorsero circoli di scienza e letteratura, nonché la nascita di nuovi periodici. Fu quindi costruita in quest’epoca l’Opera a Unter den Linden, la cattedrale di Sant’Egidio e il palazzo del principe Enrico. Inoltre l’Unter den Linden fu trasformato in un elegante viale e costruito il parco del Tiergarten.
Nel 1786 dopo la morte di Federico il Grande a Berlino vivevano circa 150.000 abitanti. Il viaggiatore Johann Kaspar Riesbeck scrisse in una lettera del 1784: “Berlino è una città straordinariamente bella ed elegante. La si deve considerare una delle più belle città d’Europa. Non ha quella monotonia cha la rende alla lunga noiosa la vista della maggior parte delle nuove città, costruite con regolarità. La maniera di costruire, la disposizione, la forma delle piazze, gli alberi in quest’ultime e in talune strade, insomma, tutto è vario e piacevole.”
Nel 1791 l’architetto Carl Gotthard Langhans consegna alla cittadinanza l’opera più famosa di Berlino: la porta di Brandeburgo.
Nel 1791 l’architetto Carl Gotthard Langhans consegna alla cittadinanza l’opera più famosa di Berlino: la porta di Brandeburgo.
[modifica]L'Ottocento
Con la sconfitta delle truppe prussiane a Jena, Berlino fu occupata dalle truppe napoleoniche dal 1806 fino al 1808, con l'ingresso delle truppe attraverso la porta di Brandeburgo il 27 ottobre 1806. L'occupazione francese comportò un indebitamento della città. Tuttavia al termine dell’occupazione fu introdotto un ordinamento che concedeva la possibilità di un'amministrazione delle città da parte dei cittadini, seppur ristretto solo ai cittadini benestanti.
Nel 1810 fu aperta la Friedrich-Wilhems-Universität. L’università cominciò ad attrarre grandi studiosi tedeschi quali Johann Gottlieb Fichte, Friedrich Carl von Savigny e persino Georg Wilhelm Friedrich Hegel. Ma nel marzo del 1812 le truppe francesi occuparono nuovamente la città, creando un vasto movimento di resistenza.
Nel 1810 fu aperta la Friedrich-Wilhems-Universität. L’università cominciò ad attrarre grandi studiosi tedeschi quali Johann Gottlieb Fichte, Friedrich Carl von Savigny e persino Georg Wilhelm Friedrich Hegel. Ma nel marzo del 1812 le truppe francesi occuparono nuovamente la città, creando un vasto movimento di resistenza.
Al termine delle guerre napoleoniche si ebbe la restaurazione degli antichi poteri, che non impedirono lo sviluppo di un’intensa industrializzazione. In questo clima di fervore nacque la prima linea ferroviaria di Prussia che collegava Berlino a Potsdam il 29 ottobre1838. Si ampliò la città con i nuovi quartieri Friedrich-Wilhelm-Stadt (1830) e Luisenstadt(1840).
Nei anni sessanta dell’ottocento intorno a Potsdamer Platz furono innalzati i primi blocchi di appartamenti, necessari ad una città in completa espansione urbanistica. Basti pensare che la popolazione di Berlino nel 1800 contava 170.000 persone, mentre nel 1849 aveva raggiunto le 412.154: più del doppio. Questo comportò l’aumento dei problemi sociali e dei conflitti che confluirono nelle proteste del 1848, in cui le classi operaie avanzavano importanti rivendicazioni tra cui la libertà di stampa. Con i disordini sorti il re cominciò a fare delle concessioni, fino al raggiungimento di una costituzione che faceva della Prussia una monarchia costituzionale, con la possibilità del voto per classi.
Berlino era comunque una città in continua crescita. Nel 1856 entrò in servizio l’acquedotto della compagnia Berlin Water-works. Lo stampatore Ernst Litfaß (1816-1874) firmò un contratto con il capo della polizia con cui ebbe il permesso di installare in città delle colonne rivestite di manifesti, le cosiddette “Litfaßsäule”, che posero un freno alla diffusione dei manifesti selvaggi.
Fu introdotto anche un ordinamento edilizio con cui sorsero grandi casermoni dotati di cortili, grandi abbastanza per permettere ad una pompa antincendio di manovrare. Così tra il 1857 e il 1871 la popolazione raggiunse gli 800.000 abitanti. In questa espansione lo slogan era “Berlino diventa metropoli”.
Fu introdotto anche un ordinamento edilizio con cui sorsero grandi casermoni dotati di cortili, grandi abbastanza per permettere ad una pompa antincendio di manovrare. Così tra il 1857 e il 1871 la popolazione raggiunse gli 800.000 abitanti. In questa espansione lo slogan era “Berlino diventa metropoli”.
Con la nascita dell’Impero germanico, fu realizzata anche l’unità nazionale, per cui il parlamento tedesco fu sistemato provvisoriamente nell’ex sede della Manifattura Reale di Porcellane nella Leipziger Straße, successivamente tra il 1884 e il 1894 fu costruito ilReichstag. Inoltre fu costruita una rete elettrica realizzata dalla Siemens & Halske. Poco dopo fu fondata la società elettrica AEG, determinando nel 1895 un impiego su vasta scala di manodopera berlinese: un cittadino su tre era impiegato nell’industria elettrica.
Nel 1895 la baronessa Spitzemberg ricorda: “Il traffico nelle vie principali come Leipziger Straße o Friedrichstraße è semplicemente assordante. Le vetture a elettricità e i tram formano una corrente ininterrotta, vetture di ogni genere, carretti, a due e a tre ruote, sfilano uno di fianco all’altro, uno dietro l’altro e qualche volta persino sopra l’altro. Il frastuono di questi veicoli, il fischiare delle ruote, fa scoppiare la testa. Gli incroci stradali sono opere d’arte per gli abitanti della città, una croce per i provinciali. La signora von Beulwitz racconta che quasi volevano abbracciarsi dalla gioia quando, dopo aver passato un incrocio del genere, si sono ritrovati sani e salvi sull’isola pedonale!”
Dal 1865 per quasi due decenni furono realizzate linee tranviarie trainate da cavalli. Ma a poco a poco essi furono sostituiti dai tram elettrici a partire dal 1881. Con l’apertura della linea ad anello la “Ringbahn” in traffico divenne sempre più importante, la Ringbahn collegava direttamente diverse stazioni ferroviarie della città.
Dal 1865 per quasi due decenni furono realizzate linee tranviarie trainate da cavalli. Ma a poco a poco essi furono sostituiti dai tram elettrici a partire dal 1881. Con l’apertura della linea ad anello la “Ringbahn” in traffico divenne sempre più importante, la Ringbahn collegava direttamente diverse stazioni ferroviarie della città.
[modifica]Il novecento
[modifica]Le incertezze di inizio secolo
Nel 1902 entrò in funzione la prima linea della metropolitana, da Stralauer Tor alla stazione del giardino zoologico, con una diramazione verso Potsdamer Platz. Berlino divenne la quinta città europea dopo Londra, Budapest, Glasgow e Parigi ad avere unametropolitana sotterranea.
Con l’avvio della prima guerra mondiale, Berlino, seppur non direttamente coinvolta nella guerra, rimase un centro nevralgico per la progettazione e la produzione di armamenti. Certamente i problemi legati all’economia di guerra si sentirono anche nella capitale, con la creazione di mense popolari.
Il 9 novembre 1918 il Re e Imperatore abdica lasciando un vuoto di potere che decreterà una serie di scontri di piazza. Il 5 gennaio 1919 vi furono degli scontri con la polizia adAlexanderplatz e in altri quartieri, sedati con l’arresto ma anche l’assassinio dei capi della rivolta Karl Liebknecht e Rosa Luxemburg. Ma la situazione non si era ancora del tutto normalizzata, tanto da costringere la nascita della cosiddetta repubblica di Weimar, spostando così la capitale in una sede più tranquilla.
Nel 1920 furono uniti alla città molti comuni e città circostanti, formando la "Grande Berlino".
Negli anni venti si sviluppa una cultura del consumo e del lieto vivere, molte famiglie acquistano auto, frigoriferi e altri apparecchi domestici, mentre l’elettrificazione delle case cominciava ad estendersi a tutti i quartieri della città. Si diffusero così, radio e cinema. Quest'ultimo divenne un punto di forza della cultura tedesca, dopo la nascita degli studi cinematografici dell'UFA a Berlino. Ma anche teatri e cabaret ebbero un boom. Tuttavia il benessere durò poco, poiché al termine degli anni venti il tasso di disoccupazione tornò a salire vertiginosamente. Nel 1932 in città si contavano 603.000 disoccupati su 4 milioni di abitanti. Queste incertezze economiche favorirono l’ascesa al potere del nazismo.
[modifica]Il nazismo
Con l’ascesa di Hitler al potere gli assetti della città mutano. Cominciarono così le azioni di pulizia dai "nemici dello stato" tramite le azioni delle SS e delle SA. Dopo il rogo delReichstag nel 1933 dichiarando lo stato d’emergenza furono annullati i diritti politici e civili essenziali, accentrando tutto il potere nelle mani del nuovo dittatore. Così iniziarono gli arresti di massa contro politici di sinistra e simpatizzanti, ricorrendo ad una sistematica violenza che rese il clima della città rovente. Iniziarono i roghi dei libri sulla piazza dell’opera dell’Unter den Linden, nonché le aggressioni contro gli ebrei.
Durante le olimpiadi del 1936, Berlino divenne la vetrina del mondo con la presenza di quasi mille commentatori radiofonici da tutto il mondo, una città che riuscì a nascondere le sue violenze e gli accanimenti per breve periodo. Il 9 novembre 1938 le persecuzioni si intensificarono con la “Notte dei cristalli”, in cui furono distrutti negozi di ebrei e incendiate sinagoghe.
Nel frattempo si intensificarono i progetti, fu costruito l’aeroporto di Tempelhof, e la colonna della vittoria dapprima sita a Konigsplatz, poi trasferita.
[modifica]La seconda guerra mondiale
Per approfondire, vedi le voci battaglia di Berlino e battaglia aerea di Berlino. |
All’avvio del secondo conflitto mondiale per le strade di Berlino non vi fu lo stesso entusiasmo sorto spontaneo nel 1914. Iniziarono le misure di oscuramento notturno, furono introdotte le tessere per gli alimenti, la vita divenne difficile tanto da impiantare coltivazioni di generi alimentari nelle piazze e nei cortili.
Il 25 agosto 1940 vi fu il primo bombardamento di Berlino da parte degli inglesi. Questo attacco determinò la costruzione di torri antiaeree sul territorio urbano. Per quanto sino al settembre del 1940 i bombardamenti furono limitati, le vittime furono 500. A fronte dell’espansione tedesca tra il 1941 e il 1942 gli allarmi aerei diminuirono ulteriormente. Ma dal 1943 il bilancio della “battaglia di Berlino” divenne molto più pesante. Un milione e mezzo di persone rimasero senza casa e 9,5 chilometri quadrati di superficie urbana rasa al suolo. Il bilancio finale della guerra aerea conta attorno alle 50.000 vittime e la distruzione di circa il 70% degli edifici del Mitte.
Nel corso della guerra si intensificarono i crimini contro gli ebrei, costretti a lasciare i loro appartamenti e ghettizzati in quartieri ebraici. Ma dal 18 ottobre 1941 iniziarono le deportazioni ad Auschwitz e negli altri campi di sterminio. Dei 170.000 ebrei berlinesi sopravvissero oltre 100.000 all'estero e solo 6.500 nascosti in città, aiutati da numerosi coraggiosi che rischiavano la propria vita.
Nel corso della guerra si intensificarono i crimini contro gli ebrei, costretti a lasciare i loro appartamenti e ghettizzati in quartieri ebraici. Ma dal 18 ottobre 1941 iniziarono le deportazioni ad Auschwitz e negli altri campi di sterminio. Dei 170.000 ebrei berlinesi sopravvissero oltre 100.000 all'estero e solo 6.500 nascosti in città, aiutati da numerosi coraggiosi che rischiavano la propria vita.
Il 1º febbraio 1945 i nazisti dichiararono Berlino “zona di difesa”. Il 16 aprile iniziò una battaglia decisiva per la capitale che vedeva l’avanzamento dell’Armata Rossa sin nelle strade del centro. Il 30 aprile Hitler si tolse la vita nel suo bunker sotto la Cancelleriacosì nella notte tra l’8 e il 9 maggio 1945 fu firmata la resa incondizionata della Germania: la bandiera sovietica sventolava ormai in cima al Reichstag.
[modifica]Il dopoguerra
Fino ai primi di luglio del 1945 l’Unione Sovietica era l’unica potenza ad occupare Berlino a cui seguirono gli inglesi, gli americani e i francesi, ognuno nel proprio settore di controllo. La città offriva uno spettacolo di distruzione e miseria, decretando la nascita del mercato nero con cui riprendeva la vita quotidiana. Tutte le infrastrutture erano distrutte, il traffico urbano bloccato, non c’era né gas né acqua. Per avviare la ricostruzione fu ricostruita anche la vita politico amministrativa della città con l’insediamento di uomini comunisti nei settori chiave della città.
Dal 17 luglio al 2 agosto 1945 si aprì la conferenza di Potsdam presso il castello di Cecilienhof in cui si incontrarono i capi di governo di USA, URSS e Gran Bretagna, per decidere il futuro politico ed economico della Germania. Ma per quanto furono decisi i punti essenziali della democratizzazione e smilitarizzazione del paese, le divergenze divennero inevitabili. Alle elezioni del consiglio comunale del 1947 la vittoria di Ernst Reuter (SPD) a sindaco fu osteggiata dai sovietici. Inoltre le trattative per l’introduzione di una riforma monetaria fallirono, facendo sì che le potenze occidentali introducessero nelle loro zone di appartenenza una nuova moneta, ormai la Germania si avviava alla divisione in blocchi.
Dal 17 luglio al 2 agosto 1945 si aprì la conferenza di Potsdam presso il castello di Cecilienhof in cui si incontrarono i capi di governo di USA, URSS e Gran Bretagna, per decidere il futuro politico ed economico della Germania. Ma per quanto furono decisi i punti essenziali della democratizzazione e smilitarizzazione del paese, le divergenze divennero inevitabili. Alle elezioni del consiglio comunale del 1947 la vittoria di Ernst Reuter (SPD) a sindaco fu osteggiata dai sovietici. Inoltre le trattative per l’introduzione di una riforma monetaria fallirono, facendo sì che le potenze occidentali introducessero nelle loro zone di appartenenza una nuova moneta, ormai la Germania si avviava alla divisione in blocchi.
Con l'introduzione della riforma monetaria il settore Ovest della città, posto all’interno della zona di influenza sovietica fu tagliato fuori da qualsiasi collegamento via terra. Così si rese necessario l’avvio di un ponte aereo con cui le potenze occidentali sostenneroBerlino Ovest.
A seguito del blocco, i sovietici abbandonarono ogni dialogo decretando la nascita di due consigli comunali. Così nel settore sovietico fu eletto Friedrich Ebert, figlio del presidente della Repubblica di Weimar di un tempo, eletto su seduta straordinaria del parlamento comunale dell’est. Quindi Ernst Reuter poté assumere definitivamente la carica di sindaco di Berlino Ovest.
Il 24 maggio 1949 entrò in vigore la Costituzione della Repubblica Federale tedesca; poco dopo fu fondata la DDR (divisione della Germania).
A seguito del blocco, i sovietici abbandonarono ogni dialogo decretando la nascita di due consigli comunali. Così nel settore sovietico fu eletto Friedrich Ebert, figlio del presidente della Repubblica di Weimar di un tempo, eletto su seduta straordinaria del parlamento comunale dell’est. Quindi Ernst Reuter poté assumere definitivamente la carica di sindaco di Berlino Ovest.
Il 24 maggio 1949 entrò in vigore la Costituzione della Repubblica Federale tedesca; poco dopo fu fondata la DDR (divisione della Germania).
Nel 1950 Walter Ulbricht del Partito di Unità Socialista di Germania (SED) decise che il grande, sontuoso Castello di Berlino, situato in centro città, andava distrutto in quanto simbolo dell'antico assolutismo prussiano. Il grande palazzo fu raso al suolo tra settembre e dicembre 1950: andarono così irrimediabilmente distrutte preziose opere d'arte.
Berlino Ovest, isolata dal resto del paese visse anni drammatici, con 306.000 disoccupati. Ma grazie al programma di ricostruzione finanziato dagli europei e dal paese stesso, la città crebbe economicamente.
Nella Germania orientale il 17 giugno 1953 i muratori che lavoravano alla costruzione dell’ospedale di Friedrichshain nonché alla Stalinallee si sollevarono chiedendo condizioni di lavoro più dignitose. Questa ribellione trovò il sostegno anche di colleghi che lavoravano all’Opera Unter den Linden. In poche ore la protesta si allargò a tutta laDDR, con slogan come “Via il governo”. L’insurrezione fu sedata dichiarando lo stato di guerra da parte delle truppe d’occupazione sovietiche. L’ordine fu ripristinato con divieti di riunirsi in assemblea, coprifuoco e presenza militare. Le conseguenze furono l’arresto di 13.000 persone, la morte di almeno 51 manifestanti - ma le stime arrivano a 100 - e il ferimento di 400.
[modifica]Il muro di Berlino
Per approfondire, vedi la voce Muro di Berlino. |
Per approfondire, vedi la voce Crisi di Berlino del 1961. |
Nel novembre del 1958 Khruščёv chiese espressamente la smilitarizzazione di Berlino Ovest, quindi il ritiro degliAlleati e la trasformazione della capitale in città libera, integrata nella DDR. In caso di rifiuto, il Cremlino avrebbe conferito al governo la piena sovranità sul suo territorio. Il timore era quello di un nuovo blocco di Berlino Ovest. Nel giugno del 1961 durante una conferenza stampa, Walter Ulbricht rispose alla domanda di un giornalista riguardo al significato di Berlino città libera dicendo: “Capisco la sua domanda in questo modo, che in Germania Ovest c’è gente che si augura che noi mobilitiamo i lavoratori della capitale per erigere un muro… nessuno ha intenzione di erigere un muro!” Invece il 13 agosto1961 avvenne la chiusura dei confini della città. Il traffico urbano fu interrotto e furono costruite delle barriere per le strade e le piazze lungo i confini di settore. Da una semplice separazione decretata da una linea bianca si passò al filo spinato, poi dopo le difficoltà causate dalle continue fughe fu eretto il muro. Fino al 1972 divenne impossibile qualsiasi sconfinamento, anche a parenti. Poi con l’entrata in vigore dei “regolamenti dei pass”, la situazione migliorò. Tuttavia la presenza del muro non impedì i tentativi di fuga ricorrendo ai mezzi più disparati: nuotando lungo lo Sprea, forzando il confine con auto corazzate, o persino fuggendo con una mongolfiera.
Durante la visita del presidente statunitense John Fitzgerald Kennedy nel 1963, pronunciò un discorso divenuto famoso: “Il muro è la più disgustosa e la più evidente dimostrazione del fallimento del sistema comunista. […] Il muro non è solo uno schiaffo in faccia alla storia. È uno schiaffo in faccia all’umanità. […] Tutti gli uomini liberi, non importa dove vivono, sono cittadini di Berlino, ed è per questo che io, in quanto uomo libero, sono orgoglioso di poter dire: Ich bin ein Berliner (io sono un berlinese)!”
Durante la visita del presidente statunitense John Fitzgerald Kennedy nel 1963, pronunciò un discorso divenuto famoso: “Il muro è la più disgustosa e la più evidente dimostrazione del fallimento del sistema comunista. […] Il muro non è solo uno schiaffo in faccia alla storia. È uno schiaffo in faccia all’umanità. […] Tutti gli uomini liberi, non importa dove vivono, sono cittadini di Berlino, ed è per questo che io, in quanto uomo libero, sono orgoglioso di poter dire: Ich bin ein Berliner (io sono un berlinese)!”
La nascita del muro creò notevoli problemi all’economia della città, con aziende strozzate dalle difficoltà del muro: mancanza di manodopera ma anche di commesse. Per ovviare fu richiamata manodopera dall’estero, con flussi di immigrati turchi, jugoslavi e polacchi. Tuttavia la vita culturale andava avanti: fu inaugurata la Filarmonica e la Staatsbibliothek di Scharoun, la Neue Nationalgalerie di Ludwig Mies van der Rohe. A Berlino est sorse la torre della televisione con i suoi 365 metri, il Palast der Republik.
Negli anni ottanta l’opposizione civile nella DDR si rafforzò, specie per i danni ambientali provocati dalla gestione governativa. Il 18 ottobre 1989 Erich Honecker si dimise a causa del crescente malcontento, il suo successore divenne Egon Krenz. Tuttavia il 4 novembre ad Alexander Platz si riunirono un milione di persone per protesta, rivendicando a gran voce la libertà di stampa, di riunione e di opinione. Il 9 novembreGünter Schabowski annunciò ad una conferenza stampa che per viaggi privati fuori dalla DDR non era più necessario il visto. Alla domanda di un giornalista italiano rispose che il regolamento entrava immediatamente in vigore. Così migliaia di berlinesi si accalcarono ai checkpoint per varcare il confine. Alle 22.30 si sollevarono le sbarre dei check point: il muro era caduto.
[modifica]Berlino dopo il muro
Nei giorni e nelle settimane seguenti la caduta del muro, Berlino era una città invasa da visitatori che passavano da una parte e dall’altra. Dappertutto si cominciò a fare buchi nel muro. Il12 novembre fu aperto a Potsdamer Platz il primo passaggio provvisorio, tanto da permettere ai due sindaci della città di potersi incontrare. Nel 1992 la stazione della metro Potsdamer Platz fu rimessa in funzione e riattivata la linea 2.
Il 2 dicembre 1990 Berlino elesse per la prima volta dopo decenni i suoi rappresentanti al parlamento nazionale e comunale. Tornò presso il Municipio Rosso nel quartiere del Mitte, la sede del sindaco. Inoltre nel 1991 il parlamento nazionale decise di riportare la capitale del paese riunificato a Berlino. Nel settembre 1999 il parlamento tornò nella sede del Reichstag ristrutturato da Norman Foster.
Il 2 dicembre 1990 Berlino elesse per la prima volta dopo decenni i suoi rappresentanti al parlamento nazionale e comunale. Tornò presso il Municipio Rosso nel quartiere del Mitte, la sede del sindaco. Inoltre nel 1991 il parlamento nazionale decise di riportare la capitale del paese riunificato a Berlino. Nel settembre 1999 il parlamento tornò nella sede del Reichstag ristrutturato da Norman Foster.
[modifica]Oggi
L’ultimo decennio del XX secolo è segnato da immensi cantieri con cui la città voleva mutare volto. Furono costruiti nuovi edifici governativi, ambasciate e sedi di media. Potsdamer Platz rappresenta l’esempio del cambiamento, attraendo gli investimenti di varie società che concessero a importanti architetti la costruzione degli edifici.
Con l’abbattimento del muro numerose aziende dell’est hanno chiuso, poiché non in grado di sostenere i costi della concorrenza. Nel frattempo la città ha attratto nuove aziende, seppur il tasso di disoccupazione si mantenga elevato. La città è divenuta un polo di attrazione per giovani e creativi del mondo nonché per eventi come la Love Parade, il Christopher Street Day e il Carnevale delle culture.
[modifica]Voci correlate
Muro di Berlino
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Il Muro di Berlino (in tedesco: Berliner Mauer), nella propaganda della DDR talvolta chiamato antifaschistischer Schutzwall(Barriera di protezione antifascista), termine coniato nel 1961 da Horst Sindermann[1][2][3][4][5], era una barriera in cemento alta circa tre metri che separavaBerlino Est, capitale della Repubblica Democratica Tedesca (Germania Est), daBerlino Ovest, enclave della Repubblica Federale di Germania (Germania Ovest) circondata dal territorio della Repubblica Democratica Tedesca. È considerato il simbolo della Cortina di ferro, linea di confine europea tra la zona d'influenza statunitense e quella sovietica durante la guerra fredda.
Eretto dal governo comunista della Germania Est, divise in due la città di Berlino per 28 anni, dalla sua costruzione (iniziata il 13 agosto del 1961) fino al suo crollo, avvenuto il9 novembre 1989, a causa della sua inutilità, dopo lo smantellamento della cortina di ferroda parte dell'Ungheria (23 agosto 1989) e del successivo esodo (attraverso il paese danubiano) dei tedeschi dall'Est a partire dall'11 settembre dello stesso anno.[6]
Durante questi anni, in accordo con i dati ufficiali,[7] furono uccise dai Vopos, le guardie della DDR, almeno 133 persone mentre cercavano di superare il muro verso Berlino Ovest. Comunque alcuni studiosi sostengono che furono più di 200 le persone uccise mentre cercavano di raggiungere Berlino Ovest o catturate ed in seguito giustiziate.[8][9]
Il 9 novembre 1989, dopo diverse settimane di disordini pubblici, il Governo della Germania Est annunciò che le visite in Germania e Berlino Ovest sarebbero state permesse; dopo questo annuncio una moltitudine di cittadini dell'Est si arrampicò sul muro e lo superò, per raggiungere gli abitanti della Germania Ovest dall'altro lato in un'atmosfera festosa. Durante le settimane successive piccole parti del muro furono portate via dalla folla e dai cercatori di souvenir; in seguito fu usato dell'equipaggiamento industriale per rimuovere quasi tutto quello che era rimasto.Tutt'oggi c'è un grande commercio dei piccoli frammenti, il prezzo può variare a seconda della grandezza di questi.
La caduta del muro di Berlino aprì la strada per la riunificazione tedesca che fu formalmente conclusa il 3 ottobre 1990.
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[modifica]Storia del Muro
[modifica]Premesse
Nel 1945, poco prima della fine dellaseconda guerra mondiale, nel corso della conferenza di Jalta venne decisa la divisione di Berlino in quattro settori controllati e amministrati da Unione Sovietica, Stati Uniti d'America, Regno Unito e Francia. Il settore sovietico era il più esteso, e comprendeva i distrettiorientali di Friedrichshain, Köpenick,Lichtenberg, Mitte, Pankow, Prenzlauer Berg, Treptow e Weißensee.
Nel 1948, il "Blocco di Berlino" da parte dell'Unione Sovietica portò all'attuazione del Ponte aereo per Berlino da parte degli Alleati per rifornire di viveri e generi di prima necessità i tre settori occidentali.
Dal 1949 i tre settori controllati da Stati Uniti d'America, Francia e Gran Bretagna (Berlino Ovest), anche se nominalmente indipendenti, erano in effetti una parte di Germania Ovest completamente circondata dalla Germania Est.
Inizialmente ai cittadini di Berlino era permesso di circolare liberamente tra tutti i settori, ma con lo sviluppo della Guerra Fredda i movimenti vennero limitati; il confine tra Germania Est e Germania Ovest venne chiuso nel 1952 e l'attrazione dei settori occidentali di Berlino per i cittadini della Germania Est aumentò. Circa 2,5 milioni di tedeschi dell'est passarono ad ovest tra il 1949 e il 1961.
Per fermare l'esodo delle persone della Germania Est iniziò la costruzione di un muro attorno ai tre settori occidentali nella notte tra il 12 e il 13 agosto 1961 a Berlino Est. Inizialmente questo consisteva di filo spinato, ma già il 15 agosto iniziarono ad essere utilizzati gli elementi prefabbricati di cemento e pietra destinati a formare la prima generazione di un vero e proprio muro. Il muro divideva fisicamente la città; quando circondò completamente Berlino Ovest, trasformò in pratica i settori occidentali in un'isola rinchiusa entro i territori orientali.
« Nessuno ha intenzione di costruire un muro. » | |
(15 giugno 1961, Walter Ulbricht capo di Stato della DDR e Segretario del Partito Socialista Unitario della Germania)
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La Germania Est sostenne che si trattava di un "muro di protezione antifascista" inteso ad evitare un'aggressione dall'Ovest. Fu chiaro sin dall'inizio che questa giustificazione serviva come copertura per il fatto che ai cittadini della Germania Est doveva essere impedito di entrare a Berlino Ovest e di conseguenza nella Germania Ovest (la Germania Est non controllava completamente il traffico tra Berlino Ovest e il resto della Germania Ovest). In effetti la DDR soffriva di una fuga in massa di professionisti e lavoratori specializzati che si spostavano all'ovest, per non parlare delle diserzioni dall'esercito. Con la costruzione del muro le emigrazioni passarono da 2.500.000 tra il 1949 ed il 1962a 5000 tra il 1962 ed il 1989. Dal punto di vista propagandistico la costruzione del muro fu un disastro per la DDR e, in generale, per tutto il blocco comunista; divenne infatti un simbolo della tirannia comunista, specialmente dopo le uccisioni di chi aspirava alla libertà sotto gli occhi dei media. Da notare che molti comunisti si erano schierati contro questa divisione e contro quello che i sovietici chiamavano socialismo reale .
Il muro era lungo più di 155 km. Dopo la costruzione iniziale, venne regolarmente migliorato. Nel giugno 1962 venne costruito un secondo muro all'interno della frontiera destinato a rendere più difficile la fuga verso la Germania Ovest, fu così creata la cosiddetta "striscia della morte". In seguito il muro di prima generazione fu abbattuto e oggi è difficile riconoscere parti di quel muro. Nel 1965 si diede inizio alla costruzione della terza generazione del muro che avrebbe soppiantato le precedenti. Era composto da lastre di cemento armato collegate da montanti di acciaio e coperti da un tubo di cemento. Il "muro di quarta generazione", iniziato nel 1975, era in cemento armato rinforzato, alto 3,6 metri e composto di 45.000 sezioni separate, di 1,5 metri di larghezza, più semplici da assemblare rispetto al muro di terza generazione, per un costo di 16.155.000 marchi della Germania Est. Per fare un confronto, un panino al tempo costava 1,04 marchi della Germania Est. A partire dal 1975 il confine era anche protetto nella "striscia della morte" da recinzioni, 105,5 km di fossato anticarro, 302 torri di guardia con cecchini armati, 20 bunker e una strada illuminata per il pattugliamento lunga 177 km.[10]
Inizialmente, c'era solo un punto di attraversamento per gli stranieri e i turisti, inFriedrichstrasse; le potenze occidentali avevano altri due checkpoint, a Helmstedt sul confine tra Germania Est e Ovest e a Dreilinden sul confine sud di Berlino Ovest. Per i berlinesi erano inizialmente disponibili 13 punti di attraversamento, 9 tra le due parti della città e 4 tra Berlino Ovest e la DDR; in seguito, con un atto simbolico, l'attraversamento della porta di Brandeburgo fu chiuso. I checkpoint vennero battezzati con i nomi fonetici: Alpha (Helmstedt), Bravo (ancora visibile a Dreilinden sulla A9 appena usciti da Berlino), e Charlie (Friedrichstraße).
[modifica]Tentativi di fuga
Durante il periodo di esistenza del muro vi furono circa 5000 tentativi di fuga coronati da successo verso Berlino Ovest. Nello stesso periodo varie fonti indicano in un numero compreso tra 192 e 239 i cittadini della Germania Est uccisi dalle guardie mentre tentavano di raggiungere l'ovest e molti altri feriti.[11][12]
« Se dovete sparare, fate in modo che la persona in questione non vada via ma rimanga con noi » | |
Finché il muro non fu completamente edificato e fortificato, i tentativi di fuga furono messi in atto da principio con tecniche casalinghe, come passare con una macchina sportiva molto bassa sotto alle barricate o gettandosi dalla finestra di un appartamento prospiciente il confine sperando di "atterrare" dalla parte giusta. Con il tempo le tecniche di fuga si evolsero fino a costruire lunghe gallerie, scivolare lungo i cavi elettrici tra pilone e pilone o utilizzando aereiultraleggeri.
La prima persona a pagare con la vita il suo tentativo di fuggire fu Ida Siekmann, che il 22 agosto del 1961 aveva tentato di salvarsi, saltando dal suo appartamento nella Bernauer Straße. L'ultimo morto era Winfried Freudenberg, morto l'8 marzo del 1989; aveva intrapreso una fuga spettacolare con una mongolfiera autocostruita, caduta poi sopra il territorio di Berlino Ovest. Sovente vengono nominati Günter Litfincome prima vittima del Muro e Chris Gueffroy come ultima; in realtà erano il primo e l'ultimo ucciso a colpi di armi da fuoco dai soldati di confine. Chris Gueffroy venne ucciso il 5 febbraio 1989mentre cercava di scavalcare il muro presso Nobelstrasse. Aveva poco più di vent'anni, era nato il 21 giugno 1968, una croce lo ricorda, insieme a tante altre, in piazza 14 marzo alle spalle della porta di Brandeburgo.
Prevalgono, tra i morti del Muro, gli uomini, in particolare quelli piuttosto giovani. Ma tra i casi noti sono ricordati anche Olga Segler, morta all'età di 80 anni, la diciottenne Marienetta Jirkowsky (25 agosto 1962 – 22 novembre 1980), uccisa con 27 colpi[13], altre donne di diverse età, nonché i bambini Lothar Schleusener (di 13 anni) e Jörg Hartmann, di dieci anni - uccisi entrambi, a colpi di arma da fuoco dai soldati di confine, nel tentativo di fuga intrapreso insieme - Cengaver Katranci, di nove anni, Giuseppe Savoca, di sei anni, Siegfried Krobot, di cinque anni, Cetin Mert, morto il giorno del suo quinto compleanno, e Holger H. che aveva 18 mesi.
Uno dei più noti tentativi falliti fu quello del diciottenne Peter Fechter, prima ferito da proiettili sparati dalle guardie di confine della DDR il 17 agosto 1962 e poi lasciato morire dissanguato nella cosiddetta striscia della morte, il tutto davanti all'occhio dei media occidentali.
Tra i fuggitivi si contano anche molti soldati addetti allo stesso Muro di Berlino - nota in tutto il mondo è la foto del giovane Conrad Schumann che salta sopra il filo spinato allaBernauer Straße. Anche tra le vittime del Muro risultano soldati e poliziotti della DDR, come il giovane Burkhard Niering, ucciso nel 1974 in un tentativo di giungere a Berlino Ovest.
Conrad Schumann, riparatosi in Baviera dove trovò impiego come operaio metalmeccanico presso l'industria automobilistica Audi di Ingolstadt, tornò dopo la Caduta nella ex DDR per rivedere familiari ed ex colleghi ma ebbe accoglienza gelida. Caduto in depressione si uccise impiccandosi nel 1998.
« L’obiettivo del muro: evitare che il popolo della Germania socialista potesse scappare nel mondo normale. Il muro fu costantemente perfezionato e rinforzato, trasformato da un normale muro in un sistema insormontabile di ostacoli, trappole, segnali elaborati, bunker, torri di guardia, tetraedri anti carro e armi a sparo automatico che uccidevano i fuggitivi senza bisogno di intervento da parte delle guardie di confine. Ma più lavoro, ingegnosità, denaro e acciaio i comunisti mettevano per migliorare il muro, più chiaro diventava un concetto: gli esseri umani possono essere mantenuti in una società comunista solo con costruzioni impenetrabili, filo spinato, cani e sparandogli alle spalle. Il muro significava che il sistema che i comunisti avevano costruito non attraeva ma repelleva. » | |
(Viktor Suvorov, L'ombra della Vittoria capitolo 7)
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[modifica]Dall'Ovest all'Est
Si sono verificate anche "violazioni di frontiera" al contrario, da Ovest verso Est.
Negli anni settanta un berlinese dell'Ovest scavalcò 5 volte il Muro in direzione Est, e fu conseguentemente arrestato in ogni occasione. Durante l'interrogatorio, alla consueta domanda sul perché non usufruisse dei passaggi di frontiera, lui rispondeva regolarmente che abitando lui a Kreuzberg e i suoi conoscenti proprio di fronte, la via più breve era semplicemente quella più diretta. A questa logica le guardie di frontiera non trovavano nulla da ridire e il "violatore" della frontiera veniva rimandato a Ovest. Fino alla volta successiva.
Per alcuni di questi "scavalcatori" il Muro era un oltraggio personale o una sfida sportiva. Come il diciottenne Rainer W. che all'inizio degli anni settanta scavalcò gli sbarramenti a Potsdam-Babelsberg in direzione Est. Mentre i politici occidentali lavoravano per ottenere una maggiore penetrabilità del muro, alcuni contestatori ribelli dell'epoca avevano dichiarato la loro personale guerra al mostro. Tra i più sfrontati c'era sicuramente John Running che nel 1986/87 attaccò diverse volte il muro. Nell'estate del 1986 arrivò a Berlino e scavalcò il muro con una scala. Né i poliziotti di frontiera dell'Ovest né le guardie dell'Est riuscirono a convincerlo ad abbandonare l'impresa di camminare in equilibrio sul muro per circa 500 metri, osservato da numerosi presenti che incitando lo applaudivano. Alla fine le truppe della DDR lo indussero a scendere e lo presero in custodia. Per evitare ulteriore scalpore e imbarazzi diplomatici le autorità lo rimandarono nell'Ovest dopo un breve interrogatorio. Running però non si lasciò intimidire e pochi giorni dopo iniziò un'altra azione, durante la quale si sedette a cavalcioni sul muro e lo prese simbolicamente a martellate. Venne immediatamente arrestato dalle truppe della DDR e alcuni giorni dopo rimandato all'Ovest. La sua terza "passeggiata" gli costò 53 ore di prigione nella DDR.
Nel marzo del 1988 Berlino Est e il Senato di Berlino Ovest si accordarono su uno scambio di terreni in seguito al quale il triangolo di Lennè sarebbe diventato territorio di Berlino Ovest. Finché però l'accordo non entrò in vigore questa area rimase extraterritoriale e venne quindi sfruttata da giovani "autonomi" di Kreuzberg (tacitamente tollerati da Berlino Est) che eressero un villaggio di baracche per protestare contro alcune misure edilizie del Senato di Berlino Ovest. Con crescente divertimento, i berlinesi assistettero nelle settimane successive al gioco del gatto col topo tra poliziotti e occupanti delle baracche che, dopo ogni scontro, si rifugiavano regolarmente nel triangolo di Lennè, dove la polizia occidentale non aveva accesso. Una delle particolarità topografiche create dal muro era che in alcuni punti non si trovava esattamente sulla linea di demarcazione del confine. A volte la frontiera si trovava a 1-2 metri davanti al muro, e in alcuni punti anche molto di più. Proprio in mezzo alla città a Potsdamerplatz c'erano circa 4 ettari di terreno compresi tra Lennè, Bellevue e la Ebertstrasse, il triangolo di Lennè appunto, che apparteneva a Berlino Est ma che si trovava al di fuori del muro. La mattina del 1º giugno 1988 le guardie di frontiera dell'area della Potsdamer Platz si trovarono di fronte a una "sfida" molto speciale, una "fuga di massa" nell'Est. Più di 200 punk berlinesi dell'Ovest, abitanti della baraccopoli del cosiddetto triangolo Lennè, scapparono in direzione di Berlino Est per sfuggire ad una carica dei poliziotti occidentali. Puntuali, all'entrata in vigore dell'accordo sullo scambio dei territori, circa 900 poliziotti occidentali si diressero al triangolo Lennè caricando con gas lacrimogeni. Gli occupanti si sottrassero all'arresto saltando il muro in direzione Est. Per le truppe di frontiera della DDR non fu un evento inatteso e accolsero tranquillamente i "violatori di frontiera". I punk vennero trasportati in luogo di ristoro e dopo una colazione e il controllo dei documenti vennero rimandati a Ovest attraverso diversi passaggi di frontiera. Lo spettacolo, uno dei più divertenti legati alla divisione della città, si ripeté per diversi mesi.
[modifica]La caduta
Il 23 agosto 1989, l'Ungheria rimosse le sue restrizioni al confine con l'Austria e a partire dall'11 settembre 1989 più di 13.000 tedeschi dell'Est scapparono verso l'Ungheria; all'annuncio che non sarebbe stato consentito di attraversare la Cortina di ferro ai cittadini non ungheresi, i profughi inondarono le ambasciate tedesco-occidentali a Budapest e Praga. Dopo giorni di sconcerto e l'arrivo del ministro degli esteri di Bonn Hans-Dietrich Genscher, con la mediazione di questi si ottenne che i profughi arrivassero in Occidente, ma con l'obbligo di riattraversare la frontiera tedesco-orientale imposto dallo Stato di loro cittadinanza. La scelta si rivelò un boomerang fatale per l'immagine stessa della Germania comunista: i treni contenenti i rimpatriati attraversarono senza fermarsi le stazioni tedesco-orientali, tra lo sconcerto dei concittadini.
Le dimostrazioni di massa contro il governo della Germania Est iniziarono al passaggio dei primi treni provenienti dall'Ungheria e dalla Cecoslovacchia, nell'autunno del 1989. Il leader della DDR Erich Honecker si dimise il 18 ottobre e venne sostituito pochi giorni dopo da Egon Krenz. Honecker aveva predetto nel gennaio dello stesso anno che l’esistenza del muro sarebbe stata assicurata per altri cent'anni. Era invece l'inizio della fine. Il nuovo governo di Krenz decise di concedere ai cittadini dell’Est permessi per viaggiare nella Germania dell’Ovest. Günter Schabowski, il ministro della Propaganda della DDR, ebbe il compito di dare la notizia; però egli si trovava in vacanza prima che venisse presa questa decisione e non venne a conoscenza dei dettagli.
Il 9 novembre 1989, durante una conferenza stampa convocata per le 18, gli fu recapitata la notizia che tutti i berlinesi dell’Est avrebbero potuto attraversare il confine con un appropriato permesso, ma non gli furono date informazioni su come trasmettere la notizia. Dato che il provvedimento era stato preso poche ore prima della conferenza, esso avrebbe dovuto entrare in vigore nei giorni successivi, dando così il tempo di dare la notizia alle guardie di confine. Alle 18,53 il corrispondente ANSA da Berlino Est,Riccardo Ehrman, chiese[14] da quando le nuove misure sarebbero entrate in vigore[15]. Schabowski cercò inutilmente una risposta nella velina del Politburo, ma non avendo un'idea precisa, azzardò:
« Per accontentare i nostri alleati, è stata presa la decisione di aprire i posti di blocco. (...) Se sono stato informato correttamente quest'ordine diventa efficace immediatamente. » | |
(9 novembre 1989, Günter Schabowski, Membro del Politburo del Partito Socialista Unitario della Germania e Ministro della Propaganda della DDR)
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Decine di migliaia di berlinesi dell’Est avendo visto l’annuncio di Schabowski in diretta alla televisione, si precipitarono, inondando le GÜSt e chiedendo di entrare in Berlino Ovest. Le guardie di confine, sorprese, iniziarono a tempestare di telefonate i loro superiori, ma era ormai chiaro che - laddove non vi era stato adempimento spontaneo all'annuncio pervenuto via etere[16]- non era più possibile rimandare indietro tale enorme folla vista la mancanza di equipaggiamenti atti a sedare un movimento di tali proporzioni.
Furono allora costrette ad aprire i checkpoint e, visto il gran numero di berlinesi, nessun controllo sull’identità fu eseguito. Gli estasiati berlinesi dell’Est furono accolti in maniera festosa dai loro fratelli dell’Ovest, spontaneamente i bar vicini al muro iniziarono a offrire birra gratis per tutti. Il 9 novembre è quindi considerata la data della caduta del Muro festeggiata l'anno seguente con il mega concerto di Roger Waters (ex bassista dei Pink Floyd) con l'esecuzione di The Wall dal vivo.
Nei giorni e settimane successive molte persone accorsero al muro per abbatterlo e staccarne dei souvenir: queste persone furono chiamate Mauerspechte (in tedesco significa letteralmente "picchi del muro"). Il 18 marzo 1990 furono tenute le prime e uniche libere elezioni della storia della Repubblica Democratica Tedesca; esse produssero un governo il cui principale mandato era quello di negoziare la fine stessa dello Stato che rappresentavano.
La Germania fu ufficialmente riunificata il 3 ottobre 1990 (questa è la data designata per il "Giorno della riunificazione"), quando i cinque stati federali (Brandeburgo,Meclemburgo-Pomerania Occidentale, Sassonia, Sassonia-Anhalt e Turingia), già esistenti nella Repubblica Democratica Tedesca ma aboliti e trasformati in Province, si ricostituirono e aderirono formalmente alla Repubblica Federale di Germania (Germania Ovest).
Dal momento in cui i nuovi cinque Länder entrarono nella Repubblica Federale, in conformità all'articolo 23 attivo in quegli anni, l'area di applicazione del Grundgesetz(Legge fondamentale) fu semplicemente ampliata includendoli. L'alternativa sarebbe stata di aderire all'unione formalmente, in vista della scrittura di una nuova costituzione per la Germania unificata. Delle due scelte quella adottata fu obiettivamente la più semplice, quella consentita dal "trattato 4+2" (con cui le ex potenze occupanti abbandonarono i diritti conquistati con la vittoria sul nazismo e la conferenza di Potsdam), ma anche quella criticata da parte della dottrina giuridica[17] e della storiografia[18]: si sarebbe trattato di una soluzione istituzionale in virtù della quale vennero confermati i timori[19] secondo cui i tedeschi dell'est non sarebbero statiriunificati ma semplicemente "annessi" alla Germania Ovest.
Dal momento in cui i nuovi cinque Länder entrarono nella Repubblica Federale, in conformità all'articolo 23 attivo in quegli anni, l'area di applicazione del Grundgesetz(Legge fondamentale) fu semplicemente ampliata includendoli. L'alternativa sarebbe stata di aderire all'unione formalmente, in vista della scrittura di una nuova costituzione per la Germania unificata. Delle due scelte quella adottata fu obiettivamente la più semplice, quella consentita dal "trattato 4+2" (con cui le ex potenze occupanti abbandonarono i diritti conquistati con la vittoria sul nazismo e la conferenza di Potsdam), ma anche quella criticata da parte della dottrina giuridica[17] e della storiografia[18]: si sarebbe trattato di una soluzione istituzionale in virtù della quale vennero confermati i timori[19] secondo cui i tedeschi dell'est non sarebbero statiriunificati ma semplicemente "annessi" alla Germania Ovest.
Secondo la dottrina del diritto internazionale in materia di successione tra stati, la sopravvivenza della costituzione, delle istituzioni, e dei trattati internazionali (per esempio l'adesione alla NATO e alla CEE) della Germania Ovest, e la loro estensione al territorio dell'ex Germania Est, rendono la riunificazione tedesca un'"incorporazione" di quest'ultima da parte della prima.[20] È bene ricordare peraltro che nella Repubblica federale tedesca era stata adottata nel 1949 una Grundgesetz (Legge fondamentale) e non formalmente una "Costituzione", proprio a significare che di Costituzione si sarebbe potuto parlare solo in una Germania unita.
[modifica]Aspetti sociali del Muro di Berlino
Non molto è rimasto oggi del Muro di Berlino. L'abbattimento ufficiale del Muro di Berlino fu iniziato il 13 giugno 1990 nella Bernauer Straße da 300 guardie di frontiera della DDR, fu poi terminato da 600 soldati dell'esercito tedesco utilizzando 13 bulldozer, 55 ruspe, 65 gru e 175 camion. A novembre dello stesso anno l'intero muro all'interno della città era stato abbattuto ad eccezione di 6 punti che furono mantenuti come monumento. I blocchi di cemento furono distrutti ed utilizzati per la costruzione di strade. 250 di questi blocchi furono messi all'asta a prezzi oscillanti tra 10.000 e 250.000 marchi tedeschi. Il muro è stato fisicamente distrutto quasi ovunque, ad eccezione di alcuni punti. I più visitati dai turisti sono: una sezione di 80 metri vicino a Potsdamer Platz, una seconda, la più lunga, sulla riva della Sprea, vicino all'Oberbaumbrücke (L'East Side Gallery) ed una terza a nord in Bernauer Straße, che è stata trasformata in un memoriale nel 1999. Il centro di documentazione del muro[21]offre interessantissime guide in italiano, che spiegano in dettaglio il sistema di frontiera.
In altri punti della città è possibile invece trovare parti di muro semplice, note per i loro graffiti. Qui, le parti rimaste non rappresentano interamente l'aspetto originale del muro: sono state pesantemente danneggiate (perché in molti tentarono di prendersi come ricordo dei pezzi originali del Muro di Berlino), e gli odierni graffiti sono più visibili sul lato orientale del muro, in particolare la famosa East Side Gallery in Mühlenstraße lunga più di 1 km, che non era ovviamente raggiungibile quando il muro era sorvegliato dalle guardie pesantemente armate della Germania Est. In origine, infatti, i graffiti erano solo sul lato occidentale.
Il Muro di Berlino ebbe ovviamente un forte impatto emotivo, sociale e culturale, non solo sui cittadini di Berlino o della Germania, ma anche nel resto del mondo. Al momento della sua erezione il muro separò, apparentemente per sempre, famiglie e amicizie, lasciando entrambe le metà della città, dopo l'incredulità iniziale, nello sconforto e nella disperazione.
Divenne una delle rappresentazioni fisiche della Cortina di Ferro che separava in due l'Europa durante la Guerra Fredda.
Durante la sua visita a Berlino del 15 giugno 1963, il presidente statunitenseJohn Fitzgerald Kennedy tenne un discorso pubblico che sarebbe divenuto uno dei momenti simbolo della Guerra Fredda:
« Ci sono molte persone al mondo che non comprendono, o non sanno, quale sia il grande problema tra il mondo libero e il mondo comunista. Fateli venire a Berlino! Ci sono alcuni che dicono che il comunismo è l'onda del futuro. Fateli venire a Berlino! Ci sono alcuni che dicono che, in Europa e da altre parti, possiamo lavorare con i comunisti. Fateli venire a Berlino! E ci sono anche quei pochi che dicono che è vero che il comunismo è un sistema maligno, ma ci permette di fare progressi economici. Lasst sie nach Berlin kommen! Fateli venire a Berlino! [...] Tutti gli uomini liberi, ovunque essi vivano, sono cittadini di Berlino, e quindi, come uomo libero, sono orgoglioso di dire: Ich bin ein Berliner! (sono un Berlinese, NdT). » |
A partire dagli anni ottanta, alcuni artisti famosi come Keith Haring e Thierry Noiriniziarono a dipingere il lato del muro che dava su Berlino Ovest, in seguito migliaia di artisti, conosciuti e sconosciuti, utilizzarono il muro per i loro progetti artistici. Il muro si coprì quasi interamente di murales, dalle semplici scritte a disegni molto elaborati e ben eseguiti, alcuni dei quali si guadagnarono una certa notorietà, come quello che raffigurava una Trabant bianca che sfonda il muro, o quello in cui si vedeva Erich Honecker baciare sulla bocca il segretario del PCUS Leonid Brežnev. La East Side Gallery lunga più di 1 km che fu pitturata subito dopo il crollo del muro, è stata definita la più grande galleria di pittura all'aria aperta del mondo. Solo pochi dei muraleshanno resistito al tempo e ai turisti che continuano a scrivere i loro nomi sul muro. La città di Berlino, a corto di fondi, ha investito pochissimo nel restauro del muro e nel 2000 solo alcuni dei dipinti furono restaurati e protetti dai vandali. Malgrado siano protette dalle leggi sulla tutela dei monumenti, non è chiaro quale sia il destino di queste parti del muro. Nei giorni della caduta, il grande violoncellista Rostropovic (privato, anni prima, della cittadinanza sovietica) improvvisò un concerto davanti al muro; l'evento, ripreso dalle telecamere di tutto il mondo, viene considerato il requiem per il muro e la Guerra Fredda.
Il muro divideva 192 strade (97 tra le due parti della città e 95 tra Berlino Ovest e la DDR), 32 linee di tram, 8 linee di metropolitana di superficie (S-Bahn), 3 linee di metropolitana sotterranea (U-Bahn), 3 autostrade e numerosi fiumi e laghi. La caduta del muro cambiò considerevolmente i flussi di traffico della città, e la M-Bahn, un sistema alevitazione magnetica che connetteva 3 fermate della metropolitana lungo 1,6 chilometri, venne smantellato solo pochi mesi dopo la sua apertura ufficiale nel luglio 1991.
[modifica]Giorno della libertà
Il parlamento italiano, con la legge n. 61 del 15 aprile 2005[22], ha dichiarato il 9 novembre "Giorno della libertà", quale ricorrenza dell'abbattimento del muro di Berlino, evento simbolo per la liberazione di Paesi oppressi e auspicio di democrazia per le popolazioni tuttora soggette al totalitarismo.
In occasione del Giorno della libertà, vengono annualmente organizzate cerimonie commemorative ufficiali e momenti di approfondimento nelle scuole che illustrino il valore della democrazia e della libertà, evidenziando obiettivamente gli effetti nefasti dei totalitarismi passati e presenti.
[modifica]Territorio
Oltre al territorio cittadino di Berlino il muro lambiva la parte del limite territoriale di 14 comuni delBrandeburgo, Potsdam compreso, che confinavano con Berlino Ovest. Vengono qui riportati suddivisi per circondario, partendo da nord e procedendo in senso anti-orario:
- Oberhavel: Mühlenbecker Land (parzialmente), Glienicke Nordbahn, Hohen Neuendorf,Hennigsdorf
- Havelland: Schönwalde-Glien, Falkensee, Dallgow-Döberitz
- Potsdam (città extracircondariale)
- Potsdam-Mittelmark: Stahnsdorf, Kleinmachnow, Teltow
- Teltow-Fläming: Großbeeren, Blankenfelde-Mahlow
- Dahme-Spreewald: Schönefeld (parzialmente)
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